Innovazione: incoraggiare la distruzione creatrice nell'UE

Innovazione - European commission creditNonostante l'innovazione rappresenti per l'Europa un elemento chiave della propria strategia di crescita, imprese e istituzioni comunitarie sono ancora, da un lato, legate a concetti e pratiche tradizionali, dall'altro, carenti nel valorizzare la partecipazione dei consumatori al processo inventivo. Secondo l'ultima indagine del Centre for European Reform, intitolata "Innovazione: come l'Europa può decollare", il fattore che sta maggiormente rallentando il progresso nell'UE è l'assenza della cosiddetta "distruzione creatrice".

Il termine, coniato dall'economista austriaco Joseph Alois Schumpeter, indica il processo attraverso il quale le vecchie idee e metodologie vengono messe da parte per fare spazio a progetti nuovi. Questo processo è il pre-requisito per qualsiasi innovazione, si sottolinea nel rapporto, poiché incoraggia la partecipazione di nuovi attori e la diffusione di nuove idee.

In Europa, ha evidenziato Philip Whyte, uno degli autori dell'indagine, i politici sono a favore dell'innovazione, non delle sue naturali conseguenze: la dislocazione economica e i cambiamenti sociali.
Quest'attitudine ha limitato fortemente le potenzialità innovative dell'UE, tanto che tra le 500 maggiori aziende fondate dopo il 1975 solo il 2% è europeo, rispetto al 14% degli Stati Uniti.

Sebbene l'Europa rappresenti il terzo mercato più vasto dopo Cina e India, le aziende, soprattutto le piccole imprese, stentano a ripopolarlo, scoraggiate dalla presenza di ben 27 giurisdizioni diverse. Ogni Stato membro, infatti, ha regole proprie in merito al pagamento delle tasse, alle procedure di registrazione, al copyright ecc. Se per le grandi multinazionali avere a che fare con regimi fiscali differenti rappresenta un ostacolo di poco conto, per le pmi costituisce una sfida insormontabile.

Cosa dovrebbero fare allora i governi nazionali per promuovere l'innovazione nell'UE?

Secondo gli accademici del Centre for European Reform, occorre innanzitutto chiarire il significato del termine "innovazione", spesso associato alle attività di ricerca e sviluppo.

L'innovazione è un processo multidimensionale attraverso il quale si cercano nuove vie per soddisfare i bisogni dei consumatori; un processo sempre più "democratico" che coinvolge imprenditori, scienziati, produttori e utenti finali, promuovendo la crescita della produttività e la diffusione di nuove tecnologie.

In un'epoca di austerità fiscale come quella che sta vivendo l'UE, ha sottolineato il commissario europeo per la ricerca, Máire Geoghegan-Quinn, è ancor "più necessario e più difficile" promuovere l'innovazione, a causa dei tagli fatti nel campo dell'istruzione, delle infrastrutture e delle attività di R&S per ridurre la spesa pubblica.

Al fine di superare questa fase, ha proseguito il commissario, occorre definire un "approccio strategico e integrato per l'innovazione" basato sulla cooperazione tra Stati membri, UE e settore privato per:

  • completare la realizzazione dell'European Research Area entro il 2014,
  • adottare il brevetto unico europeo,
  • sviluppare un regime comunitario per i fondi di venture capital.

Questo approccio, come si evince dal rapporto, dovrà essere accompagnato da politiche che incentivino la formazione dei giovani, le attività di R&S, la mobilità dei ricercatori e la cooperazione con partner internazionali, affinché l'UE sia in grado di affrontare le sfide che l'attendono.

Innovazione: come l'Europa può decollare