Italia-Cina: nuova Via della Seta, opportunita' per porti e imprese

Silk Road - Photo credit: peonyandthistle via Foter.com / CC BY-NC-ND"One Belt, One Road" offre opportunità di sviluppo per il sistema portuale italiano e l'internazionalizzazione delle imprese.

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La missione del premier Paolo Gentiloni a Pechino per il Forum "One Belt, One Road" dedicato alle opportunità della nuova Via della Seta è stata l'occasione per la firma di una serie di accordi tra istituzioni e operatori italiani e controparti cinesi per facilitare lo sviluppo di investimenti e la cooperazione bilaterale, non solo nel campo delle infrastrutture ma anche in quello dell'agroalimentare.

Infrastrutture: One Belt, One Road

L'iniziativa cinese "One Belt, One Road" (OBOR), lanciata dal primo ministro Xi Jinping nel 2013, è volta a migliorare i collegamenti e la cooperazione tra i Paesi dell'Eurasia - l'area, cioè, che comprende l'Europa e l'Asia - attraverso lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto e logistica. In particolare, il progetto prevede due rotte commerciali con l'Europa e il Medio Oriente:

  • la prima direttrice consiste in un percorso ferroviario che interessa tutti i Paesi situati lungo la Via della Seta originale, attraverso Asia centrale, Asia occidentale, Medio Oriente, Russia ed Europa. In più, la nuova rotta collegherà la Cina all'Asia meridionale e al Sud-Est asiatico,
  • la seconda direttrice, la Via della Seta Marittima del XXI secolo, è invece progettata per andare dalle coste della Cina verso l'Europa attraverso il Mar Cinese meridionale e l'Oceano Indiano, in un verso, e dalla costa della Cina attraverso il Mar Cinese meridionale e il Pacifico meridionale, nell'altro.

Oltre a promuovere il ruolo della Cina come attore di riferimento nell'ambito delle relazioni globali, il progetto punta a promuovere gli investimenti internazionali e i traffici commerciali, promettendo importanti opportunità per il sistema portuale italiano.

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Italia-Cina: promozione sistema portuale e sostegno a imprese

Proprio delle opportunità offerte dall'iniziativa cinese per il sistema portuale italiano ha parlato il premier Paolo Gentiloni nella conferenza stampa finale della sua missione a Pechino per il Forum "One Belt, One Road".

Il primo ministro cinese Xi Jinping, ha spiegato Gentiloni, ha confermato l'intenzione di inserire i porti italiani tra quelli su cui investire in qualità di terminali della Via della Seta. In particolare, si tratta del potenziamento dei poli portuali italiani di Trieste e Genova.

Durante la due giorni di Forum è stato, inoltre, siglato un memorandum di intesa tra Cassa Depositi e Prestiti (CDP) e China Development Bank per la creazione del Sino-Italian Co-Investment Fund, ovvero un fondo d'investimento con un plafond di 100 milioni di euro per investimenti nel capitale di società italiane e cinesi, soprattutto piccole e medie imprese (PMI), che intendono consolidare la propria presenza e competitività nei reciproci mercati.

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Il ruolo dell'AIIB

Una leva da sfruttare nell'ambito dell'ambiziosa iniziativa, spiega SACE (Gruppo CDP) in un focus dedicato al tema dal titolo "One Belt One Road: ultimo treno per Pechino", è quella dell’AIIB, la Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture voluta dal governo cinese per "supportare i progetti compresi nel piano OBOR" facendo a meno delle istituzioni finanziarie internazionali tradizionali come FMI (Fondo Monetario Internazionale) e Banca Mondiale.

Caratteristica fondamentale dell'AIIB, che ne aumenta le potenzialità, è - si legge nel focus - la sua disponibilità a valutare e finanziare progetti (seppur a tassi meno agevolati di quelli concessi dalle altre istituzioni multilaterali), soprattutto nel settore infrastrutturale, che vengano ad essa proposti dai Paesi aderenti

L’Italia, dunque, in qualità di 12° Paese aderente alla banca con una "quota relativamente alta e pari al 2,58%", può, secondo SACE, sfruttare questa possibilità, ma deve anche sviluppare un approccio maggiormente proattivo se vuole "accedere a un bacino di finanziamenti importanti e sfruttare la posizione di privilegio" che oggi possiede.

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Agroalimentare: accordo Mipaaf e sblocco export Made in Italy

Contestualmente alla visita di Gentiloni nella capitale cinese, è stato inoltre firmato un protocollo di intesa tra Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) e Ministero dell'Agricoltura della Repubblica Popolare Cinese volto a rafforzare la collaborazione strategica bilaterale nel settore agricolo

L'intesa si inserisce in un più ampio quadro di relazioni tra i due Paesi che, nell'ottica della costruzione di una nuova Via della Seta, ha spiegato il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, promette di "favorire anche gli scambi agroalimentari, sia in termini di prodotti sia in termini di know-how".  

Proprio in materia di commercio, il Mipaaf ha annunciato la conclusione del negoziato relativo all'apertura del mercato cinese agli agrumi italiani. Il Dicastero ha garantito che "saranno avviate le prime spedizioni già a partire dalla prossima campagna commerciale".

Photo credit: peonyandthistle via Foter.com / CC BY-NC-ND