Rapporto UE: lunga la strada verso il mercato unico delle comunicazioni elettroniche
Chi viaggia all'estero avrà forse notato che ad ogni ingresso in un diverso paese il gestore invia una comunicazione che annuncia, insieme al costo del traffico telefonico, le tariffe del traffico dati in roaming. I costi per Megabyte sono ancora molto alti, sostenibili solo per leggere qualche breve email, anche se i moderni smartphones permettono di fare ben altro. Se quindi gli operatori si sono adeguati all'obbligo di trasparenza verso i clienti, le tariffe restano talmente alte da inibire fortemente l'utilizzo dei servizi e delle applicazioni resi oggi disponibili dalla tecnologia mobile.
La Commissione europea ha reso pubblica oggi l'ultima relazione sul mercato delle comunicazioni elettroniche in Europa. In linea generale, a livello europeo sono stati individuati diversi segnali positivi, ma l'obiettivo di creare un mercato unico delle comunicazioni elettroniche rimane lontano.
Tra i risultati favorevoli innanzitutto la resistenza del settore alla crisi economica e l'aumento della diffusione di internet ad alta velocità, con un utilizzo medio pro capite della banda larga nell'UE del 24,8% nel gennaio 2010.
Tuttavia il rapporto testimonia anche il permanere di diverse criticità, in particolare il livello di concorrenza ancora limitato, con differenze considerevoli tra i diversi Stati, e l'applicazione non uniforme della normativa in materia che continua a penalizzare i consumatori e le imprese.
A questo proposito per quanto riguarda l'Italia, il rapporto indica che la situazione del mercato italiano delle telecomunicazioni è sostanzialmente stabile dal punto di vista della concorrenza, con l'operatore storico, Telecom, in posizione dominante nel mercato del fisso e, in misura minore, in quello della banda larga, grazie ad quota di mercato al di sopra della media dell'Unione europea.
Positiva la dinamica della telefonia mobile sia per quanto riguarda il numero di utenti, con un tasso di penetrazione sulla popolazione pari al 146% (il secondo dato più alto in tutta l'Unione europea), che rispetto all'adozione di servizi mobile.
Molto popolare anche la "portabilità" del numero di cellulare con circa 4 milioni di abbonati che hanno cambiato operatore mantenendo il proprio numero tra ottobre 2008 e settembre 2009.
Dalla relazione risulta inoltre un incremento della banda larga, che ha raggiunto quota 20,6% nel gennaio 2010, rispetto al 19,0% dell'anno precedente e contro una media UE del 24,8%.
Sul fronte degli obblighi di trasparenza il rapporto sostiene che tutti gli operatori hanno rispettato le disposizioni del regolamento sul roaming del luglio 2007 e la modifica del regolamento in vigore dal luglio 2009, mentre relativamente alle tariffe il costo di un minuto di comunicazione vocale mobile risulta inferiore alla media UE.
Tuttavia le associazioni dei consumatori fanno presente la scarsa qualità delle reti e soprattutto, per quanto riguarda le reti di telefonia mobile, lamentano i costi crescenti dovuti alle tariffe dei "call set-up", quando la connessione viene abbandonata a causa della bassa qualità delle reti.
Rimane forte anche il digital divide, con circa 8 milioni di italiani ancora esclusi dall'accesso ad Internet.
Progress Report on the Single European Electronic Communications Market 2009 - (15Th Report)