Rinnovabili: Galan traccia la tempistica degli incentivi nei terreni agricoli
Ancora venti giorni per vederci chiaro sugli incentivi stabiliti dal decreto legislativo del 3 marzo scorso per chi produce energie rinnovabili nei terreni agricoli. E’ questa la tempistica prevista dal ministro delle politiche agricole Giancarlo Galan per rassicurare il settore di sua competenza, dopo il ciclone sul blocco dei finanziamenti da parte delle banche per realizzare le infrastrutture necessarie, in attesa della definizione del nuovo conto energia per il 2011-2013.
"Gli incentivi ci saranno - osserva il ministro - anche se un po' ridotti, per evitare contraccolpi sulle bollette e mi metterò subito al lavoro con gli altri due ministeri competenti per definire nel tempo di 20 giorni - e quindi ben prima del limite del 31 maggio - le nuove tariffe incentivanti e le modalità di assegnazione". "Non si possono perdere le opportunità di questo piano Marshall di investimenti - conclude Galan - che consente di dare reddito aggiuntivo all'agricoltore e salverà tante aziende".
Continua il Galan: "Sugli incentivi che stiamo per definire sto cercando di trasmettere un messaggio di fiducia agli operatori del fotovoltaico, a chi produce i pannelli, a chi li installa e a chi su questo ha giocato una scommessa imprenditoriale e, prima di tutto, voglio rassicurare gli agricoltori. Gli incentivi certo sono un costo, ma solo perche il mix della produzione energetica italiana non è quello corretto. Stiamo realizzando le fonti di energia rinnovabile ma non abbiamo realizzato il nucleare”.
Galan difende nell'insieme il decreto legislativo, che favorisce gli impianti di piccole dimensioni. "Secondo me è sbagliata l'idea di Gianfranco Micciché di puntare sui grandi impianti. Anche alla Sicilia convengono più imprese coinvolte in impianti non superiori a 1MW". Per quanto riguarda l'energia da biomasse, Galan sottolinea "che si aprono grandi opportunità. Questo piano incentivi convincerà molti agricoltori a restare nel settore ed è comunque utile all'intero Paese".
Il problema è avvertito in modo trasversale da tutti i settori produttivi. Anche l’Aniem (Associazione Nazionale Imprese Edili) lancia l’allarme: saranno a rischio ben 100 mila lavoratori, mentre solo al 20% delle pmi verranno erogati gli incentivi.
Secondo l’associazione aderente a Confapi, sulla base del decreto 6 agosto 2010 (che definisce il terzo conto energia), numerose piccole e medie imprese hanno provveduto ad investimenti per piani di sviluppo che naturalmente non potranno concludersi entro i due mesi previsti dall'ultimo decreto legislativo approvato dal Governo. Di tutti gli impianti già in fase di costruzione, meno del 20% riuscirà a effettuare l'allacciamento nei prossimi 60 giorni, mentre per il restante 80% gli investimenti si riveleranno fallimentari. Il tutto rappresenta un vero e proprio pericolo incombente sugli investimenti stessi; gli imprenditori non sono messi nella condizione di onorare i progetti industriali e finanziari già sottoscritti, con forti ricadute anche sui livelli occupazionali. Le banche hanno già iniziato a congelare i finanziamenti già concessi a questo scopo, al fine di tutelarsi rispetto alle conseguenze nefaste del decreto varato.
L'Aniem chiede che la data ultima di allaccio sia posticipata al 31 dicembre 2011, concedendo così agli interessati il tempo necessario a concludere gli iter autorizzativi, spesso rallentati dalla burocrazia.
Una preoccupazione condivisa dal deputato Pd, Teresa Bellanova: “L'anticipazione al 31 maggio 2011 prevista dal Decreto del 3 marzo per la connessione degli impianti alla rete al fine di usufruire dell'incentivo previsto dal terzo conto energia elimina, in modo retroattivo, qualsiasi elemento di prevedibilità degli investimenti nel settore fotovoltaico in Italia, azzerando di fatto la programmazione pluriennale di un settore produttivo che avrebbe potuto essere il motore trainante per una eventuale ripresa economica del paese".