Rapporto GreenItaly 2012: uscire dalla crisi con l'economia sostenibile

Green globe - foto di Keoni CabralTra il 2009 e il 2012, circa un quarto delle imprese industriali e del terziario italiane ha investito nella green economy, introducendo tecnologie e prodotti ecosostenibili e nel rispetto dell'ambiente. Un fenomeno, questo, che coinvolge trasversalmente tutto il paese, mostrando una propensione all'innovazione e all'internazionalizzazione di gran lunga superiori alla media delle imprese italiane, con ricadute positive anche sull'occupazione. E' questo il quadro tracciato dal Rapporto GreenItaly 2012, a cura della Fondazione Symbola e di Unioncamere.

Dal documento, realizzato con il Patrocinio dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico e con la collaborazione di Wired, Comieco e Fiera Milano Congressi, emerge una tendenza generale che riguarda il paese indistintamente da nord a sud: la crisi ha spinto il sistema economico italiano in direzione di un modello di sviluppo all'insegna della sostenibilità ambientale, di una maggiore innovazione, qualità ed efficienza.

Il rapporto sottolinea come le "imprese della green Italy" siano proprio quelle che tendono maggiormente all'innovazione e all'export: nel 2011, il 37,9% delle realtà imprenditoriali che puntano all'ecosostenibilità ha introdotto innovazioni di prodotto o di servizio (a fronte del 18,3% delle imprese che non investono sull'ambiente), mentre le imprese green registrano una presenza sui mercati stranieri del 37,4% (a fronte, di nuovo, di un 22,2% delle imprese non green). Ulteriore tendenza individuata dal rapporto è quella del "fare rete", in un'ottica di progettualità comune e di integrazione di filiera.

Gli ambiti in cui l'approccio green è più diffuso sono il manifatturiero, con una percentuale del 27% sulla totalità delle imprese del settore, e il terziario, con il 21,7%. In particolare, nell'ambito della manifattura, le attività che si distinguono per l'impegno ecosostenibile sono: la filiera della gomma e della plastica, la lavorazione dei minerali non metalliferi, la carta e la stampa, la meccanica, i mezzi di trasporto, l’elettronica e la strumentazione di precisione, con una percentuale record del 41% nel settore chimico-farmaceutico.

L'impegno verso un'economia ecosostenibile, si evince dal documento, non solo fa registrare una riduzione delle emissioni inquinanti e dei rifiuti associata a un aumento del riciclaggio, ma si dimostra anche una forte leva per l'incremento occupazionale: il 38,2% delle assunzioni complessive programmate dalle imprese italiane dell’industria e dei servizi nel 2012 riguarda infatti le realtà imprenditoriali impegnate nel green.

"Nel passato – ha detto commentando il rapporto il ministro delle Politiche Agricole, alimentari e forestali Mario Catania – sono stati scelti modelli industriali che nel breve rendono, ma poi lasciano guasti ambientali e disoccupazione. Si può fare invece impresa in un quadro di sistema ecocompatibile, scegliendo attività e processi che creano valore non danneggiando, anzi tutelando l'ambiente e puntando sulla qualità. E' un lavoro appena cominciato e da fare insieme".

Links

Rapporto GreenItaly 2012