5 milioni di euro per l'innovazione tecnologica dei tribunali
Prosegue l'opera, tutt'altro che semplice, di digitalizzazione della giustizia italiana. Proprio in questi giorni il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e quello della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, hanno presentato la road map per il 2011 di Giustizia Digitale, il programma definito da un protocollo d'intesa stipulato dai due il 26 novembre 2008.
L'intento di Giustizia Digitale è velocizzare il lavoro degli operatori della giustizia, aumentare la sicurezza delle comunicazioni, migliorare la qualità del lavoro delle cancellerie e accorciare i tempi delle sentenze.
E' noto come la lentezza, dovuta principalmente alle carenze strutturali e finanziarie, sia una delle principali caratteristiche del sistema giudiziario italiano. Durante la conferenza stampa Alfano ha ricordato che sono quasi sei milioni le cause civili arretrate che giacciono negli uffici giudiziari in attesa di essere risolte. L'arretrato civile, poi, è cresciuto in un anno del 3 per cento.
Dal punto di vista delle risorse finanziare, Alfano e Brunetta annunciano che sul piatto c'è un primo intervento senza vincoli territoriali, pari a circa 5 milioni di euro, a valere sulle risorse recentemente destinate dal Comitato dei Ministri per la Società dell'Informazione (CMSI) per azioni di sostegno del Codice dell'amministrazione digitale. In seguito subentreranno i progetti promossi dal "Piano per il Sud", da finanziare tramite risorse FAS, con l'obiettivo di diffondere in modo capillare gli strumenti digitali nei tribunali del Mezzogiorno.
L'annuncio dei due ministri fa seguito alla polemica consumatasi negli ultimi giorni tra via Arenula e l'Anm, il sindacato dei magistrati. I primi di gennaio il segretario dell'associazione, Giuseppe Cascini, aveva segnalato "una situazione gravissima a dispetto delle ripetute dichiarazioni del ministro della Giustizia Alfano e del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta che annunciavano ingenti investimenti nell'informatica. Noi ha affermato Cascini abbiamo sempre detto che la carenza di fondi di progetti e investimenti non avrebbe consentito di mantenere quelle promesse e i fatti ci stanno dando drammaticamente ragione: non solo non ci sono fondi per l'innovazione tecnologica, ma vengono tagliate anche le poche risorse indispensabili per mantenere in vita quel minimo di progetti informatici, realizzati a macchia di leopardo in alcuni uffici giudiziari solo grazie all'impegno dei magistrati, del personale amministrativo e dell'avvocatura".
Tornando al Piano Giustizia Digitale, ecco i servizi prioritari da attivare a breve termine:
- La registrazione telematica presso l'Agenzia delle Entrate di tutti gli atti prodotti dagli uffici giudiziari di primo e secondo livello, compresi quelli delle esecuzioni civili e dalla Corte Suprema di Cassazione;
- il rilascio telematico di certificati giudiziari e l'aumento degli sportelli sul territorio dove gli utenti possono richiederli;
- l'accesso pubblico via rete alle sentenze e ai dati dei procedimenti, in attuazione del nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale;
- la razionalizzazione, l'evoluzione e la messa in sicurezza dell'infrastruttura ICT dei sistemi informatici e della rete di telecomunicazione della Giustizia.
Per favorire tutto questo il Ministero della Giustizia, DigitPA (ex Cnipa) e il Dipartimento per la Digitalizzazione della PA e l'Innovazione tecnologica hanno previsto due distinte fasi di intervento.
La prima fase, a breve termine, è finalizzata all'assistenza e alla manutenzione dei sistemi informativi. Il Ministero della Giustizia e DigitPA hanno infatti realizzato un intervento congiunto volto alla razionalizzazione di contenuti e costi del contratto attuale di assistenza, con gli obiettivi di:
- risparmiare sia sull'arco temporale di disponibilità del servizio nella giornata, sia sulla componente di fascia alta di professionalità;
- gerarchizzare meglio gli interventi rispetto alla complessità dell'oggetto e alla tempestività dell'intervento;
- utilizzare quanto più possibile soluzioni automatizzate e centralizzate di costo molto minore;
- controllare l'utilizzo del servizio di help desk locale per azioni strettamente appartenenti alla dimensione informatica delle problematiche affrontate. DigitPA è a disposizione del Ministero della Giustizia sul piano dell'assistenza tecnica e della messa a disposizione di strumenti informatici, e anche per un eventuale contributo alle spese necessarie per assolvere quanto sopra descritto.
La seconda fase è invece volta all'accelerazione e alla razionalizzazione della digitalizzazione della Giustizia. Per fare questo si rendono necessari:
- il piano di digitalizzazione, sistematico e articolato del Ministro della Giustizia;
- la collaborazione tra i due dicasteri, nell'ambito della quale sono già state condotte alcune sperimentazioni e applicazioni in alcuni tribunali;
- l'applicazione del nuovo Codice dell'Amministrazione Digitale, che completa le regole, indica gli obiettivi e le linee guida, fissa delle scadenze, ma offre anche nuove opportunità nella gestione dei flussi documentali.
Secondo lo stato di avanzamento di Giustizia digitale rivelato dal ministro Alfano, i progressi maggiori sono stati fatti nell'ambito delle notificazioni telematiche dei processi (60%), nella razionalizzazione delle strutture ICT (60%). Passi avanti, seppur di minore entità, anche nel rilascio telematico di certificati giudiziari (40%), nella trasmissione telematica delle notizie di reato (40%), nell'accesso pubblico via rete alle sentenze (40%), nel miglioramento nei servizi dei tribunali (40%), nei pagamenti on line (40%). Fanalino di coda i servizi ai cittadini (20%) e la registrazione degli atti giudiziari civili (20%), per la quale sono stati avviati solo progetti preliminari.