Il G20 vuole mettere al setaccio lo shadow banking system
La riunione dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali del G20, che inizia nella serata di oggi al palazzo dell'Eliseo e che continuerà sabato al centro congressi di Bercy, non è affatto insignificante, nonostante pochi passi in avanti siano attesi per questo inizio di dibattito. L'incontro odierno costituisce un nuovo punto di partenza, vista la mole di dossier prioritari previsti dalla presidenza francese del G20.
I paesi presenti a Parigi raggruppano l'85% dell'attività economica mondiale e rappresentano più di due terzi della popolazione del pianeta. Per l'Italia partecipano il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, e il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.
La Francia dispone di circa nove mesi per prepararsi al summit dei capi di stato e di governo che si svolgerà a Cannes il 3 e il 4 novembre 2011. La riunione di oggi servirà a organizzare i lavori che si svolgeranno nel corso di un anno costellato di seminari e di incontri ministeriali tematici.
Con il peggio della crisi economica alle spalle, la Francia non dovrà presiedere riunioni di urgenza. Tuttavia, le grandi ambizioni di Nicolas Sarkozy non facilitano i negoziatori. Riequilibrio della crescita mondiale, riforma del sistema monetario internazionale, lotta alla volatilità dei prezzi delle materie prime e consolidamento della regolazione finanziaria: questi i temi che monopolizzeranno gran parte dell'attenzione dei grandi della terra. Su tutti questi aspetti gli interessi di ognuno non sono facilmente conciliabili.
La Cina è sempre sotto pressione a causa della svalutazione della sua moneta. Come altri paesi emergenti, Pechino è accusata di svalutare eccesivamente lo yuan per "dopare" le esportazioni.
Agli Stati Uniti si rimprovera invece di condurre una politica monetaria troppo accomodante, che rischia di destabilizzare i mercati finanziari dei paesi emergenti. La riforma del sistema monetario internazionale, difesa anche dal FMI è la risposta di Parigi alla "guerra delle valute" che si è consumata nell'autunno 2010 e non è ancora finita del tutto.
Per quanto riguarda la volatilità del prezzo delle materie prime, la Francia vuole fare della lotta alla fame nel mondo la priorità del G20. Secondo la Banca mondiale l'aumento dell'indice del prezzo del cibo nel 2010 ha spinto oltre la soglia della povertà circa 44 milioni di persone.
Tema prioritario in Francia (primo produttore di grano in Europa), l'incremento del prezzo delle derrate alimentari può essere combattuto favorendo una maggiore trasparenza del mercato delle commodities. La proposta di Parigi per evitarne il far west include un limite alle posizioni commerciali esistenti e la pubblicazione dei dati relativi dali investitori. Sono inoltre allo studio dei metodi per rendere più trasparenti i mercati agricoli, ivi compresa la notifica dei dati sulle forniture internazionali e il rafforzamento degli studi di previsione.
Ma l'oscillazione del prezzo delle materie prime non condiziona i paesi del G20 allo stesso modo: la Francia vuole evitarne la speculazione sui mercati derivati, ispirandosi alla legge americana Dodd-Franck sulle regole bancarie, che limita le posizioni speculative su questi mercati.
Al momento però non c'è nessuna posizione europea comune. Oltreoceano l'Argentina e il Brasile hanno riaffermato la loro contrarietà ad una regolazione dei prezzi delle commodities. Lo stesso segretario del Tesoro americano, Timothy Geithner, ha dichiarato sull'argomento di caldeggiare una maggiore trasparenza, ma non una forma di controllo.
Per quanto riguarda la misurazione degli squilibri macroeconomici, altro punto all'ordine del giorno, la presidenza francese ha proposto di includere nella lista degli indicatori il deficit corrente, il tasso di scambio reale e le riserve di scambio.
Sia la Cina che la Germania, i primi due esportatori mondiali, si mostrano reticenti all'idea di doversi limitare nelle esportazioni. I paesi con un forte eccesso commerciale non intendono mettere limiti ai loro surplus.
Di fronte a queste divergenze il ministro francese dell'economia, Christine Lagarde, ha preso tempo, affermando che se questo week-end non si riuscisse a raggiungere un accordo non sarebbe un dramma.
Infine il controllo dello "shadow banking system" è una delle nuove sfide che si presentano ai supervisori del sistema finanziario dopo la crisi. Ad affermarlo è stato il governatore della Banca d'Italia, nonchè presidente del Financial Stability Board, Mario Draghi, durante la cena di gala organizzata da Eurofi nella capitale francese alla vigilia dei lavori di apertura del G20.
Sulle zone d'ombra delle banche, Draghi ha sostenuto la necessità di un più approfondito esercizio di mappatura per capire dove il monitoraggio e la supervisione andrebbero indirizzati.
Lo shadow banking system è uno dei nuovi temi che saranno affrontati al G20, anche se probabilmente i tempi non sono maturi per arrivare ad una decisione. Le altre nuove questioni che saranno poste sul tavolo riguardano la protezione dei consumatori ed un eventuale rafforzamento del Financial stability board.
In effetti è giusto chiedersi a cosa serva la regolazione e l'inquadramento del settore bancario classico se al contempo si sviluppano attività collaterali, che rientrano per l'appunto nello shadow banking. Stesso discroso per attività tecnologiche come le nuove frontiere dell'high frequency trading e i sistemi di negoziazione algoritmici.