Ecofin: via libera al nuovo Patto UE
Accordo raggiunto per i ministri europei delle finanze che hanno approvato, nella giornata di ieri, i regolamenti che costituiscono la nuova governance economica dell'Europa e il patto di distabilità, a seguito del patto di competitività varato dal vertice UE lo scorso 11 marzo.
La riforma stabilisce che, laddove il debito pubblico superi il 60% del Pil, è necessario ridurlo di 1/20 all'anno nell'arco di tre anni, per non incorrere nell'apertura di una procedura di infrazione.
Per l'Italia il meccanismo entrerà in vigore a partire dal 2015.
Contrariamente a quanto proposto dalla Commissione, dal Parlamento e dalla Banca centrale europea (Bce), le sanzioni per i paesi che non rispetteranno le nuove regole saranno semi-automatiche, per cui la richiesta di sanzione potrà essere bloccata se rifiutata dalla maggioranza qualificata.
Prevista anche una multa dello 0,1% del Pil in caso di violazioni e squilibri ripetuti, tenendo comunque in considerazione fattori rilevanti per la valutazione della stabilità del paese, quali ad esempio il debito privato o la tenuta dei sistemi di previdenza sociale.
Altro elemento portante della riforma è il semestre europeo, in base al quale, nella prima metà dell'anno, i governi dovranno sottoporre e concordare le politiche di bilancio nazionali per l'anno successivo in sede europea, prima di procedere al voto nei rispettivi parlamenti.
Infine il Patto accresce la capacità del Fondo salva-stati, l'European financial stability facility (Efsf), che potrà erogare prestiti fino a 440 miliardi di euro, e conferma la sua sostituzione nel 2013 con un meccanismo permanente, la cui dotazione ammonterà a 500 miliardi.
Ancora da stabilire le modalità di finanziamento dei due fondi anti-crisi e quindi la ripartizione degli oneri tra gli Stati membri, di cui i ministri discuteranno in sessione straordinaria lunedì prossimo, 21 marzo, per poi presentare la versione definitiva del patto al Consiglio del 24-25 marzo.
Successivamente, la riforma dovrà passare l'esame del parlamento europeo e il voto finale dell'Ecofin previsto per il mese di giugno.
Scettico il presidente della Bce Jean Claude Trichet che giudica l'intervento insufficiente per gestire nuove crisi dell'euro, mentre si dichiara soddisfatto Giulio Tremonti che definisce l'accordo "l'unico possibile per l’Europa e buono per l'Italia" ed auspica che la possibilità per i fondi anti-crisi di acquistare titoli di stato di paesi in difficoltà si traduca in futuro nel sistema degli eurobond, già proposto dal ministro dell'Economia.