Tasse sul risparmio all'estero: in assenza di sanzioni Tremonti preannuncia il veto
Nel corso del dibattito pubblico tra i 27 ministri delle Finanze euroepi (Ecofin) sulla revisione di una direttiva Ue, relativa ai meccanismi della tassazione degli interessi sui capitali dei cittadini residenti all'estero, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, senza mezzi termini, ha definto irricevibile il progetto all'ordine del giorno, facendo saltare l'accordo che necessita dell'unanimità per essere deliberato.
Il punto di disaccordo riguarda la presenza di obblighi in assenza di strumenti sanzionatori per chi non rispetta le regole.
La direttiva 2003/48/Ce oggetto di revisione riguarda la regolamentazione comunitaria della tassazione del risparmio transfrontaliero, operativa dal 1 gennaio 2005. Il 75% va allo Stato di residenza del risparmiatore, il restante 25% resta nello Stato di applicazione. Dal 2011 il livello di prelievo è del 35%.
In discussione c'è un progetto di direttiva per rafforzare le disposizioni, ma senza un impegno immediato per inserire delle sanzioni contro gli Stati o le Banche che non la rispettano. Da qui il no di Tremonti, che ha ripetutamente lamentato disfunzioni e asimmetrie del meccanismo di lotta all'evasione fiscale sui capitali all'estero.
"È tutto perfetto nella direttiva, come l'identificazione del beneficiario, gli aspetti di criminalità. Ciò che non è perfetto è che viene sistematicamente disattesa" ha affermato il ministro dell'Economia italiano. Quello in discussione non è un testo giuridico "ma un optional che si offre alla buona volontà degli operatori e degli Stati". "Non mi sento di esprimere una valutazione positiva" ha proseguito, annunciando il veto se non vi sarà un esplicito impegno a "definire sanzioni effettive".
Poi ha ricordato di aver chiesto alla Commissione un rapporto sugli Stati che hanno violato la direttiva sulla fiscalità del risparmio: "Lo sto ancora aspettando".
Nell'analisi che ha esposto ai suoi colleghi, la violazione è sistematica: le banche pagherebbero la ritenuta solo quando l'investitore estero si presenta con piccole cifre; in presenza di capitali elevati, invece, sarebbe la stessa banca a mettere servirsi di società off-shore, trust o strumenti assicurativi che consentono l'evasione.
Sotto la lente di ingrandimento c'è, in particolare, la parte della direttiva che impone agli Stati membri di scambiare informazioni, così da consentire che gli interessi maturati da quanti risiedano in un altro Stato siano tassati secondo le leggi dello Stato di residenza.
"L'Italia - ha aggiunto Tremonti - è pronta a sottoporre il caso all'attenzione della Corte di Giustizia".
Il presidente di turno dell'Ecofin, l'ungherese Gyorgy Matolcsy, nella conferenza stampa conclusiva della riunione, ha così commentato la situazione: "Paesi che prima avevano posto il veto come Austria e Lussemburgo hanno rivisto la loro posizione». Si prende atto che «altri Paesi non hanno dato il loro sostegno", lasciando intendere che la discussione proseguirà nelle prossime riunioni, avanzando ulteriori ipotesi di compromesso, come la costituzione di un'authority ad hoc.