UE: Calo delle emissioni industriali di CO2 nel 2009
In pratica l’11% in meno delle emissioni rispetto al 2009: questo confermerebbe che la recessione ha soffocato ancora di più la produzione industriale e la domanda di energia rispetto al 2008.
Queste cifre si basano sulle stime preliminari della Commissione UE per le emissioni degli impianti che rientrano nel sistema di scambio di emissioni dell’UE (il cosiddetto “UE ETS”), ma anche sulle valutazioni per i paesi che devono ancora fornire i loro dati. Portogallo, Bulgaria, Cipro, Malta e Norvegia, infatti, non hanno ancora inviato le loro rilevazioni all’esecutivo europeo.
Il calo dimostra che la quantità di emissioni potenziali era in realtà al di sotto del plafond fissato dall’UE ETS, il sistema creato nel 2005 (e poi corretto nel 2008) per aiutare l’UE a rispettare i suoi impegni in materia di cambiamento climatico. Secondo Point Carbon le imprese europee si ritrovano ora con un surplus di permessi di emissioni per un valore vicino agli 80 milioni di tonnellate di C02.
Secondo gli ecologisti il tetto imposto dall’UE-ETS non sarebbe abbastanza severo. Considerato che i permessi in surplus possono essere conservati e utilizzati anche nel prossimo periodo di scambio che ha inizio nel 2013, i verdi temono che la recessione continui ad abbassare il prezzo del gas serra nei prossimi anni.
“Le nuove stime rendono ancora più necessario un aumento delle ambizioni climatiche europee. I tetti sono ormai al di sopra delle emissioni e siamo già a metà del cammino per giungere a metà dei limiti fissati per il 2020”. Questo il commento di Bryony Wothington, direttore del gruppo militante inglese per il clima Sandbag.