Commercio: Italia, numero uno per scambi nel Mediterraneo
L’Italia è il primo partner commerciale dell’Area Med. Lo rivela il Rapporto 2012 sulle relazioni economiche tra l'Italia e l'Area Med stilato da Studi e ricerche per il Mezzogiorno (Srm). Secondo le stime nel 2014 il valore degli scambi commerciali italiani crescerà fino a 74 miliardi di euro, il 28% rispetto al 2011. Nonostante il rallentamento del al 2010 (-10%), nel 2011 il valore degli scambi tra Italia e i paesi dell'Area Med ha raggiunto i 57,7 miliardi di euro, superando altri paesi europei come la Germania (56,6 miliardi di euro) e la Francia (46,8 miliardi di euro).
Il trend non è diminuito nei primi sei mesi del 2012, che hanno visto crescere il valore degli scambi fino all’8,1% e le previsioni di crescita del Pil dei paesi dell'Area Med (+8,6% medio nel 2012), segnando il superamento della fase di recesso dovuta alla Primavera araba.
Nella prima parte del Rapporto, viene presa in analisi la Turchia, primo partner commerciale dell'Italia nell'Area Med. Secondo i dati raccolti, sono 900 le imprese italiane attive in Turchia, con un fatturato complessivo di oltre 16 miliardi di euro e un impatto occupazionale di circa 125mila addetti.
Le relazioni economiche tra Europa e Mediterraneo devono il proprio successo non solo agli scambi commerciali e all'integrazione produttiva, ma anche dai flussi finanziari che transitano attraverso le due sponde.
L’Europa, infatti, rappresenta per i fondi sovrani dei paesi dell’Area Med una delle aree privilegiate per l'investimento di ingenti risorse, Inoltre, l'interesse di organismi come la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) e il Fondo Euro-Mediterraneo di investimento e partenariato (Femip) verso l'area arabo-mediterranea cresce in misura proporzionale alle richieste di maggiore giustizia sociale che vengono dalle popolazioni dei paesi dell'area.
Nel rapporto, si stima che gli investimenti dei fondi sovrani nell'area Mena (Middle East and North Africa) diretti verso l'Europa potrebbero raggiungere, entro cinque anni, i 20 miliardi di euro annui, con una quota destinata all'Italia compresa tra 1 e 1,5 miliardi di euro.
Flussi che, è sottolineato nel Rapporto, potrebbero raggiungere l'Italia "a patto di creare condizioni interne favorevoli allo sviluppo degli investimenti, contrastando i fattori che limitano le potenzialità rappresentate dalla naturale piattaforma logistica al traffico di merci: i vincoli burocratici e le inefficienze storiche del nostro paese".
Nel rapporto viene analizzata anche la situazione del traffico marittimo e dello sviluppo delle energie rinnovabili, due aspetti importanti delle relazioni economiche tra Italia e paesi dell’Area Med. Oltre il 70% dei flussi commerciali (circa 40 miliardi di euro), infatti, avviene via mare; il Mediterraneo intercetta il 19% del traffico marittimo mondiale, divenendo un passaggio obbligato per le grandi compagnie di shipping che continuano a perseguire la politica del 'gigantismo navale' alla ricerca di economie di scala e che quindi privilegiano il canale di Suez nelle rotte Est-Oves.
Per quanto riguarda le energie rinnovabili, invece, il Mediterraneo si prepara a giocare un ruolo decisivo per lo sviluppo del settore energetico, con una domanda addizionale di energia che potrebbe comportare investimenti pari a 320 miliardi di euro, di cui circa la metà in fonti rinnovabili.
Il rapporto - ha affermato Paolo Scudieri, Presidente di SRM — "dimostra con chiarezza che il Mediterraneo è, e lo sarà sempre di più in futuro, un’area molto rilevante per le relazioni economiche del nostro paese - e del Mezzogiorno in particolare - e con un valore ben più ampio di quanto i soli dati sull’interscambio commerciale possano misurare. Certo permangono incertezze e difficoltà, tanto in Europa quanto nei paesi del Mediterraneo, sia sotto il profilo politico che economico. Tuttavia, noi siamo convinti che l’economia sia un driver fondamentale per lo sviluppo delle relazioni internazionali tra i paesi”.