Il futuro dei BRICS e il ruolo italiano

BRICS - Eurispes: Photocredit: Mark Leslie da PixabayGli esiti del XI vertice BRICS di Brasilia, la principali minacce internazionali e il ruolo dell'Italia. Si è parlato di questo, e non solo, al 9° Incontro degli Esperti del Laboratorio sui BRICS di Eurispes. Grazie al resoconto rilasciato alla fine della scorsa settimana è ora possibile sapere cosa è emerso durante il meeting svoltosi alla Farnesina a fine anno. 

BRICS - priorita' e prospettive di sviluppo per il 2018

Nel 2019 è spettato al Brasile ospitare il summit dei cinque paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). L’XI vertice si è infatti svolto a Brasilia il 13-14 novembre 2019 con esiti, però, che a molti analisti sono sembrati piuttosto deludenti, non essendosi distaccati di molto da quelli della Dichiarazione 2018.

Partendo da quanto emerso a Brasilia, a fine dicembre la Farnesina ha ospitato il  9° Incontro degli Esperti del Laboratorio sui BRICS di Eurispes a cui hanno preso parte anche i rappresentanti delle ambasciate del Sudafrica e della Russia.

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Le principali minacce internazionali

Nella Dichiarazione finale di Brasilia un forte accento è stato posto sull’indebolimento della crescita economica globale e sull’aumento dei rischi di recessione. 

Nell'approfondire gli aspetti economico-finanziari che interessano l’area BRICS, il rischio di una nuova crisi globale è stato particolarmente dibattuto. A preoccupare i BRICS, infatti, sono diversi punti tra cui:

  • La bolla del debito mondiale, aumentato di quasi 80mila miliardi in dieci anni e di cui il 60% è rappresentato da Usa e Cina. 
  • Il Corporate debt. Nel report si legge che “la bolla dei corporate bond è diventata la minaccia più seria al sistema economico e finanziario mondiale, forse peggiore di quella dei famigerati mutui subprime in quanto ha raggiunto la vetta dei 72.600 miliardi di dollari, pari al 91,4% del Pil mondiale. Si tratta di titoli obbligazionari emessi dalle società per cercare finanziamenti”.
  • Lo Shadow banking, conseguenza di profondi cambiamenti nel sistema finanziario che ha assistito ad una progressiva affermazione di altri soggetti - capaci di gestire immense quantità di denaro da investire - che nel corso del tempo si sono affiancati alle banche, supeandole. “Alla fine del 2017 - si legge infatti nel report - gli attivi finanziari globali totali ammontavano a 382.300 miliardi di dollari, suddivisi tra organismi finanziari non bancari (185mila miliardi), banche (151mila miliardi), banche centrali (30 mila miliardi)  e il resto da istituti finanziari pubblici”. 
  • I derivati otc (over the counter), inclusi quelli non regolamentati-otc che presentano pericoli assai maggiori di quelli regolamentati. 
  • Le turbolenze del sistema monetario che spinge sempre più paesi a chiedere il superamento dell’attuale sistema che vede il dollaro come moneta di riferimento e che, invece, sarebbe meglio sostituire con un paniere di monete.

Quale ruolo per l’Italia?

“L’Italia può svolgere un ruolo importante nel costruire rapporti di collaborazione in particolare nel Sud Europa, un’area di grande interesse per gli stati BRICS - si legge nel resoconto Eurispes - come è dimostrato da numerose e importanti iniziative in corso”.

Si tratta del resto di un’area - quella mediterranea - a cui guardano con grande interesse anche altri organismi internazionali di varia natura, come ad esempio l’Indian Ocean Rim Association (IORA), dove l'Italia è Dialogue partner, e l’Unione Africana (UA), della quale il Sudafrica assumerà la presidenza quest’anno.

Alla luce di ciò, il nostro Paese ha proposto la realizzazione di una serie di attività e iniziative volte a rafforzare i legami con i paesi BRICS. Tra queste: 

  • l'estensione dell’area della cooperazione con quei paesi, eventualmente anche tramite l’organizzazione di un “Forum Permanente Italia-BRICS sulla Cooperazione e lo Sviluppo che potrebbe prevedere iniziative specifiche nell’area del Mediterraneo e/o nel continente africano”.
  • la proposta degli “Smart Corridors”, una iniziativa di confronto e verifica su una programmazione integrata tra le reti infrastrutturali (corridoi) e la valorizzazione dei territori attraversati, insediamenti urbani e risorse ambientali.

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