Intelligenza artificiale per valorizzare l’uomo. Intervista a Paolo Attanasio, Polaris Engineering
Durante l’AI week 2022 (9-13 maggio 2022), Polaris Engineering Srl presenterà le sue soluzioni di intelligenza artificiale a supporto delle persone e delle organizzazioni. Ne abbiamo parlato con il CEO Paolo Attanasio.
Intelligenza artificiale: come finanziare le nuove tecnologie con i fondi europei?
Durante la Settimana italiana dell’intelligenza artificiale, “proporremo sul mercato delle soluzioni tecnologiche che abbiamo iniziato a lanciare durante PerformIA, il festival dell’IA che si è svolto a fine aprile”, ci ha spiegato in un’intervista Paolo Attanasio, CEO di Polaris Engineering Srl.
“PerformIA - che proseguirà a settembre con un evento fisico - fa parte di quel progetto di avvicinamento della tecnologia alla cultura, per valorizzare l’uomo”. Si tratta di un “progetto di umanizzazione della tecnologia”, dove la tecnologia non si sostituisce all’uomo ma lo valorizza, avvicinando l’intelligenza artificiale alla cultura, alle arti musicali ed espositive, fino a quelle teatrali.
Già a settembre dello scorso anno Polaris Engineering Srl ha iniziato a “sviluppare delle piccole applicazioni per inserire delle reti neurali nella generazione di musica e di immagini, fino a quella più ambiziosa e più lunga di assistenti/attori virtuali che supportino in qualche modo o diano una diversa espressione alla rappresentazione teatrale”.
Si tratta di “progetti a livello primordiale, che non fanno parte del nostro business, ma ci teniamo perché siamo in Italia, e se il 67% della cultura mondiale risiede qui dobbiamo valorizzarlo”, ha dichiarato Attanasio.
Di cosa si occupa Polaris Engineering Srl e che ruolo hanno avuto i fondi strutturali (nello specifico il POR-FESR Toscana 2014-2020) nella nascita dell’azienda?
Polaris Engineering Srl è un gruppo costituito da tre aziende, che nasce nel 2018 con la visione tecnologica e l’obiettivo di posizionare nuovi modelli tecnologici riconducibili all’IA sulle filiere industriali per risolvere problemi organizzativi.
Nel 2019 è nata la Deep Clever, che rappresenta l'istituto di ricerca del gruppo, per portare avanti veri e propri progetti di ricerca riconducibili alle nostre attività.
Nel 2020 è nata AgerIA che ha l’obiettivo di scalare il modello di Polaris nelle filiere agroindustriali (ortrofrutta, vitivinicola, cerealicola, zootecnica, ecc)
A giugno diventeremo Spa, fondendo queste tre realtà per capitalizzare le esperienze e i risultati delle tre aziende, e anche per consolidare la posizione del gruppo rispetto al mercato e attirare potenziali investitori.
Nel 2019 abbiamo richiesto un contributo per portare avanti delle attività di ricerca, sempre relative all’introduzione delle nostre soluzioni tecnologiche di algoritmi riconducibili al machine learning e al deep learning.
I fondi hanno avuto il loro peso e sono stati importanti sia per le attività di sviluppo tecnologico, permettendoci anche di portare avanti attività di consulenza ed organizzative necessarie per strutturare il nostro gruppo.
Digital twin, cybersicurezza, Industria 4.0, cloud, realtà aumentata, Internet of Things e big data sono solo alcuni degli ambiti in cui operate. Dalla vostra esperienza, di cosa hanno bisogno le imprese - anche le più piccole - che vogliono investire nelle nuove tecnologie digitali?
Le imprese che vogliono realizzare un Digital Twin, ad esempio, hanno bisogno prima di tutto di raccogliere dati, necessari alla realizzazione di un modello digitale delle infrastrutture, ma anche di tutto ciò che è sostanzialmente fisico nell’azienda (macchine, sistemi informativi, ecc).
La base di dati da un lato è propedeutica per lo sviluppo di tecnologie più raffinate, come ad esempio il cloud, dall’altro apre il capitolo della cybersicurezza, con player di mercato che oltre a fornire capacità di calcolo e di outsourcing garantiscono anche la sicurezza dei dati.
Digital twin: una risorsa per le imprese. Cos'è e come finanziarlo?
A livello nazionale ed europeo non mancano gli strumenti per finanziare lo sviluppo delle key enabling technologies (pensiamo al PNRR, ai programmi europei Horizon Europe e Digital Europe, ecc). Si tratta di strumenti validi? Potrebbero essere migliorati/integrati? Se sì, come?
Sono degli strumenti validi e sono anche nati con la giusta intenzione: andare a coprire delle progettualità che hanno l’intento di aumentare il livello tecnologico e di competenza tecnologica rispetto ad un mercato in evoluzione.
Rispetto a questo intento, anche la struttura dei fondi calzerebbe, ma bisognerebbe fare un lavoro culturale nelle aziende.
L’obiettivo di questo lavoro culturale è far comprendere:
- le potenzialità delle tecnologie
- che la finanza agevolata non è uno strumento per aumentare le proprie capacità economico-finanziarie, ma uno strumento che dà la possibilità di affrontare progettualità ambiziose rispetto a dei modelli tecnologici nuovi.
A novembre l’Italia ha adottato la strategia nazionale per l’intelligenza artificiale. Quali sono le vostre considerazioni in merito?
Ritengo siano stati toccati tutti i punti, ma mancano degli approfondimenti di dettaglio su alcune questioni, ovvero: i modelli di apprendimento e i modelli predittivi devono trovare il loro spazio non solo dove il dato è disponibile, ma anche dove c’è mancanza di dati.
Tante problematiche che l’IA potrebbe risolvere, infatti, sono in settori dove mancano i dati oppure ci sono ma sarebbe necessario raccoglierli in maniera strutturata per poi dare soluzioni adeguate.
Lo sviluppo e l’adozione delle tecnologie digitali nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni va di pari passo con l’acquisizione e l’aggiornamento delle competenze digitali della forza lavoro. Rispetto ad altri paesi UE siamo indietro fronte digital skills, cosa si potrebbe fare per recuperare questo ritardo?
Penso che l’Italia a livello di cultura e di prodotto abbia una marcia in più rispetto a tanti altri paesi, che in realtà hanno fatto della tecnologia e dell’industrializzazione la loro forza in mancanza di qualità di prodotto o di valorizzazione dell’artigianalità.
Dovremmo in qualche modo diffondere la tecnologia e le nuove competenze sempre rispettando e valorizzando i casi di successo che possiamo portare sul mercato, per poterli poi scalare in maniera netta su situazioni con punti di partenza diversi.
Per aumentare le competenze il primo lavoro da fare è comprendere che tipo di modello comunicativo dobbiamo utilizzare nelle scuole e come l’approccio accademico dovrebbe cambiare per comunicare le nuove tecnologie digitali.
Un esempio concreto arriva da Ammagamma, azienda che sviluppa soluzioni tecnologiche basate sull’IA e che porta avanti progetti molto interessanti anche nelle scuole primarie, dove - con qualche gioco - si inizia ad avvicinare i bambini al concetto di IA.