UE: investire di più sulla formazione e mobilità dei giovani
Investire maggiormente nell'istruzione e nella mobilità dei giovani, questo il messaggio ribadito martedì scorso dagli europarlamentari della Commissione per la cultura e l'istruzione. Anche in un periodo di crisi economica come questo, le risorse destinate alla formazione dei cittadini comunitari rappresentano un investimento importante per la ripresa e la crescita dell'UE.
In Europa un cittadino su tre possiede un titolo d'istruzione universitario, il 10% in meno rispetto agli Stati Uniti e il 20% in meno rispetto al Giappone. L'obiettivo dell'UE, rientrante nella strategia Europa 2020, è portare al 40% il numero dei cittadini comunitari con un titolo d'istruzione universitario, riducendo al contempo il tasso di abbandono scolastico del 10% (attualmente ammonta al 14,4% nella fascia d'età 18-24 anni).
Ogni Stato membro, come proposto dalla Commissione, dovrà investire il 2% del proprio PIL nel campo dell'istruzione, della formazione e della mobilità di studenti, insegnanti e ricercatori. Tali risorse dovranno essere utilizzate per:
- portare avanti i programmi comunitari di ricerca e di apprendimento permanete quali Erasmus, Leonardo da Vinci, Comenius, Grundtvig, Marie Curie, Erasmus Mundus e Youth in Action;
- colmare il gap tra mondo del lavoro ed università,
- promuovere lo spirito imprenditoriale degli studenti.
I centri di formazione e le università, hanno proseguito gli europarlamentari, dovranno promuovere programmi di lavoro e tirocini dotati di stipendi adeguati e di rispettiva protezione sociale, affinché i tirocinanti non vengano sfruttati. Per incoraggiare gli studenti lavoratori l'UE dovrà favorire la diffusione di programmi universitari on line, tempi accademici più flessibili ed università "aperte".
Un livello d'istruzione più alto, hanno affermato gli europarlamentari, non solo assicura un'occupazione nel futuro, ma crea anche le condizioni favorevoli per lo sviluppo creativo ed innovativo dei più giovani, aiutandoli nella propria crescita.
L'accesso all'educazione deve inoltre prescindere dalle diseguaglianze economiche e sociali degli studenti; a tal fine l'UE dovrà supportare maggiormente i giovani disabili, le coppie giovani e coloro che intendono riprendere gli studi a seguito di un'interruzione. Il gender gap nel campo dell'istruzione dovrà esser colmato mediante programmi che favoriscano la crescita dell'interesse delle ragazze nelle discipline scientifiche e dei ragazzi nell'insegnamento nelle professioni sociali.
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