Frodi fondi strutturali: in arrivo il Pubblico ministero unico europeo
Via al Pm unico europeo. E’ questa la novità che potrebbe arrivare dall’Ue nel giro di un paio d’anni. Allo scopo di vigilare sui reati che colpiscono direttamente il bilancio dell’Unione. Su tutti, quelli legati alle frodi sui fondi comunitari, che passerebbero così alla competenza di un ufficio di magistrati coordinati da Bruxelles. Una procura che dovrebbe essere modellata sull’esempio della nostra Direzione nazionale antimafia.
Giovanni Kessler, direttore generale dell’Olaf, l’organismo antifrode dell’Ue, è atterrato giovedì mattina a Roma per una “due giorni” di consultazioni. Dalla Corte dei Conti alla procura nazionale antimafia, passando per la procura generale presso la Corte di cassazione, per arrivare ai rappresentanti di governo e parlamento. Con tutti si è parlato soprattutto di un argomento: il procuratore unico europeo.
“La nostra idea è avere un coordinamento di magistrati che possa indagare in maniera unica a livello comunitario su una serie di reati”, spiega Kessler. Il raggio d’azione dei nuovi pm sarà essenzialmente quello che oggi è il campo di indagine dell’Olaf: tutto quello che porta problemi al bilancio comunitario. Dalle frodi sui fondi strutturali ai contrabbandi di merci, che tolgono capacità impositiva all’Unione europea.
La creazione di un ufficio europeo che si occupi di questi argomenti, modellato sulla nostra Direzione nazionale antimafia, avrebbe un impatto importante sui reati transnazionali: “Pensiamo al caso di un funzionario corrotto che prende una mazzetta in un certo paese dell’Ue da un imprenditore di un altro paese membro che partecipa a un appalto. La mazzetta non arriva direttamente al funzionario, ma viene fatta transitare da un paese terzo, dove viene aperta una società di comodo. E i soldi, poi, non arrivano direttamente sul conto del funzionario, ma su un conto appositamente aperto ancora in un altro paese. Pensiamo a questo caso per capire quale può essere l’utilità di una procura unica”.
Ma Kessler pensa anche a quello che potrebbe accadere con i reati circoscritti a un singolo paese. Come è il caso, tipicamente, delle frodi sui fondi strutturali. “Se nascerà il Pm europeo la competenza su questo tipo di reati prescinderà dalla dimensione territoriale. Con una serie di conseguenze importanti: soprattutto, la preparazione di chi indaga, ma anche la sua propensione a perseguire un certo tipo di reati sarà uniforme in tutti i paesi membri. Non succederà più quello che avviene oggi in Europa: al momento, ci sono paesi nei quali c’è maggiore propensione a perseguire questo tipo di reati e altri dove ce n’è meno”.
Tenendo presente, però, che esistono dei limiti oggettivi legati alle procedure dei singoli paesi, che prescindono dalla procura che indaga. Basti pensare alla lentezza della giustizia italiana. O all’inadeguatezza delle norme di alcuni settori. “Sul Ddl anticorruzione – dice Kessler – ad esempio penso che vada approvato semplicemente perché l’Italia non può andare avanti con il codice Rocco su alcuni reati”.
Al momento, però, la proposta di legislazione Pm europeo è tutt’altro che definita. La prima stesura della normativa è ancora in fase di ultimazione. Per arrivare a quella finale ci vorrà ancora tempo. E altro tempo ci vorrà perché la Commissione approvi la proposta. “Pensiamo di cominciare a definire la nostra proposta entro fine anno – continua Kessler -. Poi entro giugno 2013 la Commissione dovrebbe fare propria la proposta e portarla davanti al Consiglio europeo”. A quel punto si aprirà una trattativa difficile con gli Stati membri. Se alcuni paesi, tra cui l’Italia, stanno già dimostrando grande interesse alla legislazione. Altri, come la Gran Bretagna, sono decisamente più ostili. Per cui Kessler pensa già alla possibilità che si vada a una cooperazione rafforzata, sebbene con numeri più ampi dei nove paesi che normalmente servirebbero. “Il mio obiettivo è raggiungere almeno la quota di venti stati membri”.