Fondi Ue - Europa Creativa, primi risultati sottoprogramma MEDIA
Seconda per numero di domande presentate nell'ambito del sottoprogramma MEDIA di Europa Creativa, l’Italia ha un tasso di successo inferiore al 50% ed è quarta quanto a progetti finanziati
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La Dg Politiche interne della Commissione Ue ha condotto un’indagine sui primi risultati del sottoprogramma MEDIA di Europa Creativa, lo strumento dell’Ue per la promozione del settore culturale e creativo.
Europa Creativa, sottoprogramma MEDIA
Lanciato nel 2014, il programma Europa Creativa accorpa i precedenti programmi europei Cultura, MEDIA 2007 e MEDIA Mundus in un unico strumento di promozione del settore culturale e creativo.
Il programma, con un budget di oltre 1,4 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, è articolato in tre parti:
- sottoprogramma MEDIA per il settore audiovisivo (56% del budget);
- sottoprogramma Cultura (31% del budget);
- sezione transettoriale (13% del budget).
In linea con il programma MEDIA 2007, il sottoprogramma MEDIA continua a sostenere gli attori chiave del settore audiovisivo, concentrandosi su una serie di priorità:
- agevolare l'acquisizione e il miglioramento delle capacità e delle competenze dei professionisti del settore audiovisivo e lo sviluppo di reti, compresi l'uso delle tecnologie digitali in modo da garantire l'adeguamento all'evoluzione del mercato e la sperimentazione di nuovi approcci in relazione allo sviluppo del pubblico e di nuovi modelli di business;
- aumentare la capacità degli operatori del settore audiovisivo di sviluppare opere audiovisive europee che abbiano le potenzialità per circolare nell'Unione e nel mondo e di agevolare le coproduzioni europee e internazionali, anche con emittenti televisive;
- incoraggiare gli scambi tra imprese facilitando l'accesso degli operatori del settore audiovisivo ai mercati e agli strumenti d'impresa, in modo da dare maggiore visibilità ai loro progetti sui mercati dell'Unione e internazionali.
Rispetto alla precedente programmazione, però, MEDIA ha introdotto alcune novità per quanto riguarda le linee di intervento 'Sviluppo dell’audience' e 'Supporto alla coproduzione internazionale'.
Primi risultati
Nell’indagine la Dg Politiche interne analizza i progetti presentati tra il 1° gennaio 2014 e il 1° maggio 2016. In questo periodo l’EACEA ha ricevuto 1.806 proposte, ma solo 809 sono state selezionate per accedere ai finanziamenti del sottoprogramma MEDIA.
Il maggior numero di proposte è stato presentato da Francia (777), Italia (500), Germania (454), Regno Unito (423) e Spagna (374). La situazione cambia quando si va ad osservare il numero di progetti selezionati dall’EACEA: la Francia resta al primo posto (287), seguita da Germania (200) e Belgio (137); l'Italia è quarta a pari merito con i Paesi Bassi (131), seguita dal Regno Unito a pari merito con la Danimarca (121) e poi dalla Spagna (111).
A livello geografico la distribuzione dei progetti finanziati è cambiata rispetto al programma MEDIA 2007, dove Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna sono rimasti per lungo tempo i Paesi con il maggior quantitativo di progetti selezionati. Sebbene Francia e Germania restino in testa anche nel sottoprogramma MEDIA, Italia, Regno Unito e Spagna, sono stati affiancati da altri Paesi, come Belgio, Danimarca e Paesi Bassi.
Mettendo a confronto il numero di proposte presentate con i progetti selezionati, la Dg Politiche interne analizza anche il tasso di successo di ogni Stato membro, distinguendo tre gruppi: Paesi di successo, Paesi intermedi e Paesi con scarso successo.
Nella prima categoria rientrano i Paesi con un tasso di successo superiore al 60%: Grecia, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi e Danimarca. Nel secondo gruppo, invece, si trovano i Paesi con un tasso di successo compreso tra il 50% e il 60%: Austria, Portogallo, Croazia, Repubblica ceca, Belgio, Estonia, Slovenia, Polonia e Slovacchia. L’ultimo gruppo riunisce i Paesi con un tasso di successo inferiore al 50%: Romania, Finlandia, Germania, Bosnia, Bulgaria, Lettonia, Francia, Svezia, Montenegro, Albania, Spagna, Cipro, Regno Unito e Italia.
Nello studio si sottolinea come nella prima categoria rientrino i Paesi dove sono stati adottati strumenti di supporto al settore audiovisivo.