Tajani e Romani presentano la revisione dello Small Business Act
La riforma dello small business act parte ufficialmente dall’Italia. Il nostro paese è stato prescelto come prima tappa del “tour” del vicepresidente della Commissione europea con delega alle imprese, Antonio Tajani, per presentare le novità contenute nel nuovo codice delle Pmi.
All'evento, che si è svolto a Roma lo scorso 23 febbraio presso la rappresentanza in Italia dell'esecutivo di Bruxelles, hanno partecipato anche il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani e il gotha del sistema imprenditoriale italiano, tra cui il presidente di Unindustria, Aurelio Regina.
La scelta dell'inaugurazione italiana non è casuale: Tajani ha infatti ricordato che il nostro paese è stato fin da subito tra i più solerti nell'applicazione dello SBA, senza poi tralasciare che la spina dorsale del nostro sistema produttivo è fatta soprattutto di piccole e medie imprese.
A testimonianza dell'impegno italiano Romani ha voluto aggiungere che l'inizio del percorso parlamentare sulla legge annuale italiana per le pmi è stato calendarizzato per il prossimo 16 marzo.
Sono quattro le linee direttrici presenti nella "versione 2.0" dello SBA (la cui prima versione risale al 2008): semplificazione delle norme, accesso al credito (con un’attenzione particolare al venture capital), internazionalizzazione e miglioramento della governance.
L'evento ha rappresentato anche l'occasione per lanciare ufficialmente la figura del Mr. Pmi europeo, una sorta di ambasciatore che sia custode dello SBA e che ne monitori l’applicazione in tutti i 27 paesi membri. A ricoprire questo ruolo sarà lo spagnolo Daniel Calleja Crespo, braccio destro del vicepreseidente Tajani alla DG Enteprise.
Crespo si relazionerà con i vari Mr. Pmi che a breve verranno nominati in ogni paese con il compito di "difendere" le aziende. Per l'Italia un nome ancora non c’è, ma si tratterà – ha spiegato Crespo ai nostri microfoni – di una personalità proveniente dal mondo istituzionale italiano.
Tra le novità annunciate da Tajani c’è la volontà, nel breve periodo, di convocare un Consiglio Competitività informale dedicato interamente a questo tema.
Nel presentare la riforma dello SBA Tajani ha delineato i punti cardinali dell'attuale scenario, senza dimenticare che a causa della crisi economica finora le Pmi hanno subito un "dissuanguamento" pari a circa 3 milioni di posti di lavoro persi in tutta Europa. Cosa fare per migliorare il sistema? Un primo passo avanti è rappresentato dall’approvazione della direttiva sul mercato dei pagamenti: per recepirla il nostro paese ha 24 mesi di tempo e, su questo punto, Tajani auspica un rapido adeguamento alle norme comunitarie.
Sul fronte della semplificazione le imprese devono fare i conti con una tempistica e con dei costi eccessivi. Per il vicepresidente della Commissione UE, l'obiettivo è quello di consentire alle pmi di ottenere tutte le licenze di cui hanno bisogno in un lasso di tempo ragionevole, non superiore 30 giorni.
Passando all'accesso al credito, altro cahier de doléance, Tajani ha citato il suo rinnovato impegno, di concerto con il commissario per il mercato interno, Michel Barnier, a modificare la normativa comunitaria al fine di facilitare l’ingresso delle società venture capital nell'UE.
E' poi necessario permettere alle Pmi di reperire le informazioni utili in tutte le lingue dell'UE, come già avviene con REACH.
Per quanto riguarda l’accesso ai mercati e agli appalti pubblici, il commissario ricorda che purtroppo il codice delle buone prassi del 2008 non è stato recepito da molti stati membri. L’accesso ai mercati, inoltre, non va inteso soltanto dal punto di vista degli imprenditori, ma anche da quello dei consumatori, che hanno bisogno di regole eque per informarsi sui prodotti in commercio.
Fondamentale anche risolvere il problema del recupero crediti transfrontalieri a fronte dei dati shock ricordati da Tajani in conferenza stampa: circa il 60% dei crediti stranieri, infatti, rimane insoluto.
Sul piano dell'internazionalizzazione si deve fare di più, anche alla luce della crisi in nord Africa. Le realtà italiane che operano in questi paesi devono continuare ad essere sostenute, facilitando gli scambi dei prodotti industriali. Una questione che va affrontata anche in termini di reciprocità. Su questo punto Romani ha citato poi il caso delle Pmi algerine, a cui è importante dare la possibiità di entrare nei nostri mercati.
Infine Tajani ha ricordato che è necessario dare una "seconda chance" a tutti quegli imprenditori che sono falliti a causa della crisi, affinchè nell'arco di tre anni possano riabilitarsi e pagare i tutti i loro debiti.
A livello italiano il ministro Romani ha fatto il punto della situazione sulle azioni governative a favore di questo settore. Partendo dall'assunto positivo che, solo lo scorso anno, sono state create 68 mila nuove aziende, Romani sottolinea che è necessario valorizzare la tipicità italiana dei distretti e le reti di impresa, che ora, finalmente, può avvalersi finalmente del supporto normativo. Ci vorrà tempo – aggiunge Romani – prima che le reti possano formarsi e le imprese riescano a beneficiarne.
Romani ha poi parlato della fine dell'era degli incentivi a pioggia, ribadita con il decreto di riforma degli incentivi attualmente in discussione in Parlamento.
LA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO SULLA REVISIONE DELLO SBA