UE: ancora poche donne nei CdA
Stop alle diseguaglianze di genere in campo imprenditoriale. Lo hanno ribadito i rappresentanti della Commissione parlamentare per i diritti delle donne riunitasi mercoledì scorso. Nonostante gli obiettivi fissati per il 2015, che prevedono di portare al 30% la rappresentanza femminile nei CdA, ad oggi è imprenditrice 1 donna su 10 a fronte di 1 uomo su 4.
Per colmare questo gap la Commissione ha invitato gli Stati membri a:
- creare nuove opportunità di finanziamento a favore delle imprenditrici, consentendo un accesso pari ed equo al credito attraverso lo strumento europeo Progress di microfinanza, che fornisce microcrediti fino a 25.000 euro alle microimprese e a chi vuole avviare una piccola attività;
- introdurre programmi di propensione agli investimenti che possano aiutare le donne a creare piani d’impresa perseguibili;
- garantire sostegno ed assistenza per la ripresa finanziaria alle donne che si trovano in una situazione di insolvenza o fallimento;
- promuovere corsi di imprenditorialità femminile o tirocini di un anno nelle università;
- incentivare la partecipazione delle donne al programma di scambio europeo destinato agli imprenditori "Erasmus per Giovani Imprenditori".
Quello che occorre è un vero e proprio cambiamento culturale che parta dal basso, cogliendo l'importanza della partecipazione delle donne nelle imprese, il cui potenziale è scarsamente utilizzato in Europa.
Gli approcci utilizzati negli Stati membri per colmare le diseguaglianze di genere nelle imprese sono vari. In Austria, ad esempio, sono stati potenziati i servizi e le indennità di assistenza all’infanzia. Cipro fornisce sussidi alle donne di età compresa tra i 18 e i 55 anni che intendano svolgere attività imprenditoriali.
La Norvegia, invece, ha adottato nel 2003 una legislazione che impone la soglia del 40% delle donne nei consigli di amministrazione delle imprese quotate in borsa e che dispongono di un organico superiore a 500 dipendenti.
Ma la strada è ancora lunga. Quello che le donne richiedono è "tempo, tempo per far fronte alle responsabilità domestiche e, contemporaneamente, gestire la propria attività e realizzare i propri sogni".
I due progetti di relazione presentati dalla Commissione saranno sottoposti al voto plenario il prossimo luglio.
Progetto di relazione sull’imprenditorialità femminile nelle piccole e medie imprese
Progetto di relazione sulle donne e la direzione delle imprese