PNRR, Visco: non c'è tempo da perdere, miglioramenti possibili
Nelle considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, in occasione della pubblicazione della relazione annuale, Ignazio Visco invita ad attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza seguendo il programma serrato concordato con l’Unione europea. E lancia un monito chiaro: "Non c'è tempo da perdere".
Obiettivo modifica PNRR entro inizio estate. In bilico quarta e quinta rata
Non poteva mancare il PNRR nelle conclusioni del Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco che a novembre lascerà la guida dell'Istituto in via Nazionale.
Oltre a dare indicazioni sull’inflazione e parlare di giovani, natalità e salario minimo, in occasione della pubblicazione della relazione annuale 2022 il numero uno di Bankitalia lancia un chiaro monito sul PNRR: “Non c’è tempo da perdere”.
Il monito di Visco non potrebbe arrivare in un momento più appropriato. Mentre resta aperto lo scontro tra Governo e Corte dei Conti sui controlli degli interventi previsti dal Piano, a Palazzo Chigi è convocata per oggi la cabina di regia sul PNRR.
Cos’ha detto Visco sul PNRR?
Il governatore della Banca d’Italia parte da un assunto positivo: “miglioramenti del PNRR sono possibili”.
Sappiamo che il Piano nazionale di ripresa e resilienza non è scritto nella pietra e il Governo sta lavorando da settimane alla sua modifica. Un punto su cui il numero uno di Bankitalia invita a tenere la barra dritta:
“Nel perseguimento di eventuali modifiche bisogna tenere conto del serrato programma concordato con le autorità europee; al riguardo, un confronto continuo con la Commissione è assolutamente necessario, nonché utile e costruttivo”.
Quindi l’attenzione di Ignazio Visco si sposta sull’importanza di realizzare riforme ambiziose.
“Si discute di presunte insufficienze nel dibattito collettivo riguardo al suo disegno, dell’orizzonte temporale limitato per il raggiungimento degli obiettivi, delle possibili carenze nella capacità di attuarne le misure, ma va sottolineato con forza che il Piano rappresenta un raro, e nel complesso valido, tentativo di definire una visione strategica per il Paese. Anche per questa ragione, oltre agli investimenti e agli altri interventi di spesa, è cruciale dare attuazione all’ambizioso programma di riforme, da troppo tempo attese, in esso contenuto”.
E prosegue: “Si tratta quindi di uno snodo cruciale; esso deve però essere parte di una più ampia strategia di lungo periodo per agevolare la trasformazione della nostra economia. La rende ancor più necessaria l’ineludibile, duplice sfida che ci attende: ineludibile se si vuole, da un lato, contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti – così deleteri, come drammaticamente ancora una volta dobbiamo oggi registrare – e, dall’altro, stimolare una diffusione ampia e sicura dell’innovazione tecnologica, in primo luogo digitale. Serviranno tempi relativamente lunghi, tali da coinvolgere più legislature; gli obiettivi vanno perseguiti con costanza e lungimiranza e con il consenso diffuso dei cittadini. Il successo dipenderà dalla capacità di unire all’azione pubblica un’adeguata risposta del sistema produttivo e finanziario. Si creeranno nuove opportunità, ma saranno necessari anche ingenti investimenti, un’efficiente allocazione del risparmio e una corretta gestione dei rischi”.