Microfinanziamenti dal web per finanziare la cultura
Si chiama crowdfunding, "finanziamento dalla folla", la soluzione che due giovani dell'Università Federico II di Napoli, Adriana Scotto e Antonio Scarpati, hanno proposto per dare sostegno ad un settore costantemente sotto finanziato: la cultura. L’idea è quella di integrare le risorse pubbliche, in particolare del Fondo unico per lo spettacolo, con microfinanziamenti raccolti attraverso la rete.
Le iniziative di crowdfunding, presenti da tempo all'estero, nascono dalla collaborazione tra soggetti disponibili a sostenere con piccoli contributi persone o progetti, non necessariamente di tipo umanitario, ma anche produzioni editoriali, audiovisive, artistiche.
Nel tempo questa forma di mobilitazione dal basso si è trasformata in uno strumento diffuso anche tra grandi realtà editoriali, come l’Economist, e lo scorso anno ha permesso al direttore del Louvre l’acquisto del dipinto di Lucas Cranach Le tre grazie da un collezionista privato.
Nel 2009 un docente dell'Università di Pisa e consulente informatico, Alberto Falossi, lo ha lanciato in Italia attraverso il sito kapipal.com, che ha già finanziato 8mila progetti.
Nel caso dei due giovani napoletani, si tratta di pubblicare su un sito web denominato Fund for Culture i progetti culturali per cui si ha bisogno di finanziamenti, con relativo budget, chiedendo agli utenti di effettuare delle donazioni.
Una strada che potrebbe risultare praticabile anche per il recupero del sito archeologico di Pompei e che è già stata intrapresa a Torino per il restauro del Teatro Carignano. Condizioni sono naturalmente l'attrattività del progetto o dell'istituzione, alla cui riuscita il donatore deve potersi sentire fiero di contribuire, e la semplicità del meccanismo di pagamento.