Dl Infrastrutture: in Gazzetta arriva il testo rettificato
Lavoro di limatura per il decreto Infrastrutture. Il Ministero ha infatti deciso di ripubblicare il testo del provvedimento che, oltre a modificare il Codice della strada, ha previsto anche fondi e contributi.
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Il nuovo testo è apparso sulla Gazzetta Ufficiale (GURI) n. 280 del 24 novembre 2021 - a distanza di una una decina di giorni dalla pubblicazione della legge di conversione (L. 156-2021) del decreto Infrastrutture (dl 121-2021) - corredato delle relative note. Nulla cambia però sotto il profilo del valore e dell'efficacia che restano infatti invariati.
Vediamo dunque quali sono le principali misure previste dal provvedimento che, oltre a coprire temi come i trasporti e le infrastrutture, interviene anche su vari bonus (inclusi quelli per le auto) e si concentra molto sugli squilibri territoriali del Sud.
- I fondi per gli squilibri infrastrutturali
- Il Fondo progettazione
- Il Fondo 394 per l'internazionalizzazione
- Il dl Infrastrutture e l'ecobonus auto
- L'estensione di Resto al Sud
- Gli altri fondi del decreto Infrastrutture
- Le altre misure del dl Infrastrutture
Nuova procedura per i 4,6 miliardi per la perequazione infrastrutturale
Tra i capitoli più ricchi toccati dal decreto, vi è sicuramente quello che riguarda la perequazione infrastrutturale. Previsto dalla legge sul federalismo fiscale del 2009 ma mai davvero decollato, il tema è stato oggetto di nuovo interesse da parte dell’ultima legge di bilancio con lo stanziamento di 4,6 miliardi che adesso il dl Infrastrutture mira a mettere davvero in campo, tenendo conto però del varo nel frattempo del PNRR.
Il decreto, infatti, ridefinisce “la procedura da seguire nell’orientare le risorse finanziarie (4,6 miliardi) destinate a ridurre le disuguaglianze territoriali in termini di dotazione infrastrutturale”, avevano illustrato dal governo all'indomani dell'approvazione in CdM.
Come spiegano dal Ministero delle infrastrutture, infatti, il decreto “prevede un’attività di ricognizione e censimento da parte del MiMS delle infrastrutture statali sanitarie, assistenziali, scolastiche, stradali e autostradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali e idriche, mentre per altre infrastrutture la ricognizione verrà eseguita dagli enti territoriali e dagli altri soggetti pubblici e privati competenti. Al termine di quest’attività, d’intesa con le Regioni e gli enti locali, si individueranno le priorità e le azioni necessarie per ridurre il divario”, grazie appunto al Fondo da 4,6 miliardi di euro da utilizzare tra il 2022 e tra il 2033.
Serrati i tempi di attuazione. La norma infatti prevede che sia le ricognizioni in campo al MiMS, sia quelle in capo agli altri enti avvengano entro il 30 novembre 2021. In quest’ultimo caso però gli esiti sono comunicati alle regioni che nei successivi 5 giorni li trasmettono alla Conferenza delle regioni e all’Agenzia per la coesione territoriale a cui spetta la predisposizione del documento di ricognizione conclusivo da comunicare, entro il 31 dicembre 2021, al Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei ministri.
All'esito della ricognizione, un DPCM da adottarsi entro il 31 marzo 2022 definirà i criteri di priorità e le azioni da perseguire, risultanti dalla ricognizione e che non devono essere già oggetto di integrale finanziamento a valere su altri fondi nazionali o comunitari”. Una postilla che potrebbe essere letta come l’intenzione del governo di convogliare questi soldi verso aree in cui non sono arrivati i fondi del PNRR. Lo stesso decreto individuerà, infine, anche i Ministeri competenti e la rispettiva quota di finanziamento.
Il Fondo progettazione per i Comuni del Sud e delle aree interne
Oltre alle disposizioni sulla perequazione infrastrutturale, l’altro importante strumento varato dal decreto per il Sud è il nuovo “Fondo concorsi progettazione e idee per la coesione territoriale” destinato ai Comuni.
Grazie infatti ai suoi 161,5 milioni di euro (16,2 milioni per il 2021 e 145,3 milioni per il 2022), il Fondo consentirà a centinaia di Comuni di dotarsi di un “parco progetti” adeguato alle tante opportunità offerte in questi anni con il PNRR, con il Fondo di sviluppo e coesione (FSC) e con i fondi strutturali 2021-27.
In sostanza, il concorso di progettazione e di idee mira a realizzare due obiettivi:
- Sopperire, nell’immediato, al deficit di progettualità locale prevalentemente imputabile alla carenza di personale tecnico presso gli enti locali medio piccoli, fiaccati da un lungo periodo di blocco del turnover;
- Coinvolgere professionisti singoli e associati nell’individuazione di idee e progetti in modo da moltiplicare le energie e rendere diffuso e partecipato il processo di ripresa e resilienza, anche alla luce del principio di solidarietà orizzontale.
La misura, infatti, stanzia risorse per lanciare, entro 6 mesi dalla pubblicazione del decreto di riparto, bandi per l’acquisizione di proposte progettuali “utili a realizzare almeno uno dei seguenti obiettivi: la transizione verde dell’economia locale, la trasformazione digitale dei servizi, la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, che assicuri lo sviluppo armonico dei territori, anche dal punto di vista infrastrutturale, la coesione economica, l’occupazione, la produttività, la competitività, la ricerca, l’innovazione sociale, la cura della salute e la resilienza economica, sociale e istituzionale a livello locale, nonché il miglioramento dei i servizi per l’infanzia e di quelli tesi a fornire occasione di crescita professionale ai giovani”.
In particolare al Fondo di progettazione potranno accedere:
- Tutti i Comuni con meno di 30mila abitanti delle Regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) e di quelle in transizione (Umbria e Marche);
- I Comuni con meno di 30mila abitanti ricompresi nella mappatura aree interne del Paese;
- Le Città metropolitane e le province ricomprese nelle aree sopra indicate.
Gli importi saranno assegnati in base alla classe demografica del Comune, mediante DPCM da adottarsi entro il 30 novembre 2021 e assicurando però una premialità ai Comuni aggregati nelle Unioni di Comuni.
Per facilitare l’azione dei Comuni scenderà in campo anche l’Agenzia di coesione chiamata a gestire il Fondo e a disporre un “bando tipo” per i concorsi di progettazione.
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Rifinanziato il Fondo 394-81 per l’internazionalizzazione
Al decreto Infrastrutture è affidato anche l'avvio della fase operativa degli 1,2 miliardi previsti nel PNRR per il Fondo 394 di SIMEST, rifinanziando con 800 milioni la componente prestiti e con 400 milioni quella contributi.
Si tratta per lo più di un passaggio formale derivante da Bruxelles. Nell'approvare il PNRR, infatti, la Commissione UE aveva richiesto degli interventi di sostegno normativo alla misura.
Le risorse per l’Ecobonus auto e non solo
Novità positive anche per l’Ecobonus auto, la misura che offre contributi per l’acquisto di veicoli a ridotte emissioni. “Per garantire e ottimizzare l’utilizzo dei fondi destinati all'acquisto di veicoli meno inquinanti M1, compresi nella fascia di emissione 0-60 grammi di CO2 - si legge infatti nel comunicato ufficiale - le risorse previste per l’Extrabonus vengono riallocate sul fondo ordinario dell’incentivo Ecobonus”. La norma specifica inoltre che il termine del 31 dicembre 2021 per usufruire dei contributi, si riferisce alla data di acquisto del veicolo e non alla data di immatricolazione.
Il dl Infrastrutture interviene anche su altri due incentivi per il settore auto. Da un lato, infatti, il decreto introduce (in via sperimentale) un incentivo economico per coloro che, entro il 31 dicembre 2021, omologano un sistema di riqualificazione elettrica su alcune categorie di veicoli pari al 60% del costo di riqualificazione fino ad un massimo di euro 3.500, oltre a un contributo pari al 60% delle spese relative all'imposta di bollo per l'iscrizione al pubblico registro automobilistico (PRA), all'imposta di bollo e all'imposta provinciale di trascrizione. Per ora l’incentivo è riconosciuto ai proprietari dei veicoli delle categorie internazionali M1, M1G, M2, M2G, M3, M3G, N1 e N1G, immatricolati originariamente con motore termico, che installano su tali veicoli un sistema di riqualificazione elettrica. Per avere più dettagli bisognerà aspettare però il decreto del MIMS che conterrà le disposizioni applicative per il riconoscimento dei contributi (previsto all’articolo 8, comma 1-bis).
Dall’altro lato, invece, il decreto novella le disposizioni della legge di Bilancio 2021 che hanno previsto il riconoscimento di un contributo pari al 40% delle spese sostenute e rimaste a carico dell’acquirente, destinato alle persone fisiche con ISEE inferiore a 30mila euro, che acquistino, anche in locazione finanziaria, autoveicoli elettrici (categoria M1) nuovi di potenza inferiore a 150 kW con un prezzo di listino inferiore a 30.000 euro (al netto dell’IVA).
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Resto al Sud anche per l’Elba e altre isole minori
Finita nel dl Infrastrutture anche l’estensione della misura Resto al Sud. Due le novità previste. Da un lato, l’ampliamento dell’incentivo anche alle isole minori, una novità annunciata a giugno dalla ministra Carfagna e adesso diventata operativa. Dentro sono quindi finiti i “territori insulari dei Comuni di Campo nell'Elba, Capoliveri, Capraia, Giglio, Marciana, Marciana Marina, Ponza, Porto Azzurro, Portoferraio, Portovenere, Rio, Ventotene, localizzati nelle isole minori del Centro-Nord”, nonchè le “isole minori lagunari e lacustri”.
Dall’altro, l’inclusione del commercio tra le attività finanziabili, precedentemente escluso in linea generale, visto che l'incentivo era limitato ai soli beni prodotti nell’attività di impresa.
Gli altri fondi del decreto Infrastrutture
Essendo diventato un testo “omnibus” durante la conversione in legge, il dl 121-2021 contiene anche una serie di Fondi e contributi. Tra questi un contributo di massimo 1.000 euro ai giovani fino a 35 anni di età e ai percettori di reddito di cittadinanza o di ammortizzatori sociali, per il rimborso delle spese sostenute per il conseguimento della patente per la guida di veicoli destinati all'attività di autotrasporto di merci per conto di terzi (Articolo 1, commi 5-bis-5-quinquies).
Finito nel decreto Infrastrutture anche il buono taxi, la misura prevista l’anno scorso dal decreto Rilancio (dl 34-2020) che consiste in un buono viaggio per le persone più fragili, da spendere su taxi o servizi ncc. Con un emendamento della Camera, infatti, il buono taxi è stato adesso esteso anche a donne in gravidanza e persone con età pari o superiore ai 65 anni.
Il decreto amplia anche gli interventi per i quali è possibile utilizzare il Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane da parte di Comuni ed Unioni di Comuni (Articolo 1, comma 6-bis). Previste inoltre anche delle semplificazioni per il riconoscimento delle agevolazioni fiscali ai soggetti con ridotte o impedite capacità motorie permanenti, per l’acquisto dei veicoli (Articolo 1-bis).
Viene poi rifinanziato con 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022 il Fondo per le vittime dell’amianto (istituito dall’articolo 1, comma 278, della legge 208-2015), prevedendo che al Fondo accedano anche le Autorità portuali soccombenti in sentenze esecutive.
Il decreto stanzia infine 61 milioni di euro (5 milioni per il 2022 e di 7 milioni per ciascuno degli anni dal 2023 al 2035) per contribuire al rinnovo di mezzi su gomma per consentire l’acquisto di mezzi ad alimentazione alternativa da adibire a servizi di TPL (Articolo 4, commi da 3-bis a 3-quinquies).
Le altre misure del dl Infrastrutture
Oltre agli articoli che interessano la gestione di fondi e bonus, il decreto prevede anche diverse altre disposizioni normative e procedimentali.
Ad esempio vengono differiti dal 15 settembre al 31 dicembre 2021 i termini entro cui i Comuni beneficiari dei contributi per investimenti in materia di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile (articolo 1, comma 29 della Legge di Bilancio 2020) devono avviare l’esecuzione dei lavori. Inoltre il decreto ha previsto anche di assicurare dal 2022 agli enti locali del Sud almeno il 40% delle risorse assegnate dal Ministero dell’interno, per la progettazione definitiva ed esecutiva, per interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade.
Il decreto inoltre introduce nuove misure per agevolare gli investimenti per la sicurezza delle infrastrutture ferroviarie (accelerazione dell’attuazione del Piano nazionale di implementazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, European Rail Traffic Management System – ERTMS)” stanziando fondi a tal fine, nonché semplificando le “operazioni di manutenzione delle grandi dighe e degli invasi, alle quali il PNRR destina risorse consistenti.
Infine, per quel che riguarda l’attuazione del PNRR, il decreto definisce alcune procedure di attuazione del Piano, “prevedendo, in particolare, che le amministrazioni responsabili stabiliscano criteri di assegnazione delle risorse ulteriori rispetto a quelli ordinari previsti dalla disciplina di settore e idonei ad assicurare il rispetto delle condizionalità, degli obiettivi iniziali, intermedi e finali e dei cronoprogrammi previsti dal PNRR, nonché i relativi obblighi di monitoraggio”.
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