PAC: Catania, no agli aiuti flat rate dal 2019
Da Lussemburgo, dove ha partecipato al Consiglio Agricoltura, dedicato al dibattito sulla riforma della Politica agricola comune e della Politica comune della pesca, il ministro per le Politiche agricole Mario Catania respinge l'ipotesi di aiuti per ettaro uniformi, il cosiddetto flat rate, entro il 2019. "Se applicassimo la proposta della Commissione europea, per alcune delle imprese agricole italiane ci sarebbe una riduzione del livello di aiuti del 90%", ha spiegato il ministro, concludendo che l'Italia "non può accettare un flat rate nel 2019".
Un processo impossibile, "quantomeno nella realtà italiana". Così Catania chiude la porta all'ipotesi di pagamenti forfettari uniformi.
Una posizione condivisa dall'eurodeputato del Pdl Giovanni La Via – relatore della proposta sul sistema di monitoraggio della Politica agricola comune – che, in un'intervista a EurActiv.it ha dichiarato: "Abbiamo delle grandi differenze ancora oggi sul piano interno perchè l'Italia è uno dei paesi che non ha applicato la regionalizzazione sulla vecchia riforma della Pac. Sarà necessario un intervallo di tempo sufficientemente lungo per andare verso una regionalizzazione. Per questo non riteniamo che nella prossima Pac si possa arrivare a un pagamento uguale per tutti, ma dovranno essere mantenute delle differenze".
Ma i ministri dell'Agricoltura dell'Ue hanno affrontato anche altri aspetti della Politica agricola comune, a cominciare dal superamento del sistema dei pagamenti diretti basato sui livelli storici. "Possiamo accettare l'idea di abbandonare progressivamente i riferimenti storici", ha affermato Catania, a patto che il processo di convergenza sia graduale e permetta a tutti gli stati di "trovare un'adeguata risposta alle realtà nazionali".
Particolare attenzione, per il ministro, va poi al tema dei giovani agricoltori. Catania condivide l'approccio delineato dalla Commissione europea e dice "no all'esenzione dall'applicazione del regime di aiuti nell'ambito del primo pilastro per gli Stati che attivino gli aiuti previsti nel secondo". In pratica, non deve esserci "alternativa tra primo e secondo pilastro", ma vanno "applicate ambedue le misure previste nella proposta della Commissione".
Quanto alla riforma dell'Organizzazione comune di mercato, l'Ocm unica, Catania ricorda che "gli agricoltori sono molto deboli all'interno della filiera alimentare e questo si traduce in una progressiva diminuzione del reddito delle imprese agricole" e chiede misure per rafforzare le organizzazioni dei produttori e interprofessionali.