Venture capital e start up: il ritardo italiano fa perdere miliardi di euro

Start upVenture capital e start up, due termini che in Italia faticano ancora ad imporsi. Fin qui, niente di nuovo sotto il sole. Peccato che il ritardo italiano in materia di investimenti in imprese innovative finisca per avere un impatto negativo sul Pil. A rivelarlo, uno studio condotto da Confcommercio e presentato in occasione del quinto Forum dei giovani imprenditori - a Venezia il 9 e 10 novembre - che dà una fotografia nitida di questo ritardo e delle sue conseguenze: se l'Italia prendesse a modello la Germania per investimenti in venture capital, il Pil nostrano guadagnerebbe ben 29 miliardi di euro in un anno. Se guardassimo invece al Regno Unito, il prodotto interno crescerebbe di 37 miliardi di euro.

1,2 euro a persona, questa - nel 2011 - la quota di investimento media italiana nel venture capital. Troppo bassa, specialmente se messa a confronto con quella statunitense (83). Ma anche non volendo attraversare l'oceano, l'Italia perde nel confronto con altri paesi europei: in Germania si investono nel venture capital 8,6 euro pro capite, in Francia 9,8. Cifre che aumentano in Regno Unito (12,6 euro) e Svezia (26,2 euro). I soliti noti, verrebbe da pensare. Invece no: ci superano anche due paesi che pure vivono un periodo di dura crisi economica, come la Spagna (3,2 euro pro capite) e l'Irlanda (con ben 12,3 euro).

Il report di Confcommercio ammette comunque che lo Stivale ha iniziato a fare qualche timido passo avanti. Il riferimento è all'iniziativa del Governo sulle start-up innovative, che pure non è perfetta: "Non mancano profili di criticità legati a una visione troppo industrialista e tecno-centrica, che rischia di escludere da un grande progetto la maggior parte delle imprese dei servizi di mercato", si legge nel report. Non solo critiche, ma anche suggerimenti, come quello di "sostituire il concetto di alto valore tecnologico con quello di alto valore aggiunto, mediante l’utilizzo di tecnologie".

L'Italia, si legge ancora nel rapporto, investe 4 euro di venture capital per 100mila euro di Pil. E se ci mettiamo a confronto con gli altri paesi, ne usciamo ancora una volta sconfitti: dalla Germania, che investe 27 euro, alla Francia 32, da Finlandia e Regno Unito, 45 euro, fino ad arrivare alle punte della Svezia, con 64 euro investiti in venture capital.

A far crescere il Pil, almeno potenzialmente, non sarebbero solo i capitali di rischio. Basterebbe vedere aumentare il numero dei giovani imprenditori: secondo il rapporto di Confcommercio, se questo passasse immediatamente dall'11,4 al 13,7%, il prodotto interno lordo aumenterebbe di 0,34 punti percentuali. Che, in cifre, equivarrebbe a 5,5 miliardi di euro in più.

Links

Report Confcommercio - Innovazione e rischio imprenditoriale: reagire al declino