Energia – diminuiscono consumi Ue, ma sale import fossili
Consumi energetici sotto i livelli degli anni ‘90, ma la dipendenza da combustibili fossili aumenta. Lo dicono gli ultimi dati Eurostat.
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Le ultime rilevazioni Eurostat, pubblicate nel rapporto ‘Energy Consumption in 2015’, danno una buona notizia e una cattiva. Se da un lato, infatti, il consumo di energia nell’Ue è sceso al di sotto dei livelli registrati nel 1990, dall’altro la dipendenza del Vecchio Continente dalle importazioni di combustibili fossili è andata aumentando.
Nello specifico, nel 2015 sono stati consumati 1.626 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep), un valore più basso del 2,5% rispetto al 1990 e inferiore dell’11,6% rispetto al picco di quasi 1 840 Mtep nel 2006.
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E' la Germania il Paese che nel 2015 ha consumato di più (con 314 tonnellate equivalenti di petrolio, Mtoe, pari al 19% dell’energia totale consumata in Ue), seguita da Francia (253 Mtoe, pari al 16%) e Regno Unito (191 Mtoe, il 12%). L’Italia si piazza subito dopo il “podio”, con 156 Mtoe consumati, equivalenti al 10% del consumo europeo, seguita da Spagna (121 Mtoe, 7%) e Polonia (95 Mtoe, 6%).
Rispetto al 1990, le maggiori diminuzioni di consumi energetici nel 2015 sono state registrate in Lituania (-57%), Lettonia (-45%), Romania (-44%), Estonia (-37%) e Bulgaria (-33%). Al contrario, i maggiori incrementi sono stati registrati a Cipro (+ 41%), Irlanda (+ 38%), Spagna (+ 35%) e Austria (+ 33%).
I combustibili fossili continuano a rappresentare di gran lunga la principale fonte di energia, anche se il loro peso è costantemente diminuito nel corso degli ultimi decenni: dall'83% nel 1990 al 73% nel 2015.
In tutti gli Stati membri, infatti, la quota di combustibili fossili nel consumo di energia è diminuita nel periodo 1990-2015. In particolare in Danimarca (dov’è passata dal 91% del 1990 al 69% nel 2015), in Lettonia (dal 83% al 61%) e in Romania (dal 96% al 74%). L’Italia è passata dal 94% all’81%.
Aumenta, invece, la dipendenza dell'Ue dalle importazioni, con il 73% dei combustibili fossili importato nel 2015, rispetto al 53% del 1990.
Il Regno Unito è passato da un tasso di dipendenza del 2% nel 1990 al 43% nel 2015, i Paesi Bassi dal 22% al 56%, la Polonia dall'1% al 32% e la Repubblica Ceca dal 17% al 46%. Cifre considerevoli anche per l’Italia, in cui l’import di fossili è aumentato dall’88% al 91%. Gli Stati che meno dipendono da tali importazioni sono Danimarca (4%), Estonia (17%), Romania (25%) e Polonia (32%).
Photo credit: theglobalpanorama via Foter.com / CC BY-SA