Le principali misure del PNIEC - piano nazionale energia e clima

Piano nazionale energia climaIl MISE pubblica il testo definitivo del Piano nazionale integrato per l'energia e il clima 2030 (PNIEC), che fissa gli obiettivi nazionali al 2030 su efficienza energetica, rinnovabili, riduzione delle emissioni e mobilità.

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Un documento di 294 pagine per definire gli obiettivi dell’Italia in materia energetica e climatica. Il piano nazionale energia e clima (PNIEC) inviato a Bruxelles è strutturato secondo 5 dimensioni: decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, mercato interno dell’energia, ricerca, innovazione e competitività.

“L’obiettivo dell’Italia - dichiara il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli - è quello di contribuire in maniera decisiva alla realizzazione di un importante cambiamento nella politica energetica e ambientale dell’Unione europea, attraverso l’individuazione di misure condivise che siano in grado di accompagnare anche la transizione in atto nel mondo produttivo verso il Green New Deal”.

L’attuazione del PNIEC sarà assicurata dai decreti legislativi di recepimento delle direttive europee in materia di efficienza energetica, di fonti rinnovabili e di mercati dell’elettricità e del gas, che saranno emanati nel corso del 2020.

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Nel dettaglio, ecco le politiche e le azioni che il Governo intende mettere in campo nei prossimi anni per centrare tali obiettivi.

Decarbonizzazione: un obiettivo trasversale a più settori

Per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas effetto serra nel periodo 2021- 2030, pari al -33% rispetto al 2005, l’Italia si avvale di diverse misure già in vigore e di nuove politiche che saranno introdotte.

I settori responsabili delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra che ricadono nell’ambito di applicazione del Regolamento (UE) 2018/842 sono: i trasporti, il residenziale, il terziario, l’industria non ricadente nel settore ETS, i rifiuti, l’ agricoltura e il settore LULUCF.

Economia circolare e rifiuti

Oltre a riepilogare le misure intraprese a livello nazionale ed europeo finora, e quelle in cantiere con il Green Deal UE, il PNIEC sottolinea come, data la natura fortemente trasversale del tema dell’economia circolare, si renda necessario elaborare un quadro strategico generale che individui gli ambiti di intervento specifici e i settori di maggiore impatto, e che, al contempo, garantisca coerenza e sinergia con la programmazione delle altre politiche.

Date le specificità del nostro Paese, particolare attenzione dovrà essere data ai settori manifatturiero, alimentare, tessile, delle costruzioni e della mobilità.

Produzione elettrica

Per quanto riguarda la produzione elettrica, verranno avviate alcune modifiche infrastrutturali connesse allo scenario di phase-out dal carbone nella finestra temporale 2020-2025:

  • Nuova capacità a gas per circa 3 GW, di cui circa il 50% sostanzialmente connesso al phase-out, e nuovi sistemi di accumulo per 3 GW nelle aree Centro-Sud, Sud e Sicilia;
  • Rinforzo della rete di trasmissione nel Polo di Brindisi per sicurezza di esercizio (già autorizzata dal MISE e dal MATTM e in corso di realizzazione);
  • Nuova dorsale adriatica per almeno 1 GW di capacità di trasporto;
  • Installazione di almeno 3000 MVAR di nuovi compensatori sincroni, in particolare nelle zone Sud e Centro-Sud, per far fronte a quelle che saranno le conseguenti esigenze sorgenti di regolazione di tensione;
  • Per il phase-out dal carbone in Sardegna, una nuova interconnessione elettrica Sardegna-Sicilia-Continente insieme a nuova capacità di generazione a gas o capacità di accumulo per 400 MW localizzata nell’isola nonché installazione di compensatori per almeno 250MVAR.

Agricoltura

Nel settore agricoltura il piano individua una serie di azioni:

  • Accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano;
  • Codice nazionale indicativo di buone pratiche agricole per il controllo delle emissioni di ammoniaca;
  • Misure nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) 2021-2027:
    ‐ il rafforzamento della condizionalità che vedrà pagamenti diretti subordinati a requisiti ambientali più rigorosi;
    ‐ l’obbligo per gli Stati membri di introdurre regimi ecologici che abbiano un impatto positivo su clima e ambiente, ma il cui utilizzo è facoltativo per le singole aziende agricole, nel primo pilastro (sostegno diretto al reddito degli agricoltori e misure di mercato);
    ‐ i pagamenti per impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione, nel secondo pilastro (sviluppo rurale).

Energia rinnovabile  

Le misure per il settore elettrico saranno finalizzate a sostenere la realizzazione di nuovi impianti e la salvaguardia e il potenziamento del parco di impianti esistenti.

Si intende promuovere l’autoconsumo singolo e collettivo

La disciplina con cui si provvede alla raccolta degli oneri generali di sistema dalle tariffe dell’energia elettrica, introdotta nel 2018, costituisce di per sé una regolamentazione generale che favorisce l’autoconsumo istantaneo: la struttura della tariffa di raccolta prevede, infatti, l’applicazione delle parti variabili (€/MWh) sull’energia prelevata dalle reti pubbliche.

Per l’autoconsumo collettivo, specialmente nei casi in cui si prediliga l’utilizzo delle reti pubbliche esistenti, è in corso un esame finalizzato a verificare la possibilità d’introdurre forme di sostegno diretto, e comunque avendo riguardo ai benefici connessi alla generazione distribuita in termini, ad esempio, di minore uso della rete. 

Ulteriori strumenti di sostegno all’autoconsumo, sia singolo che collettivo, saranno:

  • potenziamento degli obblighi di quota minima di fonti rinnovabili negli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, in linea con gli obiettivi di edifici a emissioni quasi zero;
  • progressiva e graduale estensione dell'obbligo di quota minima di fonti rinnovabili (che, come detto, attualmente è previsto solo per gli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazioni rilevanti) agli edifici esistenti, a partire da alcune categorie come i capannoni adibiti ad attività produttive e gli edifici del terziario. In alternativa alla realizzazione dell'impianto saranno valutate modalità di cessione a terzi del diritto di superficie sul tetto, con l’impianto rinnovabile preferenzialmente a servizio dell'edificio.

Si opererà inoltre per l’evoluzione del meccanismo dello scambio sul posto (che consente di utilizzare la rete come accumulo), a favore di un premio riconosciuto agli impianti, anche in esercizio, che si dotano di sistemi di accumulo che incrementino la quota di energia autoconsumata e, eventualmente, che forniscano servizi per la sicurezza del sistema elettrico sulla rete di media e bassa tensione.

Energia rinnovabile

Per quanto riguarda nello specifico i piccoli impianti, il piano prevede altre misure ad hoc:

  • Introdurre procedure semplificate per la costruzione, la messa in esercizio e la gestione degli impianti, anche estendendo la portata del modello unico, attualmente operativo per taluni impianti fotovoltaici di potenza fino a 20 kW: si tratta di un meccanismo che consente, con un’unica procedura, di affrontare gli aspetti autorizzativi, di collegamento alla rete e di accesso ai meccanismi di sostegno. Queste procedure potranno essere estese ai sistemi di accumulo di ridotte dimensioni, nonché agli impianti allacciati su POD già esistente di potenza impegnata maggiore alla potenza dell'impianto;
  • Ampliare l'utilizzo della PAS (Procedura Abilitativa Semplificata), oggi utilizzabile per singoli impianti di potenza compresa tra qualche decina e alcune centinaia di kW;
  • Promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici su strutture agricole esistenti che non rientrano nella definizione di edificio, anche mediante l’introduzione del concetto di fabbricato rurale per l’accesso alle misure di supporto;
  • Consentire l’aggregazione di piccoli impianti ai fini della partecipazione alle procedure di accesso agli incentivi sull’energia immessa in rete;
  • Stabilire tariffe incentivanti specifiche, per i casi nei quali l’autoconsumo non sia percorribile, e sempreché sussista un potenziale accessibile di qualche significato e prospettive di contenimento dei costi e degli incentivi stessi; di interesse risulta la produzione combinata di elettricità e calore da scarti e residui del settore agroindustriale, in particolare tramite impianti facenti parte del ciclo produttivo delle imprese, che consentano quindi, secondo i principi dell’economia di circolare, di valorizzare gli scarti stessi e di ottimizzare i cicli produttivi, con quote minoritarie di materie prime da secondo raccolto (nel caso degli impianti a biogas, peraltro, si possono ottenere anche vantaggi in termini di utilizzazione del digestato, di rilevo nelle aree vulnerabili ai nitrati);
  • Introdurre premi per la realizzazione di impianti fotovoltaici i cui moduli sono installati in sostituzione di coperture contenenti amianto.

Onde evitare inefficienze nello sviluppo della stessa rete, le comunità di energia rinnovabile saranno promosse prioritariamente valorizzando la rete elettrica esistente. 

La promozione economica delle comunità di energia verrà assicurata attraverso meccanismi di sostegno diretto sulla produzione, anche da più impianti (in analogia ai meccanismi generali per il sostegno alla produzione) e sull’energia consumata localmente, tenendo conto anche dei benefici che, in questo ultimo caso, si ottengono in termini di utilizzo della rete, e comunque avendo riguardo ai diritti e agli obblighi dei membri della comunità quali clienti.

Per quanto riguarda i grandi impianti (tipicamente potenza sopra 1 MW) si prevedono misure regolatorie ed economiche, e nello specifico il piano nazionale punta sui contratti per differenza da stipulare a seguito di gare competitive e sui contratti di lungo termine (PPA).

Individuate anche misure comuni per i grandi e piccoli impianti:

  • Condivisione degli obiettivi con le Regioni e individuazione delle aree adatte alla realizzazione degli impianti;
  • Strumenti ad hoc per nuovi impianti basati su tecnologie innovative;
  • Isole minori come laboratorio per elevati livelli di penetrazione delle rinnovabili e per l’elettrificazione dei consumi;
  • Potenziamento Garanzie d'Origine.

Infine, per la salvaguardia e il potenziamento degli impianti esistenti il piano punta su revamping e repowering, e sulle concessioni idroelettriche.

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Trasporti

Per centrare gli obiettivi in materia di penetrazione delle rinnovabili nel settore dei trasporti, il Governo punta su:

  • Obbligo di miscelazione dei biocarburanti, fino al 2022;
  • Riduzione delle emissioni GHG dei carburanti del 6% al 2020;
  • Incentivi per assolvimento obbligo di immissione biocarburanti attraverso il biometano e altri biocarburanti avanzati: 2018-2022;
  • Obbligo biocarburanti e altre rinnovabili in recepimento della direttiva UE rinnovabili: 2022-2030.

Trasporti

Settore termico

Per conseguire l’obiettivo nazionale vincolante in materia di energia rinnovabile, il contributo del settore termico è fondamentale. I principali strumenti utilizzati per promuovere l’utilizzo delle fonti rinnovabili termiche, spesso integrati con quelli per l’efficienza energetica, sono già operativi. Si tratta di:

  • Detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica e il recupero del patrimonio edilizio;
  • Conto Termico;
  • Certificati Bianchi;
  • Obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici.

Foreste

Per quanto riguarda il comparto forestale sono state individuate le seguenti azioni:

  • Predisposizione del Rapporto Annuale sulle Foreste Italiane (RAF);
  • Testo Unico Foreste e Filiere Forestali;
  • Libro bianco dei boschi d’Italia.

Le azioni del PNIEC per l’efficienza energetica

La prima e la seconda dimensione del piano coincidono nel punto dedicato agli strumenti che si conta di utilizzare per promuovere l’utilizzo delle fonti rinnovabili termiche. Strumenti in realtà già operativi:

  • Certificati Bianchi;
  • Detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica e il recupero edile del patrimonio edilizio esistente;
  • Conto termico;
  • Fondo nazionale per l’efficienza energetica.

Nella dimensione specifica dell'efficienza energetica, il PNIEC aggiunge inoltre il riferimento a:

  • Piano Impresa 4.0;
  • Programma di Riqualificazione Energetica della Pubblica Amministrazione Centrale (PREPAC);
  • Politiche di coesione;
  • Programmi d’informazione e formazione dei consumatori.

Per quanto riguarda la riduzione di consumi ed emissioni nel settore trasporti, l'Italia punta sul rinnovo del parco veicoli del trasporto pubblico locale e sugli interventi di shift modale nel trasporto merci.

Cosa prevede il PNIEC per la sicurezza energetica

I principali interventi previsti per garantire l’adeguatezza e il mantenimento degli standard di sicurezza del sistema elettrico, gas e prodotti petroliferi si differenziano in base ai settori.

Per quanto riguarda il settore gas il piano prevede:

  • Revisione del Piano di Azione Preventiva del sistema italiano del gas naturale in funzione del nuovo Regolamento di sicurezza n.1938/2017;
  • Aggiornamento del Piano di Emergenza del sistema italiano del gas naturale in modo coordinato con i Piani di Emergenza degli altri Paesi connessi negli stessi corridoi di approvvigionamento del reg. 1938/2017;
  • Adeguamento delle funzioni della rete di trasporto e stoccaggio gas;
  • Diversificazione delle fonti di approvvigionamento anche tramite GNL;
  • Sviluppo GNL nei trasporti marittimi e servizi portuali.

Per quanto riguarda i prodotti petroliferi le azioni previste fino al 2030 intendono:

  • Favorire, nel corso dei prossimi anni, ulteriori interventi di riconversione a bioraffinerie di raffinerie italiane marginali, in coerenza con l’aumento della domanda interna di biocarburanti avanzati;
  • Focalizzare su impianti per la produzione di materie prime per la preparazione dei biocarburanti per le bioraffinerie (le cosiddette “cariche advanced” fatte, ad esempio, con oli da alghe e oli da rifiuti), in modo da creare una filiera produttiva nazionale di supporto a una transizione verso biocarburanti avanzati;
  • Sostenere il riutilizzo dei siti industriali mediante conversione a deposito o ad altri investimenti produttivi;
  • Evitare spiazzamenti immotivati di personale, attualmente occupato nella tradizionale filiera di estrazione e lavorazione di prodotti fossili e idrocarburi;
  • Salvaguardare l’industria della residua raffinazione italiana, con lo scopo di consentire al mercato di disporre di prodotti ad alta compatibilità ambientale realizzati seguendo i più alti standard ambientali.

Nel settore elettrico, le azioni previste riguardano:

  • Aggiornamento del piano di Emergenza per la Sicurezza del Sistema Elettrico (PESSE);
  • Resilienza del sistema ad eventi meteorologici intensi;
  • Piani di difesa della rete di trasmissione e adozione di misure di continuo adeguamento tecnologico;
  • Mercato della capacità;
  • Adeguamento della disciplina riguardante le autorizzazioni degli impianti termoelettrici;
  • Cybersecurity.

Interconnessioni con l'estero

Le politiche volte a conseguire il traguardo di interconnettività prevedono innanzitutto l’individuazione di un primo set di nuove infrastrutture per l’energia elettrica da realizzare in coerenza con il piano di sviluppo di Terna, che riguardano anche l'interconnessione con l'estero.

Interconnessioni elettriche

Fra le misure per favorire un potenziamento e miglioramento della rete di trasmissione dell’energia elettrica, il Governo prevede:

  • Sviluppi della rete interna;
  • Pianificazione dello sviluppo della rete di trasmissione nazionale;
  • Sviluppo di sistemi di accumulo funzionali alla gestione in sicurezza ed efficienza della RTN;
  • Approccio prototipale per agevolare la realizzazione di progetti innovativi sulle reti energetiche;
  • Orientamenti per l’evoluzione del riconoscimento dei costi infrastrutturali sulla base del servizio reso agli utenti;
  • Sviluppi rete GNL.

Per favorire una maggiore integrazione del mercato con gli altri Stati il piano prevede inoltre il superamento del Prezzo Unico Nazionale (PUN, il prezzo di riferimento dell'energia elettrica acquistata in borsa), lo sviluppo del market coupling (il meccanismo di coordinamento tra mercati elettrici organizzati in diversi Stati nazionali finalizzato alla gestione delle congestioni sulle reti di interconnessione), e - per colmare il ritardo italiano nella regolamentazione dei prezzi all'ingrosso, anche ai fini del coupling - l'introduzione dei prezzi negativi sui mercati nazionali.

Fra le misure per aumentare la flessibilità del sistema energetico il PNIEC indica: 

  • Riorganizzazione e razionalizzazione delle configurazioni con autoconsumo;
  • Sostegno alle configurazioni con autoconsumo;
  • Sviluppo delle energy communities;
  • Diffusione tecnologia integrazione tra veicoli e rete elettrica: vehicle to grid;
  • Aggiornamento del modello di dispacciamento e ruolo dei distributori (DSO);
  • Sviluppo del continuous trading nel mercato intraday;
  • Sviluppo dei PPA;
  • Introduzione aree SECA;
  • Riduzione gap costo energia per settori industriali gasivori rispetto agli altri Paesi UE;
  • Stabilizzazione fiscale per GNL nei trasporti.

Infine, per quanto concerne le politiche di contrasto alla povertà energetica, le azioni individuate dal piano nazionale possono essere classificate in tre tipologie:

  • Politiche per ridurre la spesa energetica delle famiglie (ad esempio, bonus o tariffe sociali);
  • Politiche per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni (regolamenti, agevolazioni fiscali, certificati prestazione energetica, energy tutor, ecc.);
  • Sussidi a famiglie con redditi bassi.

Ricerca, innovazione e competitività

Le misure nell’ambito della quinta e ultima dimensione fanno leva su una serie di fondi e strumenti:

  • Fondo per la Ricerca di sistema elettrico: finanziato con un prelievo sulle tariffe elettriche (risorse disponibili per il triennio 2015-17 pari a 210 milioni di euro) in principio finalizzato a sostenere sia la ricerca di interesse generale, sia la ricerca industriale. E’ stato approvato il nuovo piano triennale 2019-2021 che fissa nuovi obiettivi della ricerca: lo stanziamento per il triennio 2019-2021 è sempre di 210 milioni;
  • Fondo per interventi e misure per lo sviluppo tecnologico e industriale: alimentato con un prelievo sulle tariffe elettriche e del gas naturale in grado di assicurare un gettito dell’ordine di 100 milioni di euro l’anno, è finalizzato a sostenere interventi e misure per lo sviluppo tecnologico e industriale in materia di fonti rinnovabili ed efficienza energetica;
  • Fondo per lo sviluppo del capitale immateriale, istituito con legge di bilancio 2018, potrà essere usato anche per il finanziamento della ricerca tecnologica da parte delle imprese, in collaborazione con gli enti di ricerca, con una dotazione crescente fino a 250 milioni nel 2018-2020.

Altre misure che contribuiranno in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi sono:

  • Fondo di garanzia;
  • Iper e super ammortamento;
  • Beni strumentali ("Nuova Sabatini");
  • Fondo Cresci al Sud;
  • Credito d’imposta;
  • Accordi per l’innovazione;
  • Fondo per la crescita sostenibile;
  • Cluster energia;
  • Proventi aste CO2;
  • Fondo per gli investimenti e dello sviluppo infrastrutturale;
  • Fondi nazionale innovazione;
  • Approccio prototipale per agevolare la realizzazione di progetti innovativi sulle reti energetiche;
  • Fondi di coesione; 
  • Agevolazioni a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell'ambito dell'economia circolare;
  • istituzione del Ministero dell’Innovazione e dell’Agenzia Nazionale per la Ricerca;
  • Fondo per il finanziamento di programmi di investimento e progetti a carattere innovativo.

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