Nel decreto Luglio la proposta Orlando sul salario minimo in Italia

Draghi e Orlando in conferenza stampa - Photo credit: Palazzo ChigiNel corso di un incontro con i sindacati, il ministro del Lavoro ha illustrato il meccanismo che dovrebbe legare gli stipendi ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi maggiormente rappresentativi e diffusi e che potrebbe rientrare già nel nuovo decreto anti crisi atteso entro fine mese.

Via libera all'accordo sulla direttiva salario minimo

Si tratta per ora solo della base di partenza per costruire il meccanismo del salario minimo in Italia, ma i sindacati si sono detti disponibili ad approfondire la proposta Orlando che, in linea con quanto previsto anche dalla direttiva UE, poggia sull'attuale modello basato sulla contrattazione collettiva.

Un ulteriore incontro tra le parti sociali e il Governo, sul salario minimo e sulle altre misure salva-stipendi, è già programmato prima della fine del mese. E sempre entro fine luglio l'Esecutivo punta a varare un nuovo decreto a sostegno del potere di acquisto delle famiglie, alla luce delle prospettive sempre più preoccupanti circa l'andamento dell'inflazione.

Nel decreto Luglio dovrebbero rientrare, oltre al salario minimo e alle misure per il caro energia, anche un intervento per la riduzione del cuneo fiscale, incentivi sui buoni pasto e un nuovo bonus anti inflazione - sul modello del bonus 200 euro - per aumentare il potere di acquisto delle famiglie.

Cosa prevede la proposta di salario minimo?

In conferenza stampa insieme al premier Mario Draghi dopo l'incontro con i sindacati, il ministro Orlando ha illustrato la sua proposta di salario minimo, “un meccanismo che tenga insieme il valore positivo della contrattazione collettiva nel nostro paese con l'esigenza di definire un minimo salariale per tutti coloro che non beneficiano di quella contrattazione o per coloro che sono soggetti al fenomeno, in crescita in questi anni, dei contratti che realizzano forme di dumping, i cosiddetti contratti pirata”.

L'ipotesi sottoposta ai sindacati è quella di utilizzare come riferimento i contratti più diffusi o quelli firmati dalle organizzazioni comparativamente maggiormente rappresentative. Il minimo salariale sarebbe quindi legato alla migliore contrattazione e alla più diffusa, il che dovrebbe aumentare la media dei salari, intervenendo soprattutto sul lavoro povero che ormai pesa per circa un quinto del mercato del lavoro e rischia di aggravarsi ulteriormente alla luce dell'inflazione crescente, ha spiegato Orlando.

Tra le misure in materia di lavoro e sostegno al reddito che potrebbero rientrare nel decreto Luglio anche incentivi sui buoni pasto e un nuovo bonus anti inflazione che, a differenza del bonus 200 euro, dovrebbe essere riconosciuto per più mensilità e non una tantum. A sostegno del potere d'acquisto delle famiglie e della domanda interna si ipotizza anche un nuovo intervento sul cuneo fiscale-contributivo, che dovrebbe interessare i redditi fino a 35mila euro.

Per approfondire: Cosa funziona e cosa no della direttiva UE sul salario minimo