ESPON – Politica Coesione post 2020 dovrebbe connettere i luoghi

Photo Credit: ESPON"La futura Politica di coesione dovrebbe mettere i luoghi in connessione, avvicinarli tra loro, garantire che nessuno venga lasciato indietro". Così Ilona Raugze, direttore di ESPON EGTC, riassume le raccomandazioni del network sul futuro della Politica di Coesione nel bilancio UE 2021-2027.

La proposta della Commissione per la Politica di Coesione post 2020

In occasione di una conferenza di alto livello organizzata dal Comitato europeo delle regioni, insieme alla presidenza di turno rumena e alla città di Cluj Napoca, in Romania, Raugze ha presentato i risultati di una ricerca condotta da ESPON in base alla quale in Europa le disparità territoriali dovrebbero aumentare entro il 2035, nonostante l'effetto positivo della Politica di Coesione.

Proposte per il futuro della Politica di Coesione

La contrazione della popolazione è diventata la normale traiettoria per molte regioni rurali europee, dal momento che abitanti e occupazione si concentrano sempre più nei centri urbani. Allo stesso tempo, oltre il 45% delle regioni dell'Unione è alle prese con fenomeni di emarginazione, a causa dello scarso potenziale economico, del declino demografico e della mancanza di accesso a centri o servizi, ha proseguito il direttore di ESPON, la rete di osservatori territoriali europei, cofinanziata dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che fornisce analisi e consulenze scientifiche sulle politiche territoriali e settoriali dell'UE e sui programmi di finanziamento europei.

Le regioni frontaliere, non solo nazionali ma anche regionali, così come le regioni non urbane e montane sono più esposte alla minaccia di diventare periferie interne, osserva la ricerca ESPON, secondo cui è solo man mano che i luoghi diventano più interconnessi e interdipendenti che si riesce a svincolare lo sviluppo dai confini amministrativi.

"Le aree funzionali di diverso tipo - urbane, transfrontaliere, costiere, montuose, transnazionali, delta fluviali, ecc - dovrebbero diventare la nuova scala geografica per la pianificazione, la governance e gli investimenti", ha affermato Raugze. L'approccio funzionale, ha proseguito, consente di aumentare l'efficienza degli investimenti finanziati dall'UE, evitando frammentazione e duplicazione e conseguendo quindi risultati migliori con risorse limitate.

Inoltre, la cooperazione territoriale all'interno delle aree funzionali consente di superare gli effetti negativi della perifericità interna, in quanto contribuisce a ricollegare i luoghi remoti alle loro regioni più ampie di appartenenza.

Raugze ha anche ricordato che la qualità della governance resta una condizione preliminare forte per garantire una Politica di Coesione post 2020 più efficiente, ma va abbinata a nuove soluzioni multilivello che vadano oltre i confini amministrativi, nella scala delle aree geografiche funzionali.

Bilancio UE post 2020 – quanti sono i fondi europei per l'Italia

A partire da queste considerazioni ESPON ha presentato 6 proposte per il successo della programmazione dei fondi europei post 2020:

  • sviluppare una strategia di sviluppo sostenibile a lungo termine per promuovere la crescita dei diversi luoghi,
  • seguire un approccio visionario, che non si basi solo sull'analisi e sui dati del passato, ma combini le tendenze storiche con i potenziali sviluppi,
  • affrontare le principali sfide correlate al cambiamento tecnologico (società digitale, decarbonizzazione ed economia circolare), al cambiamento sociale (migrazione e invecchiamento della popolazione), all'ambiente (mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, scarsità di risorse) e alla trasformazione economica (ecosistemi dell'innovazione),
  • costruire collegamenti tra i luoghi e promuovere la connettività tra di loro attraverso un approccio funzionale e una maggiore cooperazione territoriale, soprattutto a sostegno delle aree periferiche e in ritardo di sviluppo,
  • garantire che le politiche di sviluppo siano progettate attraverso un ampio partenariato con gli stakeholder, sia pubblici che privati, attraverso una governance multilivello,
  • investire nello sviluppo delle capacità delle parti interessate locali per migliorare il loro impegno nella pianificazione e nell'implementazione strategica dei fondi UE.

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