Bruxelles punta sui visti turistici per promuovere la crescita

Turisti a Venezia - foto di MelindameliLo sviluppo di una politica comune in materia di visti come leva per la crescita in Europa. E' questa l'intuizione al centro della comunicazione strategica adottata oggi dalla Commissione europea per agevolare l'afflusso di visitatori stranieri nei paesi dell'Unione. E dare stimoli a un settore, quello del turismo, che nel 2011 ha garantito 18,8 milioni di posti di lavoro in Europa e nel 2022 dovrebbe assicurarne 20,4 milioni.

Secondo dati dell'Esecutivo Ue, il numero di visti rilasciati è in aumento e nel 2011 si è registrato un in incremento soprattutto per le domande accolte provenienti da Russia (oltre 5 milioni l'anno scorso contro i 3,5 milioni del 2007), Cina (più di un milione lo scorso anno contro i 560mila del 2008) e India (460mila rispetto ai 340mila del 2007).

Una disciplina comune dei visti e la piena attuazione delle norme già in vigore renderebbero l'Ue una meta ancora più ambita a livello turistico per i cittadini di paesi terzi e sosterrebbero lo sviluppo di una serie di comparti nei servizi, dall'ospitalità alla ristorazione, dall'intrattenimento ai trasporti.

Tra le proposte:

  • procedure più veloci per la richiesta di visto;
  • semplificazione della modulistica;
  • riorganizzazione dei consolati e coordinamento tra loro;
  • rafforzamento della collaborazione nell'area Schengen.

"Agevolare le occasioni di viaggio per i viaggiatori in regola, che non costituiscono un rischio per la sicurezza, permettendo loro di visitare l'Europa, non può che rafforzare la nostra posizione di prima destinazione turistica al mondo, un successo altamente desiderabile per la nostra economia", ha spiegato la commissaria per gli Affari interni Cecilia Malmström, presentando l'iniziativa nata dalla collaborazione con i servizi diretti dal commissario all'Industria e al Turismo Antonio Tajani. Iniziativa che, osserva il vicepresidente Tajani, rappresenta "una pietra miliare in quanto la Commissione riconosce ufficialmente l'importanza di tenere conto di considerazioni economiche nel prendere decisioni relative alla politica dei visti".

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