Scatta l’operazione verità sulle banche europee
Balzelli e stress test per le banche, sorveglianza sui bilanci degli stati. Il summit dei 27 capi di stato e di governo dello scorso 17 giugno si può definire storico per il coraggio delle decisioni prese. Riuniti in occasione del Consiglio Europeo, i ventisette hanno confermato la messa in atto, a partire dal primo semestre 2011, di una sorveglianza collettiva sui bilanci dei singoli stati. Per il nostro paese ha partecipato all’incontro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
La Spagna, che appare risucchiata nello stesso vortice della Grecia, rappresenta ora la priorità.
I ventisette sperano prima di tutto di poter superare la crisi dell’euro e di risolvere il problema delle finanze pubbliche. La governance economica, priva ancora di una strategia, s’ispirerà prima di tutto al rigore tedesco. Senza troppe sorprese il pezzo forte del summit è rappresentato dal rafforzamento della disciplina di budget. Sono previste, infatti, sanzioni graduali per coloro che contravverranno alle nuove indicazioni.
Per prima cosa, quindi, nelle conclusioni ufficiali i leader europei hanno confermato la partenza, a partire dal primo semestre del 2011, di un sistema di sorveglianza collettiva dei piani di bilancio dei singoli stati membri. L'Italia l’ha spuntata sulla questione del debito aggregato o allargato: nelle conclusioni del vertice é stata in sostanza accolta la nostra richiesta di tener conto, nel valutare la situazione finanziaria degli Stati membri, non solo del debito pubblico, ma anche di quello privato, che nel nostro Paese resta su livelli contenuti, contrariamente a quanto accade in Spagna, ad esempio. Per il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, quello raggiunto a Bruxelles è “un successo straordinario".
I leader della Ue hanno poi raggiunto un’intesa sulla necessità di introdurre nei Paesi della Ue una tassa sulle banche e hanno chiesto alla Commissione Ue di approfondire i dettagli entro ottobre. La proposta sarà discussa anche al G20 di Toronto che si terrà il 26 e il 27 giugno, insieme all’eventualità di introdurre una imposta globale sulle transazioni finanziarie, una misura caldeggiata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Una posizione appoggiata in pieno dal titolare dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy, meno dal governo italiano. Si è detto contrario all’introduzione della tassa l’ad di Unicredit, Paolo Profumo, intervistato sull’argomento: “Aggiungere un'ulteriore tassa sulle banche per finanziare i deficit pubblici è profondamente sbagliato”. La Gran Bretagna vede positivamente un accordo internazionale relativo al prelievo sulle banche e ritiene che si debba andare avanti comunque, indipendentemente dalle decisioni che verranno prese in seno al G20 di Toronto. "Noi la faremo in ogni caso", ha detto il premier britannico David Cameron a Bruxelles. Nonostante la sua partecipazione al summit europeo, il neoinquilino di Downing Street non ha nascosto le sue resistenze tipicamente inglesi: “Non rinunceremo a difendere i nostri interessi nazionali e le nostre linee rosse".
L’altra grande novità è rappresentata dalla pubblicazione dei cosiddetti “stress test”. Le banche europee saranno di nuovo monitorate attraverso dei test di resistenza. Essi saranno realizzati sulla base di ipotesi macroeconomiche identiche per tutti i paesi e i risultati dovrebbero essere resi noti a metà luglio. L’obiettivo è quello di rassicurare gli investitori sulla solidità degli istituti bancari del Vecchio Continente. L’anno scorso i test – i cui risultati, nella maggior parte dei casi, sono rimasti ignoti all’opinione pubblica - avevano dimostrato che le banche europee erano sufficientemente capitalizzate per affrontare il deterioramento delle condizioni macroeconomiche. Ma la crisi del debito sovrano in alcuni paesi impone di ripetere queste procedure. Secondo fonti governative dalla Moncloa, Banco Santander (tra i primi gruppi bancari spagnoli) sarebbe, in base agli ultimi stress test, il primo della classe rispetto agli altri principali gruppi europei. L’annuncio è emerso in seguito all’incontro bilaterale tra Zapatero e Cameron, che si è svolto ieri a Bruxelles. La Banca di Spagna ha già annunciato l’imminente pubblicazione dei suoi risultati.
Favorevoli alla pubblicazione dei risultati degli stress test anche la Francia e la Germania. Quest'utlima nel 2009 aveva dimostrato una certa reticenza al riguardo per evitare il rischio di destabilizzare i mercati. In Gran Bretagna queste verifiche si svolgono regolarmente da parecchi anni e, forse anche per questo, non hanno ancora destato grandi preoccupazioni oltre Manica.
All’indomani del vertice appare positivo il commento del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che però non è sceso ancora nei dettagli: “Sono lieto di vedere che in Europa man mano sta maturando il consenso sulla pubblicazione degli stress test, e sicuramente lo faremo anche in Italia. Abbiamo tutto da guadagnarci (…) bisogna essere trasparenti con i propri clienti, che vogliono sapere dove investono, quali titoli acquistano, e dove depositano il proprio denaro".
Infine il Consiglio Europeo ha dato il via libera alla strategia, “UE 2020” proposta dalla Commissione Europea, ribattezzata all’occorrenza come la “nuova strategia per l’occupazione e la crescita”, per realizzare delle riforme strutturali nei prossimi dieci anni. A tale proposito soddisfazione è stata espressa dal presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy.