DEF - non solo riforma Codice Appalti per rilancio investimenti
La riforma del Codice Appalti, il rafforzamento delle capacità tecniche della PA, la standardizzazione dei contratti PPP e l'incremento dei fondi. E' la ricetta che propone il Governo nella sua Nota di aggiornamento al DEF per rilanciare gli investimenti pubblici.
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Tra gli obiettivi della politica di bilancio definiti dal Governo nella Nota di aggiornamento al DEF, approdata in Parlamento, spicca il rilancio degli investimenti pubblici, da perseguire attraverso una serie di interventi:
- incremento delle risorse finanziarie,
- rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti,
- maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della PA,
- modifiche al Codice Appalti,
- standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato.
L’esperienza degli ultimi anni, spiega il Governo approfondendo la questione, mostra che, da solo, lo stanziamento di fondi non basta per la realizzazione di opere pubbliche di rilevanza strategica secondo tempi e modalità che rispettino gli standard di efficienza. L’efficienza della spesa per la formazione di capitale pubblico, l’impatto sulla crescita e la qualità della vita, si legge sulla Nota, dipendono infatti anche dalla capacità della Pubblica Amministrazione di selezionare, avviare e completare in tempi ragionevoli progetti ad alta redditività economica e sociale.
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Le carenze nel selezionare e valutare i progetti e gli ostacoli all’efficacia della spesa pubblica dedicata agli investimenti, continua il documento del Governo, risiedono non solo in vincoli di bilancio, ma anche in una serie di fattori di natura legale, burocratica e organizzativa che si sono accumulati nel corso degli anni. Fra questi fattori:
- la perdita di competenze tecniche e progettuali delle PA, soprattutto di quelle locali, anche a causa del protrarsi del blocco del turn over,
- le carenze nella valutazione economica e finanziaria e nel monitoraggio dei progetti,
- la complessità dell’interazione tra le amministrazioni centrali e territoriali,
- la complessità del Codice Appalti.
Per ridare slancio agli appalti pubblici e superare le incertezze interpretative emerse, il Governo intende quindi riformare il Codice dei contratti pubblici (D.Lgs 50-2018), secondo il principio della semplificazione delle procedure all'insegna di una maggiore trasparenza dell’amministrazione. La semplificazione, si legge sulla nota di aggiornamento al DEF, riguarderà anche la fase di programmazione relativa alle delibere del CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica), attraverso un collegamento più stretto con il lavoro progettuale delle stazioni appaltanti.
Per quanto riguarda l'edilizia pubblica, il Governo intende puntare sul Building Information Modeling (BIM). Il BIM, in italiano traducibile letteralmente come "Modellazione delle Informazioni di un Edificio", è - lo ricordiamo - la rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali di una struttura, tramite l'utilizzo di un software. Principale obiettivo del BIM è la razionalizzazione delle attività di pianificazione, realizzazione e gestione di progetti in materia di edilizia e infrastrutture.
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L'obiettivo del Governo è quello di ottenere, tramite il BIM, "una più efficiente e innovativa pianificazione, realizzazione e gestione delle costruzioni con un risparmio potenziale" fino a 30 miliardi di euro negli appalti pubblici. Il Governo intende rendere operativa tale piattaforma digitale in tutta l’attività di progettazione e monitoraggio realizzata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) e dalle stazioni appaltanti.
Il Governo è anche alle prese con la definizione di un contratto standard PPP, che, unitamente alla matrice dei rischi e al capitolato di gestione, si legge nella nota, fornirà una guida alle amministrazioni pubbliche per la strutturazione in dettaglio delle operazioni di partenariato e la redazione dei relativi atti e documenti negoziali.