Dissesto idrogeologico - CdM, ok al ddl Cantiere Ambiente

Cantiere Ambiente: photocredit fethiopiaIl Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il ddl Cantiere Ambiente per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio.

Dissesto idrogeologico: il testo del Piano nazionale

Il provvedimento realizza gli obiettivi indicati nel Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico “Proteggi Italia”, consentendo di spendere 6,5 miliardi di euro contro il dissesto.

“Sono questi i cantieri che aiutano davvero il Paese”, ha dichiarato il ministro dell'Ambiente Sergio Costa, aggiungendo come il provvedimento sia frutto di “un lavoro costruito in questi mesi insieme alle regioni e ai soggetti coinvolti nella progettazione e nella programmazione”, ma sottolineando anche il ruolo “da pungolo e controllore” che il Ministero avrà d’ora in avanti nei confronti di questi soggetti.

Cosa prevede Cantiere Ambiente

La misura, che costituisce una sorta di Piano Marshall per la riduzione dei rischi connessi al dissesto idrogeologico, consentirà di ridurre la burocrazia, semplificare i passaggi amministrativi, anticipare i fondi per la progettazione, affiancare le regioni e programmare cicli di interventi per la messa in sicurezza del territorio.

Una serie di misure volte alla semplificazione e allo snellimento delle pratiche, che porta il ministro ad affermare che “adesso non ci sono più alibi: bisogna rafforzare gli argini, proteggere le città, mitigare il dissesto. Affinché non ci siano più emergenze. Serve un’azione coordinata e veloce anche perché a causa del cambiamento climatico i fenomeni piovosi sono sempre più violenti e repentini”.

Il testo, tra le altre cose, attribuisce ai Presidenti delle regioni, designati quali commissari contro il dissesto idrogeologico, il compito di predisporre un programma d’azione triennale per la mitigazione del rischio e per la salvaguardia del territorio, all’interno del quale saranno indicati, anno per anno, i comuni e i territori coinvolti, la descrizione tecnica e le singole stime di costo.

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Ai commissari si attribuiscono, poi, anche le funzioni di coordinamento e realizzazione degli interventi previsti e si consente il ricorso all’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo, indipendentemente dall’importo dei lavori, nel rispetto di quanto previsto dalle norme europee sugli appalti pubblici.

Più nel dettaglio, il Ministero dell’Ambiente anticipa il 30% dei fondi alle regioni per gli interventi programmati, con risorse anche per la progettazione, fino a 135 milioni di euro.

E’ prevista, inoltre, la nascita di una specifica segreteria tecnica per seguire la realizzazione delle opere e viene, infine, istituita una nuova figura professionale: il “green manager”. Si tratta, nello specifico, di un dirigente o funzionario a cui sarà demandata l’attuazione delle politiche ambientali con riferimento ai piani di mobilità sostenibili, all’efficientamento energetico nelle pubbliche amministrazioni, alla riduzione degli imballaggi e alla raccolta differenziata dei rifiuti.

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Il dissesto idrogeologico in Italia

I dati diffusi dal Ministero dell’Ambiente sulla situazione connessa al dissesto idrogeologico in Italia sono allarmanti. Secondo l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), infatti, nel 2017 il 91% dei comuni italiani erano a rischio, in un trend di peggioramento rispetto al 2015 quando la percentuale, seppur altissima, si attestava sull'88%.

Sempre secondo l’Istituto, sono ben nove le regioni (Valle D'Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) in cui ad essere a rischio è la totalità dei comuni (100%), mentre in Abruzzo, Lazio, Piemonte, Campania, Sicilia e in Provincia di Trento tale percentuale si aggira tra il 90% e il 100%.

Una situazione preoccupante, se si considera anche che sono oltre 3 milioni le famiglie residenti in aree ad alta vulnerabilità e che il 16,6% del territorio nazionale  è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni.

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Photocredit: fethiopia da Pixabay