Rome Investment Forum 2018 - conciliare crescita e sostenibilita'
La finanza sostenibile può svolgere un ruolo determinante per rilanciare gli investimenti di lungo termine in Europa e sostenere le PMI.
> Rome Investment Forum 2018 - rafforzare investimenti infrastrutturali
Benché il recupero degli investimenti continui ad intensificarsi, l’Europa si trova di fronte ad un paradosso: la crisi è alle spalle, la crescita è in atto, ma gli investimenti a lungo termine non hanno raggiunto i livelli pre-crisi.
La finanza sostenibile, in un simile contesto, può svolgere un ruolo decisivo, come sottolineato nel corso della mattinata del Rome Investment Forum 2018, la conferenza internazionale organizzata dalla FeBAF, la Federazione Banche Assicurazioni e Finanze.
Finanza e sostegno alle PMI
La finanza per la crescita è stata al centro di una delle sessioni pomeridiane della conferenza, centrata in particolare sul ruolo della finanza per sostenere le imprese, in particolare quelle piccole e medie. Un tema particolarmente sentito, se si pensa che le PMI in Italia rappresentano il 99,9% dell’ecosistema.
Anche le banche, in particolare quelle locali, devono evolversi. E’ quel che è accaduto a ICCREA banca, come sottolineato dal direttore generale Leonardo Rubattu: “Per favorire crescita e occupazione anche la banca locale deve evolversi, trasformandosi da fornitori di servizi transazionali, in due cose abbastanza diverse: da un lato un abilitatore di business e acceleratore della crescita, dall'altro in un connettore delle varie componenti dell'ecosistema locale”.
“A fine gennaio sarà creato il gruppo bancario cooperativo Iccrea diffuso in maniera granulare sul territorio italiano”, annuncia Rubattu.
“Il finanziamento alle PMI è importante per il primo e più urgente problema italiano, che è quello dell'occupazione”, sottolinea l’ex ministro Corrado Passera, fondatore e CEO di Illimity Bank,”un progetto di banca totalmente nuova, disegnata intorno ai bisogni di questa categoria”.
“I problemi nel finanziamento si pongono per le imprese medio-piccole in difficoltà, e stiamo parlando di 3-400 miliardi di stock. La domanda di queste imprese è crescente, la domanda è calante. E' un settore che le banche tradizionali tendono a spingere fuori e le regole, anche europee, non aiutano”, prosegue.
“Grazie a modelli di banca prima non disponibili, oggi fattibili, è possibile servire meglio questo settore, individuando le aziende che hanno sì debolezze ma hanno anche il potenziale per crescere”.
Un percorso intrapreso anche da Elite, sottolinea il CEO Luca Peyrano: “In Italia viviamo un assetto culturale meno favorevole all'apertura dei capitali di rischio. Operazioni come andare in quotazione, o fare operazioni di capitale, si possono semplificare. Elite è nato con l'obiettivo di concentrarsi sulle competenze degli imprenditori e semplificare la vita processuale per facilitare l'apertura del capitale”.
In effetti, sono ancora poche le PMI che puntano sulla quotazione, ma sono cresciute notevolmente negli ultimi anni: dalle 5 quotate 5 anni fa si è passati a 114, sottolinea Giulia Bertozzolo, segretaria generale Consob. Crescita dovuta ai “tentativi fatti dal regolatore, dal Capital Market Union ai PIR ai mini bond. Una misura sola non basta, serve un pacchetto di misure: tra queste, la riduzione degli oneri amministrativi, necessari per creare un ecosistema che permetta di promuovere la quotazione e assista le PMI in fase successiva”.
Conciliare crescita e sostenibilità
“E' assolutamente necessario riconciliare la crescita economica e i bisogni sociali” attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla finanza sostenibile, sottolinea Arnaud de Bresson, Chief Executive Officer di Paris Europlace.
Strumenti che si articolano su tre filoni, ricorda de Bresson: la finanza ambientale, in primis, e in tal senso la Commissione europea si è già mossa definendo una tassonomia delle attività economiche sostenibili a livello UE, uno strumento particolarmente utile agli investitori, affinché dispongano di informazioni sufficienti per stabilire se un investimento si può considerare “verde”; ma finanza sostenibile significa anche responsabilità sociale d’impresa e finanza sociale, in tutte le sue forme, dal microcredito al crowdfunding.
> Finanza sostenibile - consultazione su tassonomia UE
Per riconciliare crescita e sostenibilità, conclude de Bresson, è necessario individuare tre priorità: “Rimettere gli investimenti a lungo termine al centro delle politiche pubbliche, promuovere attivi e passivi a lungo termine nella gestione degli assett e sensibilizzare gli operatori a questi obiettivi di sostenibilità”.
In che direzione si muove la finanza
Una serie di regolamentazioni - dalla norma 38/2018 introdotta dall’Istituto sulla vigilanza sulle assicurazioni, IVASS, che prevede che il governo societario di imprese e gruppi assicurativi nell'ambito delle proprie valutazioni strategiche alla direttiva europea SHRD II sull’incoraggiamento dell’impegno a lungo termine degli azionisti di società quotate - stanno dando chiare indicazioni agli investitori, sottolinea Pietro Negri, direttore del Forum italiano per la finanza sostenibile.
Ma anche gli investitori stanno dando chiari segnali ai legislatori di tutto il mondo, come dimostra l’impegno di 415 gestori patrimoniali, tra cui importanti fondi pensione e compagnie assicurative, di intensificare le azioni di contrasto al cambiamento climatico.
> Clima - l’appello della finanza ai Governi
“Si va verso una piena trasparenza degli investimenti in ottica ambientale e sociale, un’inversione di tendenza verso un abbandono degli investimenti short term, in particolare per gli investitori istituzionali, le assicurazioni e i fondi pensione”, conclude Negri.
Come finanziare le infrastrutture sociali
“Finanziare le infrastrutture sociali è decisivo per l’Europa, ma sono necessari nuovi modi di rilanciare i partenariati pubblico-privati”, sottolinea sempre nel corso della mattinata Edoardo Reviglio, Chief Economist di Cassa depositi e prestiti.
La Commissione europea ha istituito una sua strategia per la costituzione di un sistema finanziario che supporti l’agenda UE in tema di clima e sviluppo sostenibile, con la pubblicazione del suo Action Plan on Financing Sustainable Growth nel marzo 2018 e successivamente con la pubblicazione di un pacchetto di misure a maggio. Con una raccolta di 180 miliardi di euro nei prossimi dieci anni necessari all’Europa per la realizzazione di investimenti per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, i fondi pubblici non saranno sufficienti. Necessario quindi riorientare il capitale privato verso investimenti sostenibili, tra i quali le infrastrutture critiche resilienti e le infrastrutture sociali.
Il problema delle infrastrutture sociali, sottolinea Eutimio Tiliacos, segretario generale dell’a Fondazione Centesimus Annus pro Pontefice, è dato dal loro impatto persistente sul debito pubblico: “Nei primi anni gli investimenti in infrastrutture economiche registrano tassi di crescita più elevati rispetto a quelli in infrastrutture sociali, che danno i primi risultati nel lungo termine”.
Sfide e opportunità
“In italia esiste una forma di capital inequality, perchè oggettivamente esistono delle asimmetrie molto evidenti: le PMI hanno grosse difficoltà ad avvicinarsi al sistema del credito e del finanziamento”, dichiara Antonio Angioni, cofondatore e Senior partner di Poliedros Management Consulting. “Oltre che a lamentarsi, bisognerebbe fare proposte operative. Sono convinto che se da parte degli istituti finanziari e di credito ci fosse maggiore sensibilità, se si avvicinassero alle imprese non solo quando sono in difficoltà ma in fase di sviluppo, sarebbe possibile avvicinare questi mondi”
Per crescere e stare al passo coi tempi, dichiara il direttore dell’Associazione Private equity, venture capital e private debt (AIFI) Innocenzo Cipolletta, “sono necessarie tecnologie e capitali. Il mondo del credito e della finanza è esploso verso soluzioni innovative e alternative”.
Mercato cresciuto anche in Italia - nel 2017 sono stati investiti 6 miliardi di euro, e nel primo semestre di quest’anno si è già arrivati a 4 miliardi - ma non basta, sottolinea Cipolletta: “Il mercato deve crescere, servono più risorse”.
Del resto, “il capitale in equity ha aiutato le PMI a crescere, e le prospettive di crescita di questo mercato sono molto elevate, anche grazie al credito d'imposta per le società che si quotano”, sottolinea Anna Lambiase, fondatrice di IR Top Consulting.
“Per finanziare la crescita è necessario in primo luogo avere finanze in ordine e una pubblica amministrazione efficiente”, evidenzia il deputato Massimo Ungaro. Entrando nel merito del finanziamento delle startup, Ungaro propone di “andare oltre lo Startup Act per concentrarci su come canalizzare le risorse dai privati verso le startup. Dovremmo introdurre la deducibilità non solo a chi acquista startup, ma anche per chi investe. Del resto, esperienze come quelle del Regno Unito, Portogallo, Israele, derivano da sgravi fiscali e agevolazioni ad hoc”.
Anche Cipolletta, in chiusura del dibattito, avanza una serie di proposte: “Avvicinare le imprese al mondo della finanza, adottare provvedimenti di carattere fiscale, come la detassazione per le grandi imprese che acquisiscono startup per farle crescere, evitando che siano vendute all'estero, e creare fondi di private equity e private debt più grandi, attraverso un fondo dei fondi”.