Garanzia Giovani delude, ma la UE valuta nuovi finanziamenti
La Garanzia Giovani potrebbe essere rifinanziata con 2 miliardi di fondi europei, ma secondo la Corte dei Conti UE i risultati del Programma sono insufficienti
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La Commissione europea ha proposto di prorogare il finanziamento del Programma Garanzia Giovani e di incrementarne il budget con un miliardo di euro a valere sull'Iniziativa Occupazione Giovani e un miliardo del Fondo sociale europeo (FSE), con l'obiettivo di supportare circa un milione di giovani disoccupati entro il 2020.
La proposta prevede però anche nuovi sforzi per migliorare il funzionamento del Programma, soprattutto la qualità delle offerte e dei servizi forniti ai giovani che vi partecipano. Raccomandazioni che ora vengono rilanciate da un rapporto della Corte dei Conti europea, secondo cui i risultati raggiunti finora dagli Stati membri sono insufficienti.
I risultati di Garanzia Giovani
Il Programma Garanzia Giovani è stato istituito nel 2013 (ma in Italia l'avvio ufficiale c'è stato solo nel maggio 2014), con l'obiettivo di garantire un'offerta formativa o lavorativa a tutti i giovani tra i 15 e i 24 anni (29 anni in Italia) classificabili come NEET - Not (engaged) in Education, Employment or Training - entro quattro mesi dalla fuoriuscita dal mondo del lavoro o della formazione.
Per finanziare il Programma è stata istituita l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile, con una dotazione di 6,4 miliardi di euro, di cui 3,2 miliardi provenienti da una nuova linea del bilancio Ue specifica per questa finalità e 3,2 miliardi di dotazioni finanziarie nazionali a valere sul Fondo sociale europeo. Risorse che non sono state utilizzate in modo efficace dagli Stati membri, rileva un rapporto appena pubblicato dalla Corte dei Conti europea, che dopo aver verificato l'attuazione del Programma in Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Portogallo e Slovacchia, ha concluso che i progressi nel contrasto alla disoccupazione giovanile sono stati molto limitati.
In linea generale, secondo la Corte, nessuno degli Stati membri visitati ha svolto un’analisi completa della popolazione NEET, né ha previsto obiettivi quantificati e un calendario preciso per raggiungerla. Inoltre, i Paesi visitati dagli auditor della Corte non hanno potuto dimostrare un incremento netto della spesa pubblica destinata ai NEET, con il rischio che le risorse europee abbiano di fatto sostituito quelle nazionali, anziché fornire un sostegno supplementare.
Non stupisce, quindi, che nessuno dei sette Paesi sia riuscito a garantire ai giovani NEET un’offerta di lavoro o formazione entro quattro mesi, come da obiettivi Ue e che, a fronte di un calo dei disoccupati all'interno della popolazione NEET, tra il primo trimestre del 2013 e la fine di marzo del 2016 il dato relativo agli inattivi sia rimasto praticamente invariato (+ 13mila unità).
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La Garanzia Giovani in Italia
Quanto all'Italia, la relazione individua diversi passi falsi. La decisione di non trasferire automaticamente al sistema della Garanzia Giovani i soggetti classificabili come NEET che erano già registrati come disoccupati presso i centri per l'impiego ha comportato un ulteriore onere per i giovani e un tasso di registrazione molto basso.
Tra l'altro, una parte della popolazione NEET, nella fascia di età 15-19 anni selezionata dall'Italia, non è stata contemplata fin dall’inizio perché i giovani che non avevano presentato la Dichiarazione di immediata disponibilità (DID) prima di registrarsi nel sistema non erano considerati nel calcolo del target.
In più, in Italia il periodo di quattro mesi entro cui presentare un’offerta ai NEET è stato calcolato dalla data di valutazione e definizione del profilo del giovane, e non dal momento della sua registrazione al Programma, quindi i tempi di attesa sono stati più lunghi di quanto i dati potrebbero far apparire. Anche l'utilizzo delle risorse disponibili è stato limitato - basti pensare a fine 2015 in Italia i fondi impegnati erano pari al 24%, contro l’85% della Francia -, mentre nella riscossione dei pagamenti da parte dei tirocinanti sono stati riscontrati ritardi di almeno due mesi.
Tra le note positive segnalate dalla Corte vi è il fatto che in Italia l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile sia diventata l'occasione per un’importante riforma del sistema del politiche per il lavoro che ha condotto alla creazione di nuovi servizi per l’occupazione giovanile. In più, rileva la relazione, l'Italia ha introdotto un sistema elettronico completo di monitoraggio per il sistema della Garanzia Giovani, che le ha permesso, a differenza di altri Paesi, di fornire rapporti settimanali sul numero di NEET registrati e sulle offerte proposte.
Photo credit: DG EMPL