Quarto conto energia: disputa sulla tempistica dei rimborsi
Fumata nera per il decreto interministeriale sul quarto conto energia relativo alle rinnovabili. Per vederlo bisognerà attendere con tutta probabilità il prossimo consiglio dei ministri. Il governo ha quindi oltrepassato la scadenza del 30 aprile che si era prefissato per la firma del decreto.
Il testo annunciato dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Saglia, non vede ancora la luce anche a causa di una querelle, con tanto di incidente diplomatico, che si è accesa tra i ministri Prestigiacomo e Romani.
Oggetto del contendere: i rimborsi per chi investe in energie rinnovabili.
Romani, infatti, aveva criticato la proposta di autocertificazione degli investimenti dei privati nelle energie rinnovabili avanzata dalla titolare del ministero dell'Ambiente, nutrendo dei dubbi sulla correttezza dell'autocertificazione in alcune regioni italiane.
Prestigiacomo, dal canto suo, si batte per limitare l'attesa per i rimborsi a 60 giorni.
Oggi il ministro dell'Ambiente è tornato sull'argomento, spiegando che "poiché l'incentivo andrà rapidamente a scendere, è chiaro che se c'è un ritardo nell'allaccio si va a incidere pesantemente su quanti hanno realizzato il proprio impianto sulla base di un determinata previsione economica".
Continua Prestigiacomo: "Se chiedo un finanziamento in banca per un impianto che deve partire il primo gennaio quando l'incentivo è 100 e poi l' impianto non viene allacciato fino a settembre quando l' incentivo - sottolinea il ministro - sarà 50, io perdo 8 mesi di incentivi e soprattutto avrò incentivi a 50 e non a 100 come preventivato. In queste condizioni rischia di saltare tutto il piano economico dell'investimento". L'alternativa è concedere l'incentivo senza allacciamento alla rete? "Nessuno di noi ha mai pensato di dare l'incentivo senza essere allacciati alla rete, ma noi riteniamo che - rileva Prestigiacomo - l'incentivo debba essere quello della data del rilascio della certificazione del fine lavori o al massimo dei 60 giorni successivi".
Critica l'opposizione. Secondo il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, "Il rinvio della firma del decreto interministeriale è l'ennesima prova di forza di chi vuole affossare il settore delle rinnovabili. Lo scontro tra il ministero dell'Ambiente, che ha proposto un compromesso, eppur insufficiente e penalizzante, e il ministero delle Attività produttive, dà la cifra di una vicenda che da settimane tiene appese ad un filo aziende, italiane e straniere, che si sono viste ribaltare il tavolo dal Governo, minando la certezza del diritto".