Mercati finanziari: nuova crociata contro derivati e credit default swaps
Caro Barroso, proibisci i credit default swaps. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, chiedono alla Commissione Europea di premere l’acceleratore sui lavori per un “inquadramento rafforzato” dei mercati finanziari. Il tutto attraverso una lettera congiunta, indirizzata al presidente dell’esecutivo di Bruxelles, José Manuel Barroso e pubblicata sul sito dell’Eliseo.
Una missiva concertata al telefono, visto che la cancelliera, impegnata a varare la nuova manovra finanziaria e a gestire le rocambolesche dimissioni del suo presidente federale, si era vista costretta ad annullare l’incontro con l'omologo francese.
Nella lettera i due leader osservano come l'UE si sia subito impegnata a mettere atto le decisioni prese nell’ambito dell’ultimo summit del G20 in Corea. Alcune misure drastiche sono già in vigore, in particolare quelle che riguardano la registrazione e il controllo delle agenzie di rating e la regolamentazione delle attività bancarie.
Tuttavia le nuove turbolenze dei mercati finanziari tornano ora a impensierire i paesi membri dell’Ue e i loro cittadini. Dopo che la comunità internazionale si era impegnata unanimamente a non lasciare più alcun mercato, alcun prodotto, né alcun territorio al di fuori della regolazione e delle supervisione, il ritorno di una forte volatilità dei mercati spinge Merkel e Sarkozy ad interrogarsi sull’opportunità di avvalersi ancora di alcune tecniche finanziarie e sull’utilizzo di taluni prodotti derivati, rispettivamente lo short selling (la vendita allo scoperto) e i credit default swaps.
La preoccupazione dei due leader si era già concretizzata nel marzo 2010 in una lettera a otto mani, antecedente la crisi di Atene, scritta assieme ai primi ministri del Lussemburgo e della Grecia. Alla luce degli ultimi eventi, Berlino e Parigi chiedono nuovamente alla Commissione UE di intensificare i suoi lavori per poter presentare delle proposte concrete all’Ecofin di luglio.
Priorità alla trasparenza sui titoli di stato. I due leader chiedono a Bruxelles di proibire a livello europeo la vendita allo scoperto, ma anche di fare piazza pulita dei cds “nudi” sui titoli di stato che rappresentano, al momento, la forma di speculazione più pericolosa e che rischiano di destabilizzare nuovamente il sistema finanziario. I tempi sembrano ora maturi e, soprattutto, le due maggiori potenze europee, almeno su questo punto, si trovano accordo. Per il resto non riescono tuttavia a trovare una posizione comune. Nel dettaglio, Sarkozy auspica un’istituzionalizzazione dell’Eurogruppo e non esclude di poterci “mettere il cappello”.
Su questo punto Merkel dissente e vuole che l’Unione Europea venga gestita “a 27” e non già a “16”, includendo quindi i paesi fuori dall’euro come l’Ungheria, da più parti indicata come “la nuova Grecia” per il rischio di una crisi imminente. Questo perché il patto di stabilità si applica a tutti i paesi, compresi quelli che non hanno ancora adottato la moneta unica, eccezion fatta, ovviamente, per la Gran Bretagna e la Danimarca. Una lezione per quei politici che, anche in Italia, se la prendono con la moneta unica, accusandola ripetetutamente di ogni male.