UE: PIL negativo nel 2009, ma ripresa nel 2010
In particolare, nel terzo trimestre del 2008 il PIL è sceso di 0,2% sia nella zona euro sia nell’UE. Ciò significa che la zona euro, con il PIL in contrazione per il secondo trimestre consecutivo, è entrata per la prima volta in recessione tecnica.
Inoltre, nella maggior parte degli Stati membri, anche la situazione del mercato del lavoro ha iniziato a peggiorare nel 2008. Con un certo ritardo rispetto all’evoluzione del PIL, l’occupazione dovrebbe registrare una crescita negativa quest’anno, che si tradurrà per l’UE in una perdita di 3 milioni e mezzo di posti di lavoro. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione dovrebbe salire a 8,75% nel 2009 (9,25% nella zona euro), per aumentare ancora nel 2010.
Si prospetta un peggioramento anche per le finanze pubbliche, che risentiranno dell’inversione della tendenza registrata negli ultimi anni: non più entrate eccezionali, una minore incidenza dell’elemento tributario e dell’impatto delle importanti misure discrezionali adottate e/o annunciate dagli Stati membri (che, al momento della stesura definitiva di queste previsioni, rappresentavano circa l’1% del PIL dell’UE nel 2009). Quest’anno il disavanzo nominale dell’UE dovrebbe quindi essere superiore al doppio di quello dello scorso anno, attestandosi al 4,25% (quello della zona euro passerà da 1,75% a 4%).
Anche le pressioni inflazionistiche stanno allentandosi rapidamente. La forte impennata dei prezzi dei prodotti di base, che ha spinto l’inflazione al picco dell’estate 2008, ha subito una brusca inversione, ritoccando notevolmente verso il basso le prospettive d’inflazione rispetto alle proiezioni d’autunno: al momento si prevede che l’inflazione dei prezzi al consumo scenda nell’UE dal 3,7% del 2008 (3,3 per la zona euro) a 1,2% nel 2009 (1,0% per la zona euro), per stabilirsi leggermente al di sotto del 2% nel 2010 nelle due regioni.
(Fonte: Europe Press Releases)