RepowerEU, PNRR e Coesione: le possibili modifiche al Piano

PNRR RepowerEU - Foto di Miguel Á. Padriñán da PexelsMentre proseguono gli incontri preparatori per modificare il PNRR con l’inserimento del capitolo energia REPowerEU si fa più chiaro quali investimenti potrebbero essere inseriti nel Recovery rinnovato (quelli strategici per la transizione green) e quali misure otterranno un'iniezione di risorse attingendo dai fondi strutturali non spesi del periodo 2014-2020 (gli aiuti a famiglie e imprese contro il caro energia, in scadenza il 1° aprile).

Modifiche al PNRR: come cambierà il Piano italiano e cosa prevedono le regole europee su REPowerEU

Il ciclo di incontri, avviato il 6 febbraio con la cabina di regia che ha riunito la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, Fitto e gli altri ministri competenti insieme agli amministratori delegati delle società partecipate - Claudio Descalzi per Eni, Stefano Donnarumma per Terna, Francesco Starace per Enel e Stefano Venier per Snam -, serve proprio a definire il nuovo capitolo da inserire nel PNRR relativo al RepowerEU. 

Il 7 marzo si è tenuto il secondo incontro, con i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni, attori fondamentali per la buona realizzazione del Piano. 

L’obiettivo è definire quali investimenti riprogrammare con il tesoretto della rimodulazione del PNRR tramite il capitolo REPowerEU e i fondi della Politica di Coesione.

Andiamo con ordine. 

RepowerEU, PNRR e Piano Mattei

L’aggiornamento del PNRR alla luce del capitolo energia “consentirà all’Italia di dare un forte contributo alla realizzazione del Piano Mattei al fine di consolidare il processo di diversificazione delle forniture verso una totale eliminazione del gas russo e per far diventare l’Italia hub energetico del Mediterraneo per tutta l’Europa in un proficuo rapporto di cooperazione soprattutto con i paesi africani”, ha dichiarato la premier nel corso della prima cabina di regia con gli ad di Eni, Enel, Snam e Terna. 

“Un percorso istituzionale che in tempi brevi ci consentirà di elaborare e successivamente realizzare un piano che renderà l’Italia più sostenibile da un punto di vista energetico attraverso l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, la riduzione dei consumi”.

Il cosiddetto Piano Mattei, il piano di cooperazione tra Italia e Algeria che fa perno sul gas e sui progetti già siglati da Eni con Sonatrach, azienda energetica di stato algerina, non è il solo che potrebbe ricevere impulso dal nuovo capitolo energetico del PNRR. 

Per Terna ci sono il raddoppio del cavo elettrico Italia-Montenegro, il Sacoi 3 (il rinnovo del collegamento tra Toscana, Corsica e Sardegna) e il Tyrrhenian Link, il doppio collegamento tra Sicilia, Sardegna e il resto della Penisola; Snam ha posto l’accento sulla nuova dorsale, la linea adriatica, al centro del suo piano strategico al 2026; rinnovabili e mobilità elettrica sono i dossier su cui punta Enel che proprio nelle scorse ore ha battezzato ufficialmente la Gigafactory 3Sun di Catania che entro il 2024 sarà la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa.

Gli investimenti che potrebbero rientrare nel capitolo REPowerEU del PNRR

Oltre agli investimenti energetici discussi nel corso della prima di cabina di regia, l’Esecutivo sta iniziando a vagliare quali investimenti finanziare tramite l’iniezione aggiuntiva di fondi derivante dall’inserimento del capitolo REPowerEU. 

Per l’Italia REPower porta in dote un tesoretto che supera i 5 miliardi, vale a dire:

  • 2,76 miliardi di euro da sovvenzioni supplementari REPowerEU;
  • 2,1 miliardi di euro potenzialmente disponibili per i trasferimenti a norma dell’articolo 26 RDC 2021-2027 (fondi riferiti alla possibilità per gli Stati membri di utilizzare fino al 7,5% della loro dotazione nazionale iniziale nell'ambito del Fondo europeo di sviluppo regionale, del Fondo sociale europeo Plus e del Fondo di coesione 2021-2027 per sostenere gli obiettivi di REPowerEU);
  • fino a 146,8 milioni di euro provenienti dalla riserva di adeguamento alla Brexit.

Entro il 30 aprile il PNRR emendato alla luce del capitolo energia andrà inviato a Bruxelles. I Ministeri quindi stanno vagliando gli investimenti da inserire sotto questo ombrello.  

Sappiamo per certo che deve trattarsi di investimenti in grado di aumentare la sicurezza e la sostenibilità del sistema energetico e che quindi riducano la dipendenza dai combustibili fossili diversificando gli approvvigionamenti, potenziando la diffusione delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica.  

Con il capitolo REPowerEU andranno insomma finanziati gli investimenti green e energetici che abbiano come orizzonte temporale il 2026, anno in cui si chiude il Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Quelli che invece non riescono a stare nei tempi del PNRR e rischiano di sforare la scadenza del 2026 andranno finanziati tramite i fondi europei e nazionali della coesione, ha chiarito in audizione in commissione Bilancio del Senato il 7 marzo il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto.  

Quindi, gli investimenti che finora erano previsti dal PNRR e che, per diverse ragioni, difficilmente possono essere completati entro il 2026 saranno spostati sulla programmazione dei fondi europei 2021-27 che ha scadenza più lunga (31 dicembre 2029) o saranno finanziati dalle risorse nazionali del Fondo Sviluppo e Coesione, che non ha scadenza. 

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Dagli incentivi 4.0 ai contributi per l’economia circolare: le misure che potrebbero arrivare dal REPowerEU

Provando a fare degli esempi concreti, le modifiche al PNRR potrebbero interessare gli incentivi 4.0: il Ministero delle Imprese e del Made in Italy starebbe pensando di allargare il raggio d’azione di tali incentivi in modo che possano sostenere programmi di investimento delle imprese nel campo del digitale diretti al raggiungimento di obiettivi green, come maggiore efficienza energetica, uso efficiente delle risorse, cambiamento del processo produttivo e decarbonizzazione. 

Far sì che gli incentivi 4.0 uniscano digitale e green permetterebbe di inserire tale incentivo nell’alveo delle misure finanziabili con il REPowerEU. 

Un’altra possibilità non da escludere è che i fondi PNRR finora non utilizzati possano essere dirottati su quei progetti ritenuti validi ma non finanziati per esaurimento dei fondi. E’ quel che potrebbe accadere, ad esempio, per i progetti che hanno partecipato ai bandi PNRR per l’economia circolare. 

Come ricostruito in questo articolo, nell’ambito delle interlocuzioni con il ministro Fitto, per la revisione del PNRR il Ministero dell’Ambiente potrebbe chiedere di “verificare se ci sono altre linee PNRR che non hanno avuto grandissimo successo e possono essere rimodulate e destinate al finanziamento di un parco progetti che è già stato valutato e ritenuto idoneo”, quello per l’economia circolare”, come spiegato nei giorni scorsi da Laura D'Aprile, Capo Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi del MASE.

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Al di là degli investimenti energetici strutturali e di lungo termine, il Governo dovrà dare una risposta immediata a famiglie e aziende alle prese con il caro energia.  

La scadenza che l’Esecutivo ha di fronte è più immediata: il 1° aprile, infatti, scadono i tax credit messi a disposizione delle imprese per pagare le bollette di luce e gas.

Se si dovesse optare per una proroga degli incentivi energetici, le risorse cui il Governo potrebbe attingere sarebbero quelle supplementari a valere sui fondi strutturali europei 2014-2020 grazie alla flessibilità concessa dal pacchetto SAFE contro il caro energia. Con l'iniziativa Bruxelles prevede infatti che una quota dei fondi europei non spesi della passata programmazione possa finanziare gli aiuti diretti a famiglie vulnerabili e PMI per far fronte all'aumento dei costi energetici.