Federalismo municipale: oggi il voto di fiducia alla Camera
L’aula di Monte Citorio si appresta ad approvare lo schema di decreto attuativo del federalismo fiscale municipale. Il voto di fiducia è previsto per oggi, nel tardo pomeriggio. Quello della fiducia è un passaggio voluto soprattutto da Umberto Bossi per evitare ulteriori ostacoli, dopo lo stop della bicameralina e i rilievi sollevati dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Su richiesta del capo dello Stato, infatti, il provvedimento era ritornato di nuovo all’attenzione del Parlamento.
Dopo il disco verde della Camera, in assenza di ulteriori intoppi, il provvedimento approderà al Consiglio dei ministri del 3 marzo, per l’approvazione definitiva, ed entrerà in vigore dopo l’emanazione da parte del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il ministro per la semplificazione, Roberto Calderoli, osserva che “il federalismo è fatto per unire e non per dividere e che non porterà alcuna nuova tassa”.
Lo schema di decreto legislativo dispone l'attribuzione ai Comuni del gettito di numerosi tributi erariali e di una compartecipazione all'IVA, istituisce una cedolare secca sugli affitti degli immobili ad uso abitativo e prevede, a regime, un nuovo assetto tra le competenze dello Stato e degli enti locali nel settore della fiscalità territoriale ed immobiliare.
A tale proposito Calderoli ha ricordato che la cedolare secca sugli affitti abbasserà le aliquote (19 e 21 per cento) rispetto a quelle attuali.
In ogni caso, i Comuni potranno aumentare le loro addizionali Irpef fino a un massimo dello 0,2 per cento annuo, ma tale facoltà è attribuita soltanto a quelli che ora hanno una soglia inferiore allo 0,4 per cento, limite che non potrà essere superato.
Tra le altre novità la possibilità di attivare una tassa di scopo per le opere pubbliche mentre i Comuni e le città d’arte potranno chiedere ai turisti fino a un massimo di 5 euro per notte di soggiorno.
E, infine, l’Imu (Imposta Municipale Propria) al 7,6 per mille sostituirà l’Ici sulle seconde case, ma scatterà dal 2014 e non si applicherà agli immobili della Chiesa, a scuole, hotel e cliniche.
Di contro, Giuseppe Bortolussi, presidente della Cgia di Mestre, teme che il federalismo comunale possa aumentare le tasse.
Secondo un’elaborazione del centro studi dell’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, dal 2014, così come previsto dal decreto sul federalismo municipale, gli imprenditori proprietari di negozi, uffici, laboratori e capannoni industriali dovranno applicare l’Imu, con il rischio di vedersi aumentare le tasse: in media di 410 euro in più all’anno.