UE: verso la riforma della politica per la pesca

Pesce - foto di Etrusko25Pubblicato il Rapporto annuale sulla flotta europea per la pesca, redatto in collaborazione tra la DG MARE, gli esperti tecnico-scientifici per la ricerca e il Centro di ricerca congiunto della Commissione. I costi sono aumentati, è diminuito il numero delle imbarcazioni, persiste il problema della sovrapproduzione in rapporto al calo delle vendite.

Nel documento emerge che, a partire dal 2008, il calo dei profitti dovuto alla crisi e l'aumento del prezzo dei carburanti hanno iniziato a colpire il settore ittico, riducendo del 23% il valore aggiunto prodotto rispetto al 2007.

Nel 2009 la capacità della flotta europea è diminuita del 2-3%, ma il problema della sovrapproduzione è rimasto. In Italia, ad esempio, il numero delle imbarcazioni registrate è diminuito del 15% (la maggior parte delle quali possedute da cooperative di pesca) e il numero dei lavoratori è passato da circa 40.000 unità a 30.000 unità, ma l'ammontare dei prodotti stoccati non è diminuito.

Nel 2008 la flotta italiana per la pesca ha generato un profitto superiore a un miliardo di euro, ma allo stesso tempo la sua capacità è diminuita principalmente per:

  • la riduzione della produttività per molte imbarcazioni dovuta all'aumento dei costi,
  • l'invecchiamento delle imbarcazioni (circa 28 anni) e dei proprietari.

Per compensare l'eccesso produttivo, da una parte, e il calo delle vendite, dall'altra, occorre dunque definire soluzioni sostenibili, affinché si possa garantire un futuro certo all'economia ittica.
A tal fine la Commissione europea ha invitato tutti gli Stati membri ad una collaborazione più attiva, soprattutto nella redazione dei rapporti annuali del settore, spesso incompleti.

Rapporto annuale sulla flotta europea per la pesca