Decreto rinnovabili: le perplessita' di Napolitano e l'allarme delle banche estere
Incassa il via libera del Capo dello Stato, ma continua a non convincere il Decreto per la promozione delle energie rinnovabili, approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 marzo scorso. Mentre Napolitano manifesta le proprie riserve nei confronti del testo e auspica che venga corretto e integrato, l'Associazione delle banche estere (Aibe) lamenta, con una lettera al sottosegretario Gianni Letta, l'inaffidabilità dell'Italia e minaccia: a queste condizioni, niente più credito per gli investimenti ad alto rischio.
All'opposizione da parte delle associazioni delle imprese operanti nel settore delle rinnovabili, per l'improvvisa sospensione degli incentivi, e alle preoccupazioni politiche per gli effetti sulla credibilità del Paese, soprattutto nei confronti degli investitori esteri, si aggiunge così il monito dell'Aibe che contesta la prassi di cambiare le "regole del gioco" in corsa come un limite alla reliability dell'Italia.
Secondo l'Associazione, infatti, il decreto mette a repentaglio gli investimenti in materia di rinnovabili finanziati dagli istituti di credito per circa 12 miliardi di euro, tra fotovoltaico ed eolico, nonostante l'alto livello di rischio, proprio in virtù del regime incentivante approvato pochi mesi fa e che avrebbe dovuto essere operativo fino al 2013.
Rischio crac a catena, ma non solo: nel caso in cui tali sviluppi negativi si realizzassero concretamente, le banche estere sarebbero meno disponibili a finanziare altri progetti infrastrutturali delle imprese italiane in settori diversi.
Intanto il Governo apre al confronto, con la convocazione da parte del ministro dello Sviluppo economico Romani di operatori del settore, Associazione bancaria italiana e associazioni dei consumatori in un tavolo di discussione in preparazione del decreto attuativo, mentre il ministro dell’Agricoltura Galan si è impegnato il 9 marzo ad approvare il nuovo Conto energia entro 20 giorni.