Grecia: verso il sì di Berlino al piano di salvataggio
Nuove nubi si addensavano questa mattina sul Partenone, con la Borsa di Atene - l'Ase - che apriva al ribasso dopo che ieri il mercato aveva chiuso con la pesantissima flessione del 6%. Il premio di rendimento dei titoli di stato greci ha raggiunto un picco mai visto in dieci anni: lo spread rispetto al bund decennale tedesco ha superato la soglia degli 800 punti (809). Proprio questa mattina si è verificata una nuova impennata dei rendimenti dei titoli governativi ellenici con un rialzo al 24%.
Nel corso della giornata, tuttavia, alcune notizie importanti hanno rasserenato il clima e fanno ora sperare in un accordo definitivo sugli aiuti internazionali, ma soprattutto sull’ammorbidimento delle posizioni tedesche.
Le buone notizie giungono in concomitanza con l’ultimo appello del premier greco Papandreou, che invita nuovamente l'Europa ad assumersi le sue responsabilità per evitare che l'incendio si propaghi.
Negli ultimi giorni non si parla d’altro che di un “europeismo” di facciata, del fatto che mai e poi mai i tedeschi spenderanno un euro per salvare la Grecia e che probabilmente l’Fmi e gli Stati Uniti sarebbero più sodali con la Grecia rispetto agli altri Paesi dell’area euro. Anche l’economista Jean-Paul Fitoussi allarga le fila delle cassandre euroscettiche (“Questa crisi rappresenta una incredibile prova di inadeguatezza delle strutture comunitarie”) e antitedesche (“la Germania ha voluto cogliere l'occasione per riaffermare la sua sovranità continentale e dare a tutti una lezione da non dimenticare mentre si dovevano prestare immediatamente soldi a tassi agevolati come proponevano la Francia e l'Italia”). La stessa Angela Merkel deve barcamenarsi tra la sua propensione a salvare al Grecia e al calo di popolarità tra i suoi elettori che questa scelta comporterebbe. Soprattutto con il voto nel Nord Reno-Westalia alle porte.
I fatti del giorno sembrano sconfessare questo scetticismo. Il primo ministro francese, Francois Fillon, ha assicurato che i Paesi della zona euro si assumeranno tutte le loro responsabilità nei confronti della Grecia, aggiungendo che le esitazioni del governo tedesco sarebbero state dissipate.
L’altro grande spauracchio agitato dai più (ma anche da Papandreu) riguarda il possibile effetto contagio, da cui Spagna Portogallo e Italia non sarebbero immuni. Per quanto riguarda la posizione della Commissione UE, il portavoce del commissario agli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn, esclude che la crisi greca possa diffondersi all'interno di Eurolandia. Sugli aiuti non ci sarebbe nessun ritardo o rinvio, anzi: l’esecutivo di Bruxelles starebbe accelerando.
Simile la posizione di Herman Van Rompuy, presidente stabile dell'Unione Europea: “Ho piena fiducia sul fatto che nei prossimi giorni sarà raggiunto un accordo su un programma ambizioso e solido, capace di fissare una strategia credibile, di medio termine per l'economia greca. I nostri governi - sono del tutto impegnati a dare supporto alla Grecia per garantire la stabilità dell'area dell'euro. A mio giudizio non vi è alcun dubbio che sarà data una risposta tempestiva ai bisogni della Grecia. La ristrutturazione del debito - ha rilevato - non è un’opzione”.
Ma la bomba diramata dal Wall Street Journal è che il Fondo monetario internazionale starebbe considerando di aumentare gli aiuti promessi alla Grecia.
Qualcosa si sta sbloccando anche sul fronte tedesco: Berlino delibererà sugli aiuti alla Grecia con un voto della Camera alta, il Bundesrat, il 7 maggio 2010. Lo ha fatto sapere, sempre oggi, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble. Nel frattempo il governo tedesco ha istituito un comitato anticrisi per gestire la questione degli aiuti alla Grecia. Un eventuale, forte, aumento degli aiuti alla Grecia da parte dell'Ue e del Fondo monetario internazionale è quindi ora concepibile.
In ogni caso il direttore generale dell'Fmi Dominique Strauss-Kahn – in missione speciale a Berlino con il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, per incontrare i deputati tedeschi – ha ribadito che l'Unione Europea e il Fondo monetario internazionale dovranno insieme aumentare il pacchetto di aiuti alla Grecia a 100-120 miliardi di euro, oltre il doppio dei 45 miliardi di euro complessivi previsti. Trichet, dal canto suo, si augura che i negoziati per gli aiuti alla Grecia – su cui si dichiara fiducioso - possano concludersi entro questa settimana.