Cdm: dal 2012 donne del pubblico impiego in pensione a 65 anni
Il Consiglio dei Ministri riunitosi questa mattina ha approvato un emendamento alla manovra finanziaria (decreto 78/2010) che equipara l'età pensionabile delle donne della pubblica amministrazione a quella degli uomini, portandola a 65 anni. Il provvedimento, che risponde alle richieste avanzate dall'Europa, entrerà in vigore dal 1 gennaio 2012.
L'emendamento consentirà comunque alle donne in possesso dei requisiti per andare in pensione di certificare il diritto acquisito entro il 31 dicembre 2011 e di farlo valere in qualsiasi momento successivo al 1 gennaio 2012.
Nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito al Cdm, il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Sacconi ha spiegato che l'impatto della norma sarà contenuto e riguarderà una platea di circa 25 mila donne ed ha illustrato, insieme al ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna, la destinazione delle risorse risparmiate grazie al provvedimento.
Il risparmio, pari a 50 milioni di euro nel 2012 e 150 milioni nel 2013, confluirà in un Fondo strategico con il quale saranno finanziati servizi e politiche per favorire la conciliazione e l'assistenza alle persone non autosufficienti.
Durante il Cdm è stato inoltre approvato un regolamento, già previsto nella Finanziaria 2008 del precedente Governo, che stabilisce il limite massimo per le retribuzioni extra dei manager pubblici in 311 mila euro, cioè la retribuzione del primo presidente della Corte di Cassazione.
La norma non si applica ai dirigenti della Banca d'Italia e delle autorità indipendenti.
Inoltre il Ministro Sacconi ha illustrato l'accordo approvato dal Consiglio dei ministri in materia di integrazione degli stranieri regolarmente presenti in Italia, insieme al ministro degli Interni Maroni, il quale ha concluso la conferenza stampa riportando i dati relativi alla lotta alla criminalità organizzata, tra cui il sequestro di oltre 23 mila beni.