Fondazione Impresa: indagine sul disagio imprenditoriale in Italia
Dove è più facile avviare una start-up in Italia? Uno studio realizzato da Fondazione Impresa, del gruppo Sole 24 Ore, svela quali sono le regioni italiane che offrono contesti più o meno favorevoli allo sviluppo di un'attività imprenditoriale. Obiettivo dell'indagine - condotta da Daniele Nicolai, ricercatore della Fondazione - è individuare le ragioni che frenano l’imprenditoria italiana, con particolare attenzione alle Pmi. Lo studio è stato realizzato utilizzando 12 indicatori, tra cui: la variazione di imprese attive fra le microimprese (fino a 5 addetti), l'impatto della recessione, il credit crunch, la dotazione infrastrutturale e di banda larga.
Sulla base dei fattori individuati, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige risultano tra le prime regioni dove è più facile 'fare impresa'. Gli imprenditori, infatti, possono contare su tassi di interesse contenuti, maggiori capacità innovative e minore impatto della recessione.
Le peggiori regioni per avviare una nuova attività sarebbero invece Campania, Basilicata e Marche. Non stupisce il primo posto della Campania, seconda regione italiana per perdite di impresa, per minor presenza di imprese che abbiano fatto almeno un’innovazione in un biennio e con più procedure concorsuali ogni mille microimprese.
In controtendenza Puglia e Abruzzo, rispettivamente al 13° e 17° posto della classifica, grazie alla buona performance creditizia registrata da entrambe e al basso numero di fallimenti e all'elevata densità autostradale in Abruzzo.
Ma il disagio imprenditoriale non risparmia il Nord del paese: la Lombardia si piazza al primo posto per numero di fallimenti e al quinto per il peggior dato sui prestiti alle imprese fino a 20 addetti.
Sulla base dei dati raccolti, ha concluso Nicolai, sono tre i fattori che frenano maggiormente la crescita delle aziende italiane: burocrazia, accesso al credito e tassazione.