Crisi, parte la riallocazione di 8 miliardi di fondi strutturali
Il piano Eurosud si allarga su scala europea. Il Consiglio europeo informale di lunedì ha avviato la riallocazione di oltre 82 miliardi di euro di fondi strutturali europei, 8 dei quali sono destinati all'Italia. Si tratta di soldi che saranno portati dagli obiettivi ai quali erano finalizzati verso due nuovi assi prioritari: il sostegno all'occupazione e alle piccole e medie imprese.
Il quadro nel quale ci si muoverà è stato composto proprio dal presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso nel corso del suo intervento al Consiglio informale dello scorso 30 gennaio.
Complessivamente, a livello europeo, ci sono 82,3 miliardi di euro di fondi europei non allocati per il periodo 2007-2013; circa il 24% del totale messo a disposizione dei paesi membri nei sette anni di programmazione finanziaria (347 miliardi).
In termini assoluti, la Polonia ha ancora 17,5 miliardi da spendere, la Spagna ne ha ancora 10,7 e l’Italia ne ha circa 8 - il 29% del totale che l'Ue ha stanziato in suo favore (27,958 miliardi) - di cui 3,7 miliardi provenienti dal Fondo sociale europeo e 4,3 miliardi del Fondo europeo di sviluppo regionale.
Il modello è l’operazione Eurosud, messa in atto alla fine dello scorso anno dall’allora ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, e dal Commissario europeo per le Politiche regionali, Johannes Hahn. I due progettarono la riallocazione di 8 miliardi di fondi regionali in scadenza, da destinare a quattro assi di sviluppo:
- agenda digitale,
- occupazione,
- infrastrutture,
- istruzione.
Quali saranno i tempi dell’operazione? “As soon as possible”, prima possibile, fanno sapere fonti interne alla Commissione europea. La lettera con la quale ieri il presidente ha avviato un piano di lotta alla disoccupazione mirato a otto paesi membri va considerata, di fatto, il primo passo di questa strategia. Nella missiva sono stati chiamati in causa Spagna, Grecia, Slovacchia, Lituania, Portogallo, Lettonia, Irlanda e, ovviamente, Italia, a cui è stato già chiesto di individuare una persona responsabile di questa riorganizzazione, a capo del team nazionale che dovrà lavorare sia sulle misure per l’occupazione che per quelle sulle piccole e medie imprese.
I tempi dell’operazione, almeno per questi otto paesi, saranno serratissimi. Si parla di 10-11 settimane per portare a Bruxelles i primi risultati concreti sul fronte della riallocazione dei fondi. Al massimo entro la metà di aprile, allora, l’Italia dovrà avere le idee chiare su come spendere questi otto miliardi.
La data del primo marzo, quando si terrà il Consiglio europeo che formalizzerà le decisioni prese lunedì, fungerà da tappa intermedia per misurare i progressi fatti. Ma il lavoro del premier italiano Mario Monti è già partito. Si è parlato anche di questo, infatti, nell’incontro di ieri con i tre commissari responsabili dell’Economia europea: Olli Rehn, Michel Barnier e Antonio Tajani.