Impianti geotermici – Regioni, piu’ tempo per accedere agli incentivi
Le Regioni chiedono di concedere agli impianti geotermici avanzati una proroga dei termini per l’entrata in esercizio, e quindi per accedere agli incentivi. Tali impianti, infatti, devono vedersela con i tempi per completare le procedure autorizzative.
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Intervenire sull’art. 11 del decreto del 23 giugno 2016 per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, dilatando i tempi per la realizzazione degli impianti geotermici innovativi così da permettere l’accesso agli incentivi. E’ quanto chiede la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dando l’ok al decreto che prevede premi per gli impianti geotermici che hanno introdotto tecnologie avanzate. Via libera però condizionato all’accoglimento, da parte del Governo, della proposta di emendamento suggerita dalle Regioni.
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Impianti geotermici: cosa prevede il decreto del 26 giugno 2016
Incentivi specifici per ciascuna fonte, con maggiore attenzione alle tecnologie “mature” più efficienti (come l’eolico). È quanto, in estrema sintesi, prevede il DM del 26 giugno 2016 per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico.
Nel caso specifico del geotermico, il decreto ha messo sul piatto 37 milioni di euro per 50 MW, indirizzando il sostegno, oltre che sulla geotermia tradizionale, verso le tecnologie innovative a basso impatto ambientale.
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Le Regioni chiedono più tempo per accedere agli incentivi
La modifica proposta interverrebbe sulla norma riguardante gli adempimenti per l’accesso ai meccanismi di incentivazione per gli impianti iscritti al registro. Siamo all’articolo 11 del DM del 23 giugno 2016, che stabilisce che gli impianti rinnovabili inclusi nelle graduatorie debbano entrare in esercizio entro specifici termini temporali, decorrenti “dalla data della comunicazione di esito positivo della procedura”. 51 mesi nel caso degli impianti geotermoelettrici.
Il mancato rispetto dei termini comporta l’applicazione di una decurtazione della tariffa incentivante di riferimento dello 0,5% per ogni mese di ritardo rispetto a detti termini, fino a un massimo di 6 mesi di ritardo. Decorso tale limite temporale, l’impianto decade dal diritto all’accesso ai benefici e il GSE provvede ad escluderlo dalla relativa graduatoria.
La Conferenza delle Regioni chiede appunto di intervenire su questo passaggio del decreto, aggiungendo ai 51 mesi previsti per gli impianti geotermoelettrici e agli ulteriori 6 mesi di cui sopra, “i mesi decorrenti dalla data di pubblicazione della graduatoria fino alla data di efficacia del titolo autorizzativo finale". Per ulteriori mesi di ritardo, continuano le Regioni, alla tariffa incentivante dovrebbe essere "applicata una ulteriore decurtazione dello 0,1% per ciascun mese”.
Questo perché, si legge nel parere della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, “gli impianti geotermoelettrici tecnologicamente avanzati si sono iscritti al registro sulla base del riconoscimento del carattere delle risorse geotermiche. Quindi i 51 mesi più 6 che sarebbero congrui nella possibilità di aprire subito i cantieri, si riducono fortemente a causa dei tempi per completare tutte le procedure autorizzative. Si ritiene quindi necessario ed urgente intervenire con una disposizione specifica che a costo di un’ulteriore penalità permetta però di tenere conto di tali tempi”.
Photo credit: Gerard Prins