Decreto Rinnovabili: ultimo round tra governo e regioni
In vista della conferenza unificata convocata oggi in seduta straordinaria dal ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, i governatori delle regioni guidati da Vasco Errani propongono in modo unanime all'esecutivo due emendamenti per correggere il decreto.
Per prima cosa le Regioni sollecitano il governo a salvaguardare gli investimenti in corso. Da un lato vanno garantiti gli investimenti per la produzione, dall'altro va salvaguardata una filiera importante del nostro Paese, che ha grandi potenzialità.
L'altra richiesta riguarda la valorizzazione di tutto il settore, seguendo il principio di un "décalage" degli incentivi.
Errani ha poi ricordato che, sul fronte delle rinnovabili, con il Governo finora si è tenuto soltanto un incontro di tipo tecnico.
Aspettando l'ultimo confronto con le Regioni, il ministro dell'ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha definito il testo sulle rinnovabili "un provvedimento equilibrato e attento allo sviluppo del settore".
Secondo Prestigiacomo, con le nuove norme si assicurano gli investimenti in corso e si crea un quadro normativo positivo per gli investimenti futuri. "Credo che l'odierno confronto con le regioni - ha aggiunto il ministro - possa essere l'ultimo doveroso e utile passaggio istituzionale, a valle di un processo di consultazioni e dialogo che ha interessato tutti gli operatori del settore e le parti sociali". Il futuro dell'energia italiana, ha aggiunto il ministro, "oggi più di ieri, punta sulle rinnovabili ed il decreto sarà una base solida per costruire un'Italia più autonoma dal punto di vista energetico e più orientata verso uno sviluppo sostenibile".
Nel frattempo fioccano le critiche della Lega. Il Carroccio chiede che all’interno della nuova definizione degli incentivi previsti per il fotovoltaico si preveda un parametro valido che possa tener conto dei diversi livelli di insolazione che variano da Regione a Regione, come previsto in Germania.
A sottolinearlo è Alberto Torazzi, capogruppo della Lega Nord in Commissione Attività produttive a Montecitorio.
“Si rischia altrimenti di discriminare pesantemente i cittadini e le imprese della Padania - denuncia Torazzi - A parità di impianto e dei relativi costi, senza ulteriori correttivi, per esempio un impianto in Sicilia, per la maggiore intensità solare, riceverebbe ben il 40% di contributi in più rispetto ad uno medesimo sito in Lombardia. Si tratta di una sperequazione ingiustificata. Ho ricevuto varie sollecitazioni da parte di alcuni operatori del Nord Italia e ho quindi sensibilizzato il ministro Romani a riguardo”.