Decreto Milleproroghe: verso il ripristino dei fondi all'editoria di partito e no-profit
L'emendamento dal Milleproroghe prevede che "nelle more della riforma organica del settore dell'editoria" per le radio e i giornali di partito, le cooperative no profit e i giornali di partito costituiti in cooperativa, l'editoria braille e le cooperative radiofoniche che trasmettono almeno 9 ore di programmi di informazione al giorno non viene applicata per il 2009 la normativa introdotta in Finanziaria e che prevedeva lo stop alla distribuzione dei fondi in base al diritto soggettivo e viene "corrisposto un contributo nella misura massima del 100% dell'importo spettante con riferimento all'anno 2008". Per i quotidiani italiani editi e diffusi all'estero, invece, i contributi vengono ridotti del 50%.
Il parere positivo del comitato dei diciotto era arrivato con i soli voti della maggioranza. Il Pd non ha partecipato al voto in attesa di chiarimenti sulla proposta. L'Italia dei Valori era contraria perché una delle coperture della modifica avverrebbe con risorse prese dal fondo per il servizio civile. L'Udc si è astenuta.
In molti erano favorevoli a questa via d’uscita: dal presidente del Senato, Renato Schifani, a quello della Camera, Gianfranco Fini, dal vicecapogruppo dei deputati del Pdl, Italo Bocchino al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Paolo Bonaiuti.
Di fronte alla scelta dell’opposizione di presentare soltanto trenta emendamenti, Il Governo ha deciso di non porre la questione di fiducia sul decreto Milleproroghe: la decisione era emersa durante la conferenza dei capigruppo. Il voto finale dell’Aula di Montecitorio sul testo è previsto per la mattinata del 24 febbraio 2010.
"A fronte dell'impegno preso dalle opposizioni per una data certa per l'approvazione del provvedimento il governo non ha alcuna necessità di chiedere la fiducia sul testo". Lo ha detto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, commentando l'intesa raggiunta in capigruppo sui tempi di approvazione del dl Milleproroghe nel quale dovrebbe entrare il ripristino dei fondi per l'Editoria
“Noi lavoriamo per restituire la centralità al parlamento e quindi in capigruppo abbiamo riferito che le opposizioni hanno ridotto a trenta gli emendamenti, dando disponibilità a finire domani mentre con il voto di fiducia si sarebbe finito giovedì. E la maggioranza ha tolto la fiducia". Questo il commento del capogruppo del Pd alla Camera, Dario Franceschini.
"La Camera dei Deputati anche in questa legislatura è sovrana. E' evidente che se l'opposizione rinuncia alla pratica dell'ostruzionismo su questo provvedimento la maggioranza, a questo punto, non ha ragioni per porre la fiducia" è stata la replica di Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL all'ex segretario del Pd, Franceschini.