Horizon Europe: 23 giorni in più per ottenere i contributi, rispetto a Horizon 2020

Foto di Mikael Blomkvist da PexelsUno studio della Commissione UE traccia un bilancio provvisorio sul funzionamento di Horizon Europe. Tra i dati emersi figura ad esempio che, rispetto al suo predecessore, ci vogliono in media 23 giorni in più per la firma delle sovvenzioni. Tra gli altri dati interessanti ci sono: i tassi di successo (migliorati), il peso delle consulenze e più in generale la facilità o meno di partecipare ai bandi Horizon Europe.

Cosa prevedono i work program 2023-2024 di Horizon Europe

Commissionato ad una società esterna, lo studio va ovviamente contestualizzato. I dati analizzati, infatti, riguardano solo i primi tre cluster (oltre alla Mission Cancer e a sette partnership) e copre solo i primi due anni di vita del Programma. Un aspetto, quest’ultimo, che va analizzato tenendo in considerazione che, da un lato, anche Horizon 2020 nei suoi primi anni di vita è stato più lento rispetto alle performance raggiunte verso la fine; dall’altro tenendo a mente che quelli esaminati sono stati anche gli anni clou della pandemia.

Fatta questa doverosa premessa, i dati presenti al suo interno costituiscono comunque una prima valutazione utile sul funzionamento di Horizon Europe, anche in vista di migliorarne alcuni aspetti.

Horizon Europe: 273 giorni tra la chiusura dei bandi e la firma delle sovvenzioni

Uno dei dati che emerge dallo studio “Evaluation support study on Horizon Europe’s contribution to a resilient Europe”, è quello relativo all'efficienza dei processi di valutazione e preparazione delle sovvenzioni - misurata in base ad una serie di indicatori - che risulta essere in ritardo rispetto agli anni di riferimento di Horizon 2020.

Ad esempio, l'indicatore che analizza il tempo che intercorre tra la chiusura del bando e la firma della sovvenzione (time-to-grant, TTG, in inglese), nei primi due anni di Horizon Europeo dell'HE (2021 e 2022 combinati) è stato di 273 giorni in media, ovvero 23 giorni in più rispetto a quanto avvenuto nei primi due anni di H2020

Horizon Europe: si vince di più, ma il budget è anche più grande

Un dato positivo che emerge dallo studio è, invece, quello relativo ai tassi di successo registrati in Horizon Europe rispetto al suo predecessore.

Per il 2021 e il 2022, infatti, tali tassi sono stati quasi il doppio di quelli degli anni comparabili in Horizon 2020. Ad esempio il tasso di successo per i primi 2 anni del Cluster 1 è stato del 15%. Analogamente, nel Cluster 2 il success rate è stato del 12,9% rispetto al precedente 5,1%, e del 15% nel Cluster 3 rispetto al 9,7% registrato nel programma passato.

Secondo lo studio, però, tale miglioramento potrebbe essere principalmente dovuto all'aumento del budget a disposizione dell’attuale programma europeo per la ricerca, rispetto a Horizon 2020.

Horizon Europe: il ricorso alle consulenze

Un altro indicatore, per quanto indiretto, utile per valutare la semplicità o meno di accedere alle risorse di Horizon Europe è quello relativo al peso giocato dalla consulenze per la preparazione delle proposte progettuali.

Il 17% dei richiedenti ha fatto ricorso a consulenze. Un dato che porta lo studio a stimare che i soggetti interessati al Programma abbiano speso tra i 39 e i 55 milioni di euro in commissioni di consulenza nei primi 2 anni di Horizon Europe.

“I dati Corda combinati con le risposte al sondaggio - si legge nello studio - suggeriscono che le proposte che hanno superato la soglia di qualità hanno avuto una quota leggermente maggiore di consulenze coinvolte rispetto alle proposte al di sotto della soglia di qualità, con un margine di 2 punti percentuali.

Non sono stati esaminati i nessi causali. Una stragrande maggioranza delle proposte (74-80%) nell'ambito delle parti del programma Horizon Europe è stata scritta senza il coinvolgimento di consulenze esterne”.

Il Cluster ad aver fatto più ricorso alle consulenze (il 28%) è stato il primo, quello dedicato alla salute.  Di contro il Cluster 3 si è distinto per la quota relativamente alta di intervistati (circa il 46%) che non ha utilizzato alcuna fonte di supporto per le domande rilevata dal sondaggio. 

Infine su questo aspetto vale la pena sottolineare che i dati combinati di Horizon 2020 e Horizon Europe suggeriscono che le proposte di RIA e IA presentano, in media, un tasso costantemente più elevato di coinvolgimento delle società di consulenza nel processo di candidatura rispetto a quelle per le azioni finanziate da CSA.

Horizon Europe: quanto è facile partecipare?

Rispetto a Horizon 2020, il nuovo programma quadro europeo per la ricerca ha previsto una serie di semplificazioni volte a facilitare l'accesso ai bandi mediante la riduzione degli oneri amministrativi.

Tra questi, la semplificazione maggiore è rappresentata probabilmente dall'introduzione dei costi forfettari (Lump sum, in inglese) che, afferma lo studio, “è stata generalmente accolta in modo positivo, suggerendo il suo potenziale per procedure più semplici (come lo sviluppo di un piano di lavoro del progetto o la rendicontazione)”. Tuttavia - aggiungono sempre gli autori del report - si tratta di uno schema ancora “molto nuovo”. Pertanto è ancora “troppo presto per trarre conclusioni definitive. Inoltre, è importante notare che pochissimi candidati hanno ricevuto un finanziamento forfettario e ancora meno (circa 80 in totale) hanno risposto alle domande del sondaggio”.

Complessivamente, secondo l’82% dei candidati a Horizon Europe, i costi di partecipazione ai progetti sono considerati proporzionati almeno in misura moderata. “Un coordinatore di progetto medio impiega circa 36-45 giorni-persona per preparare la proposta; inoltre, lo sforzo medio speso dai partner del consorzio che contribuiscono a una proposta è compreso tra 16 e 25 giorni-persona. Se la proposta ha successo, il consorzio ha anche l'obbligo di svolgere attività amministrative relative alla rendicontazione del progetto, alla gestione finanziaria e questioni simili. Tali attività occupano circa il 6,0-10,0% del budget del progetto (riportato come valore mediano delle risposte al sondaggio) ma variano a seconda del programma quadro”. 

Il dato rilevante è che, “secondo gli intervistati, non c'è stato alcun cambiamento significativo nel carico di lavoro della preparazione della proposta o nell'onere amministrativo durante la fase di implementazione del progetto tra H2020 e HE”.

Horizon Europe: finanziamenti e TRL

Infine, l'ultimo aspetto che si segnala (ma lo studio ne contiene anche molti altri) è quello relativo ai ai livelli di maturità tecnologica (Technology readiness levels, TRL, in inglese) coperti dai tre cluster analizzati. 

Lo studio evidenzia che il Cluster 1 mantiene un equilibrio strategico nella distribuzione dei progetti, passando dalle fasi iniziali dei livelli di prontezza tecnologica (TRL 2-3) a quelle più avanzate (TRL 6-8). Questo approccio sottolinea la dedizione del Cluster 1 allo sviluppo tecnologico, allineandosi agli obiettivi generali di Horizon Europe assicurando una copertura equilibrata tra TRL inferiori e superiori.

Per quanto riguarda il Cluster 2, i dati sui TRL non sono attualmente disponibili e sono in gran parte irrilevanti per il tipo di ricerca SSH condotta nell'ambito del Cluster 2.

Infine i TRL del Cluster 3 variano da 4 a 8, il che suggerisce un equilibrio mantenuto di TRL. Tuttavia, va notato che questi risultati si basano su analisi preliminari e le conclusioni potrebbero cambiare man mano che saranno disponibili più dati.

Per maggiori informazioni, si rimanda allo studio "Evaluation support study on Horizon Europe’s contribution to a resilient Europe"

Foto di Mikael Blomkvist da Pexels