Pesca: accordo su Fondo affari marittimi - FEAMP 2014-2020
Dopo 42 ore di negoziati, arriva l'intesa tra i ministri dell'Agricoltura dell'Unione europea sull'utilizzo delle risorse del nuovo Fondo per gli affari marittimi e la pesca post 2013 (FEAMP 2014-2020): i paesi membri potranno destinare fino al 15% della propria dotazione per la pesca al finanziamento di misure quali il fermo provvisorio e definitivo della pesca. Soddisfatta l'Italia, rappresentata in sede di Consiglio dal ministro per le Politiche agricole Mario Catania, mentre restano contrari Germania, Malta, Lituania e Belgio.
Oltre al fermo temporaneo dell'attività di pesca, che ha l'obiettivo di garantire la riproduzione degli stock ittici, l'accordo prevede il finanziamento, fino al 2017, anche del fermo definitivo, compreso l'aiuto per la demolizione delle imbarcazioni. Misure fortemente volute dall'Italia, cui si aggiunge la possibilità di ammettere ai contributi comunitari anche le spese per la sostituzione dei motori delle imbarcazioni.
Sulla riforma della Politica comune della pesca è intervenuto anche l'eurodeputato del Pd Guido Milana, vicepresidente della commissione Pesca al Parlamento europeo, chiedendo di "esplicare al meglio la relazione tra il nuovo fondo per la pesca e i fondi strutturali, perché la loro puntuale integrazione sarà fattore di successo per le riforme strutturali di cui il settore ha bisogno".
Secondo Milana, "sarà proprio questa chiarezza di una gestione integrata dei fondi che permetterà ai meccanismi di controllo un'azione tempestiva per evitare di ricorrere a meccanismi sanzionatori che altrimenti penalizzerebbero i pescatori".
Anche la Regione Veneto ha espresso la propria soddisfazione per l'intesa raggiunta. “La programmazione del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca 2014-2020 ha espresso l’orientamento alla regionalizzazione dei bacini comunitari, intesi come aree omogenee di pesca, che una volta istituiti regolarmente potranno esprimere meglio le loro specificità", ha dichiarato l’assessore regionale alla pesca, Franco Manzato, durante un workshop dedicato alla piccola pesca, tenutosi a Venezia. "Il Distretto Alto Adriatico, nato lo scorso febbraio, potrebbe essere il primo distretto europeo ad avere le piene potenzialità per gestire in modo autonomo ed efficiente le proprie acque, grazie al comune intento delle Regioni interessate (Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia) di costituire un organo sovraordinato, con la possibilità di creare un’attività coordinata con la Slovenia e la Croazia, che a breve entrerà a far parte ufficialmente dell’Unione europea”, ha concluso Manzato.