Si studia una exit strategy al World Economic Forum di Davos
Novità di quest’anno è la presenza massiccia dei social network e degli strumenti del Web 2.0 come Twitter, Facebook, MySpace, YouTube ed altri web forum.
Ad aprire l’edizione 2010 del World Economic Forum è stato Nicolas Sarkozy, presidente della Repubblica Francese, che in un discorso di circa un’ora si è espresso sul capitalismo e sulla governance mondiale seguendo la strada tracciata nei giorni scorsi da Obama. Sarkozy ha anche parlato nel ruolo delle banche: "non quello di speculare, ma di finanziare la crescita dell'economia". Sarkozy ha infine invocato la necessità di stipulare un accordo simile a quello di Bretton-Woods e di creare un nuovo modello di crescita che possa proporre ai cittadini del futuro valori di responsabilità e dignità. Il presidente francese ha citato gli aspetti deteriori e "sbagliati" del capitalismo. Considerando che da sempre Davos ama mescolare politici, economisti, artisti e intellettuali, l’intervento dell’inquilino dell’Eliseo è stato seguito dall’esibizione del pianista cinese Lang Lang. L’anno scorso a tenere banco erano stati il premier cinese Wen Jiabao e il presidente russo Vladimir Putin.
“Il sistema attuale di cooperazione mondiale non sembra funzionare a sufficienza – ha affermato Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum – dobbiamo ridefinire i processi di costruzione dell’agenda globale e ricostruire le nostre istituzioni”. Sarà il futuro di Haiti l’altro grande tema dell’evento.
Dopo aver quasi completamente disertato l’edizione dello scorso anno, stavolta i banchieri partecipano numerosi. Bank of America, Barclays, Société générale, Deutsche Bank, Morgan Stanley, JPMorgan e Goldman Sachs. E’ già arrivato il numero uno di Banca Intesa, Corrado Passera.
Secondo l’economista Nouriel Roubini, intervistato a margine del Forum, “L'Italia è oggi leggermente più in forma di altri sul fronte dei conti pubblici, ma la vera questione per l'Italia è quella di accelerare veramente le riforme strutturali per arrivare ad una maggiore crescita della produttività”. Roubini, il docente della New York University noto per aver anticipato l'arrivo della crisi economica mondiale, avverte: “Non so se queste riforme saranno realizzate, tuttavia in Italia le cose si stanno stabilizzando. Ma c'é una ripresa anemica e i problemi fondamentali non sono ancora stati affrontati”. Roubini si è detto inoltre possibilista sulla possibile nomina di Mario Draghi per la successione di Trichet alla presidenza della BCE.
(Alessandra Flora)